
È molto frequente vedere tra le tantissime immagini di padre Pio che circolano nel mondo, quelle che ritraggono lo stimmatizzato in atto di impartire la benedizione con la sua mano piagata. Benedizioni che egli dispensava senza numero e senza sosta, a persone e oggetti, vicini e lontani, da mattina a sera, durante il giorno o durante la notte: basterebbe pensare anche solo alle centinaia di benedizioni date ai penitenti che, numerosissimi, si inginocchiavano al suo confessionale ogni giorno, nell’arco di più di cinquant’anni di vita sacerdotale.
La benedizione di san Pio, che, ricordiamolo, era non solo di un “sacerdote” ma di un “sacerdote stigmatizzato”, otteneva benefici tanti e tali che i suoi figli spirituali ne erano avidi e venivano da tutto il mondo, a costo di ogni sacrificio, per riceverla. Oltre alla benedizione finale della Santa Messa, il Santo benediceva folti gruppi di persone che si radunavano ogni giorno sotto la sua finestra, o nella chiesetta della Madonna delle Grazie durante la Benedizione eucaristica, o che si accalcavano lungo i corridoi quando il padre si spostava dal convento alla sacrestia e viceversa. Benediceva anche tanti oggetti sacri, come Rosari e medagline, e oggetti di uso ordinario come auto .
Ma che cosa è una benedizione? Soprattutto: che valore ha una benedizione sacerdotale? La benedizione è un sacramentale che conferisce la grazia a seconda delle disposizioni di chi la dona e di chi la riceve. Ogni benedizione è lode di Dio e preghiera per ottenere i suoi doni. In Cristo, i cristiani sono benedetti da Dio Padre, dice san Paolo, «con ogni benedizione spirituale» (Ef 1,3). Per questo la Chiesa impartisce la benedizione invocando il nome di Gesù, e facendo normalmente il santo segno della croce. La Sacra Scrittura parla del mistero della benedizione divina dalla prima all’ultima pagina.
La benedizione di Dio si muove in due sensi: respinge il potere della morte e delle tenebre, che è entrato nel mondo per mezzo del peccato, e dona di nuovo all’uomo quella vita che lo unisce con l’origine di ogni vita, con la Santissima Trinità. Gesù Cristo reca all’umanità la pienezza della benedizione divina che essa ha respinto e perduto con il peccato, la Vita eterna: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza»
(Gv 10,10), potrebbe anche tradursi: “Sono venuto perché abbiano la benedizione e l’abbiano in abbondanza”. Nel Vangelo leggiamo che Gesù benedice i bambini, benedice il pane prima di moltiplicarlo, benedice il pane e il vino prima di consacrarli e benedice gli Apostoli prima di ascendere al Cielo. I sacerdoti con il sacramento dell’Ordine ricevono il potere di dispensare agli uomini, in nome di Gesù Cristo, la «pienezza della benedizione di Cristo» (Rm 15,29). È Cristo stesso che opera e benedice attraverso il sacerdote.
Questo lo conferma Gesù stesso in una rivelazione a Teresa Neumann, mistica tedesca: «Quando il sacerdote benedice, io benedico [...]. Tramite il potere di benedire, ho dato al sacerdote il potere di aprire il tesoro del Mio Cuore e di riversare una pioggia di grazie sulle anime. [...] La mia santa benedizione contiene tutto l’aiuto che è necessario all’umanità. Per mezzo di essa ti è data la forza e il desiderio di cercare il bene, di sfuggire il male, di godere della protezione che dono ai miei figli contro i poteri delle tenebre».
