I FIORETTI
Una continua quaresima
dal Numero 09 del 2 marzo 2025
Il Mercoledì delle Ceneri, con l’imposizione delle ceneri sul capo e con l’esortazione: “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”, segna l’inizio della Quaresima, tempo forte e periodo penitenziale che la Chiesa offre ai suoi figli per ben prepararsi al Triduo pasquale e alla Santa Pasqua: il Giovedì Santo, il Venerdì Santo e il Sabato Santo con la Veglia pasquale sono centro dell’anno liturgico che culminano nella festa più grande e importante, la Pasqua, che con la Risurrezione di Gesù segna la vittoria sulla morte spirituale e fisica dell’uomo. Sull’esempio di Gesù ritiratosi nel deserto e sul suo invito: «Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24), la Quaresima consacra quaranta giorni di penitenza da vivere nell’esercizio pratico del sacrificio volontario, chiamato mortificazione esterna e interna, e nella preghiera più intensa e continua, che diventano le due ali o armi che devono sostenerci nella lotta contro l’egoismo, radice di ogni peccato. La Quaresima diventa ancora più preziosa e fruttuosa se poi è vissuta unendosi all’Addolorata e facendosi preparare da Lei alla gioia della Risurrezione. Lo scopo della penitenza e della preghiera quaresimale è la conversione della nostra vita cristiana da mediocre a santa, da una vita di peccati a una vita di solide virtù, perché Dio ci ha creati per il Paradiso e vuole che diventiamo santi: «Questa infatti è la volontà di Dio: la vostra santificazione» (1Ts 4,3). Quindi la Quaresima è un tempo prezioso, da non far passare invano, da non sciupare per migliorare la nostra vita cristiana. Alla domanda su come padre Pio viveva la Quaresima, ci si aspetterebbe un elenco di penitenze o di preghiere da lui fatte in questo tempo, ma una sola risposta viene subito dal cuore: tutta la vita di padre Pio è stata una continua quaresima! Ci sono foto che lo ritraggono nell’atto di imporre ai fedeli o di ricevere umilmente da qualche confratello le sacre ceneri il Mercoledì delle Ceneri. Negli ultimi tempi, quando non poteva quasi più muoversi, i suoi confratelli lo raggiungevano nella sua cella per l’imposizione delle ceneri sul suo capo e il Padre, in un atteggiamento profondamente umile, chinava il capo e poi incrociava lo sguardo del confratello sacerdote che gliele imponeva dicendogli:«Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai». Queste parole che a noi possono provocare forse un sentimento di timore o lasciarci completamente indifferenti, per padre Pio erano invece fonte di gioia perché, come spiega padre Marciano Morra: «Desiderava morire perché aveva paura di commettere peccato ed aveva il desiderio di unirsi al Signore». La morte era per lui l’ingresso per la vita eterna. E Padre Pio desiderava la morte tanto da chiedere l’obbedienza al suo superiore di morire e da implorare preghiere dai figli e figlie spirituali perché gli ottenessero questa grazia. Parlare di come padre Pio viveva il tempo della Quaresima sarebbe molto riduttivo, poiché, come già detto, tutta la sua vita è stata una continua quaresima. Egli viveva in un tenore costante di vita penitente, conformato in tutto al Crocifisso nel corpo, nell’anima e nella mente, 24 ore su 24, notte e giorno senza soste, in ogni luogo o in ogni cosa che facesse: egli era un “crocifisso vivente”. Questo amore e desiderio di penitenza non è iniziato con la sua vita religiosa, ma già da ragazzo spesso si ritirava in un angolo della casa per castigare il suo corpo. Una volta, mamma Peppa lo sorprese dietro il letto mentre si percuoteva con una catena di ferro e, scongiurandolo di fermarsi, gli chiese perché lo facesse. «Mamma – rispose – devo battermi, come i giudei hanno battuto Gesù!». Anche i suoi compagni, spiando dalla finestra, lo videro in più occasioni flagellarsi con una fune di canapa. Di notte, poi, invece di dormire sul letto che mamma Peppa amorosamente gli preparava, preferiva rimanere disteso a terra, con la testa poggiata su una pietra. Entrato in convento, poi, il suo spirito di penitenza si rafforzò. Il 6 gennaio 1903, arrivato al noviziato di Morcone, leggendo la frase posta all’ingresso del convento: «Penitenza o inferno», sentì un fremito in tutto il corpo, soprattutto per la parola “inferno”, e da quel momento si propose fermamente di praticare la penitenza per tutto il resto della sua vita. Da allora la sua vita fu segnata dalla penitenza, dalla sofferenza, dalla croce. Della penitenza di padre Pio ne danno testimonianza confratelli e figli spirituali: mangiava e beveva quasi niente, dormiva solo qualche ora, sopportava la fatica del confessionale per ore e ore ogni giorno, tutto ciò portando impresse nelle sue carni le stimmate sanguinanti e dolorose del Signore. A tutto questo vanno aggiunte le ingiuste persecuzioni patite durante la sua vita, con le terribili accuse di frate immorale, di imbroglione e psicopatico che si era procurato da sé le stimmate! Padre Pio raccomandava la penitenza anche ai suoi figli spirituali. Li esortava soprattutto a essere sobri nel cibo, nell’abbigliamento, nei consumi, nelle comodità; a esercitare un controllo negli sguardi e nelle conversazioni; a dominare gli istinti, le passioni e ad accettare la sofferenza e offrirla a Dio, a cercare personalmente mortificazioni da offrire. In una lettera esortava Raffaelina Cerase a sforzasi di tenere «lontano il cuore dalle prudenze terrene, dagli artifici carnali. Procurate di avere una mente sempre pura nei suoi pensieri, sempre retta nelle sue idee, sempre santa nelle sue intenzioni» (Ep II, n. 16). In un’altra lettera scrisse: «Nel mangiare guardatevi dalla soverchia ricercatezza dei cibi, sapendo che poco o niente basta, se si vuol dare soddisfazione alla gola. Non prendete mai cibo il più del bisogno, e procurate in tutto di esser temperante, standovi sommamente a cuore di declinare piuttosto al mancante che al soverchio... Il tutto sia regolato con prudenza, regola di tutte le azioni umane» (Ep. II, n. 41). Ma al digiuno e alla mortificazione padre Pio diceva che bisognava aggiungere la preghiera intensa e prolungata, la frequenza dei sacramenti e la meditazione della Sacra Scrittura, alla quale bisogna avvicinarsi «innalzando la mente al Signore, supplicandolo che lui stesso faccia da guida alla vostra mente e si degni di parlarvi al cuore e muovere egli stesso la vostra volontà» (Ep. II, n. 16). Se non ci è dato di imitare padre Pio nella sua straordinarietà, almeno ascoltiamo e mettiamo in pratica i suggerimenti di questo nostro carissimo padre per ottenere anche noi, in questa santa Quaresima, la grande grazia della nostra conversione-santificazione per il Paradiso. di Suor M. Eucaristica Pia Lopez
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