La Madonna a Fatima ha scelto tre semplici bambini per annunciare un messaggio di conversione per il mondo intero. La vita di pietà dei santi Francesco e Giacinta, il loro spirito di mortificazione e di offerta di ogni sacrificio possano essere di esempio per tutti noi incamminati verso la santità.

La storia di Fatima ci pone dinanzi ad un evento ancora in corso che mette in guardia sulla situazione che oggi la Chiesa sta vivendo, ovvero il totale abbandono della fede cristiana da parte di Stati che furono fucine di Santi. La Madonna, vedendo la miseria in cui si trovano i suoi figli, si è degnata di scendere dal Cielo per annunciare messaggi di salvezza per la conversione dei poveri peccatori. In tutto ciò, l’Immacolata ha agito tramite tre semplici bambini, ignari della situazione morale che affliggeva il mondo nel XX secolo.
Ci soffermeremo sulle figure di Giacinta e Francesco Marto, i due fratellini che nel 1917, quando gli apparve la Madonna, avevano 7 e 9 anni di età. Francesco era di indole piuttosto pacifica ed accondiscendente, al contrario della sorellina più piccola che era molto più vivace ed euforica. Erano molto uniti, anche se Francesco era più un’anima solitaria a cui non piaceva stare tra tanti bambini durante i giochi. Con loro c’era sempre la cugina più grande Lucia dos Santos. Fino a questo punto sembra tutto normale, ma è proprio questo che intendiamo sottolineare, la semplicità di queste figure e come Dio vada in cerca di queste anime per mostrare la sua gloria. Purtroppo, al giorno d’oggi, quanti bambini di questa età sono già sbandati, proprio perché non vivono da bambini ma sono immersi nel mondo adulto con l’uso del telefono oppure giocando a videogiochi che vanno contro ogni insegnamento morale che la Santa Chiesa ci insegna!
Francesco e Giacinta, al contrario, venivano educati alla fede cristiana e il loro passatempo era giocare all’aria aperta con ciò che offriva la natura (sassolini, guardare le stelle ecc.) oppure recitare alcune preghiere che i loro genitori gli insegnavano. Questo tipo di vita è più genuino per un bambino ed egli sviluppa così un contatto più forte con Dio e la fede. I genitori di oggi hanno il dovere di pregare per i loro figli, perché il mondo di oggi è programmato per mirare e distruggere la famiglia che Dio fin dall’eternità ha voluto.
Ritornando alla storia di Fatima, Lucia scrive nelle sue Memorie che, dopo l’apparizione del
13 luglio 1917, i due fratellini ebbero un cambiamento repentino di carattere, come se non fossero più dei bambini spensierati ma più miti e pazienti, per nulla lamentevoli o esigenti. Giacinta aveva un comportamento sempre amabile, che pareva tradurre la presenza di Dio in ogni suo atto e la serietà del suo portamento era troppo superiore rispetto la sua tenera età. Era sempre in cerca di mortificazioni poiché, quando vide l’eterno destino delle anime morte in disgrazia di Dio, non riusciva a levarsi questo pensiero dalla testa. Capì la preziosità dell’espiazione e dal quel giorno cercava di donare al Signore e alla Santa Vergine tutti i sacrifici possibili ed immaginabili. Questa bambina è un mirabile esempio di “volontà di diamante”, perché, nonostante le fatiche che affrontava (volontarie e non), rimaneva salda nel proposito di aiutare Dio per salvare i peccatori dalla caduta nell’inferno. Lucia stessa, quando affrontava momenti di prova in famiglia o con il parroco, il quale desiderava vederla spesso per interrogarla in modo minuzioso circa le presunte apparizioni, incontrando Giacinta e riferendole con dolore quanto le succedeva, lei con molto fervore le chiedeva se in quei momenti avesse offerto tutto per la conversione dei peccatori e, se la risposta fosse stata negativa, istantaneamente si inginocchiava e con le manine giunte ripeteva: «O Gesù, è per vostro amore, per la conversione dei poveri peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria».
Francesco, al contrario, era di poche parole e gli piaceva moltissimo appartarsi per offrire le sue preghiere e i suoi sacrifici a Dio. Amava moltissimo il Santissimo Sacramento tanto da passare molto tempo davanti al tabernacolo insieme al suo “Gesù nascosto”, come lo chiamava lui stesso. Durante il tragitto per raggiungere la scuola, diceva a Lucia di continuare lei il cammino poiché voleva passare tutto il tempo con il suo Gesù, aggiungendo: «Perché devo andare a scuola se tra poco me ne vado in Cielo?». Noi invece quante visite facciamo a “Gesù nascosto” nell’arco di una giornata? Quanto tempo perdiamo dietro a cose inutili per la salvezza dell’anima (cinema, parchi divertimenti, discorsi interminabili nei bar ecc.)?
L’esempio di Francesco ci richiama ad un esame di coscienza e alla consapevolezza che il tempo è preziosissimo. Usiamolo santamente, perché uno dei tanti rimorsi che hanno le anime del Purgatorio è proprio questo: il non aver usato il tempo a loro dato per evitare il peccato e crescere nella grazia. Fatima è davvero una scuola di vita che, per misericordia della Madonna, ci è stata donata in un momento di grande tribolazione. Sfruttiamo questi santi insegnamenti e facciamo tutti la volontà di Dio: farsi santi!