Sulla potenza della benedizione sacerdotale, e in particolare quella di padre Pio, contro i poteri delle tenebre, è molto significativo quanto accadde a padre Aurelio Di Iorio, cappuccino. Lui stesso lo racconta in una testimonianza registrata il
4 luglio 1974 e riportata dal padre Marcellino IasenzaNiro. Padre Aurelio, a quel tempo giovane seminarista, racconta: «“Una volta sfidai P. Pio per la benedizione”. E chiarisce: “Dopo le preghiere della sera (fatte in coro insieme alla fraternità), chiedevamo [ndr. i giovani seminaristi] la benedizione a p. Pio dicendo: ‘Benedicite’”. Continua p. Aurelio: “Io ero maggiore e una sera decisi di non chiedere la benedizione, mentre gli altri mi invitavano a farlo prima di andare a letto. P. Pio sentendo questo bisbigliare, disse: ‘Chi è che parla?’. Risposi:
‘I compagni mi dicono di chiedere la benedizione. Ma p. spirituale, quante benedizioni dobbiamo avere!? Una l’abbiamo presa in coro alla recita del rosario prima di andare a cena. Ora siamo in cappella per le preghiere della sera ed ancora benedizione!’. P. Pio mi disse: ‘Antoniu’, stai accorto: le benedizioni non fanno mai male’. Andammo a letto. Dopo un po’ che mi ero ritirato in camera, venne p. Pio e disse: ‘Antoniu’, t’aggia chiudere?’ [ndr devo mettere il ferretto alla porta]. Io tutto assonnato non risposi. Ma dopo un po’ è tornato di nuovo, per vedere come stavo. Lo rassicurai che tutto andava bene, ma dissi tra me: ‘Qua qualcosa deve succedere!’. P. Pio si allontanò, tirandosi la porta. A mezzanotte sentii suonare l’orologio del corridoio. Ho avvertito una strana sensazione di disagio e mi sono levato sul letto e vidi la porta che si apriva. Alla luce, che proveniva dal corridoio illuminato dalla lampada a petrolio, ho scorto la sagoma oscura di uno che entrò a piedi scalzi. Portò dentro tanto calore ed una puzza, tanto che morivo soffocato. Dopo una decina di minuti, che a me sembrarono un’eternità, durante i quali io non potei fare un segno di croce, né mormorare una preghiera, quell’essere fatto di ombra raschiò con le unghie su un ripiano, dove avevo un altarino con la Madonna di Pompei, poi prese il quadretto e lo scaraventò nel vano della finestra, frantumandolo del tutto. Si è trattenuto ancora qualche minuto e se n’è andato. Temendo di incontrare quell’animale nel corridoio, non avevo il coraggio di uscire; così rimasi terrorizzato sotto le lenzuola in un bagno di sudore fino al mattino. Quando ho sentito lo svegliatore, che passava agitando la battola, così com’ero, [...] sono corso nella stanza di P. Pio e mi sono gettato nelle sue braccia raccontando tutto. Il padre spirituale, dopo avermi rassicurato, mi ha riaccompagnato a letto e nel lasciarmi mi ha raccomandato: ‘Non dire niente a nessuno’. Verso le dieci P. Pio è venuto nella mia camera, dicendomi: ‘Piccirill’, tu t’adda alza’’ (Piccolo, tu ti devi alzare)!’. Ha aspettato che mi vestissi e lavassi e mi ha accompagnato a fare colazione a refettorio. Poi mi ha detto: ‘Tu ringrazia il Signore che non l’hai visto, il demonio!’”». La benedizione di padre Pio lo aveva protetto e chissà quante volte lui e gli altri seminaristi erano stati preservati da questo genere di incontri e da altri pericoli grazie a quella mano piagata benedicente che si alzava su di loro ogni sera.
In questi tempi in cui si sono perduti tutti i valori spirituali e il principe delle tenebre “va in giro cercando chi divorare”, e spesso i sacerdoti stessi non si rendono più conto della dignità e del potere di cui sono investiti con la consacrazione, sforziamoci di conoscere e di sperimentare il potere salvifico contenuto nella benedizione del sacerdote, senza dimenticare che attraverso di lui è Gesù che benedice, comunicandoci grazia, forza, luce, protezione, misericordia. Impegniamoci a chiedere più spesso la benedizione al sacerdote, a ricercarla come un “privilegio” e a riceverla con fede, attenzione e devozione. Chiediamo soprattutto a san Pio che continui a benedire dal Cielo tutti noi suoi figli! di Suor M. Eucaristica Pia Lopez