SPIRITUALITÀ
Le missioni straordinarie della beata Edvige Carboni
dal Numero 02 del 13 gennaio 2025
di Suor Ostia del Cuore Immacolato
Anima mistica chiamata alla preghiera e all’immolazione per riparare le nefandezze del comunismo, la beata Edvige Carboni fu portata varie volte in bilocazione dalla Madonna sul fronte della seconda Guerra mondiale. Ma non solo...
Vogliamo parlare della beata Edvige Carboni perché non è una santa abbastanza conosciuta come dovrebbe essere. Per capire la sua missione apostolica si pensi a quando, un giorno, ancora giovane, nel ricevere la Santa Comunione si sentì dire da Gesù: «Ti chiami Edvige, devi essere la mia effigie della Passione». Edvige, anima ricca di doni straordinari, è riuscita a celare tali doni grazie al suo atteggiamento estremamente umile e semplice. La sua vita, infatti, si è svolta apparentemente nell’ordinario, tra i lavori di casa e la povertà della guerra. Il suo interiore, invece, è stato straordinario, in un’unione altissima con il soprannaturale fin dai primi anni della sua esistenza. Il Signore, non a caso, sceglie sempre anime di questo tipo per trasformale in veri strumenti della sua misericordia. La missione da lei svolta si inserisce particolarmente nella storia dei nostri giorni e potremmo ricordala soprattutto come uno strumento di misericordia per demolire i frutti nefasti del comunismo, nel suo boom di aggressione durante il secolo scorso. Ecco che i mali derivati da questa ideologia atea, purtroppo, continuano anche se in altra forma, ma, ed è evidente, ormai non ce ne accorgiamo quasi più, visto il permeare ideologico nelle menti e nella società stessa di questa terribile dottrina. Perciò, invocare e pregare questa Santa stimmatizzata potrebbe essere un ottimo mezzo per combattere il velenoso effetto del comunismo e dei suoi derivati nelle anime e nella perdita della fede ormai mondiale. Se giustamente il popolo sardo sente quest’anima santa come “propria” ci sembra poter indicare questa figura come un “patrimonio storico”, in particolare per tutta l’Italia, guardando in special modo agli anni problematici del secondo conflitto mondiale e del difficile dopoguerra. In quel periodo tanto delicato la beata Edvige si trovava a Roma, nel centro nella cattolicità, in preghiera ed immolazione silenziosa e continua, come un parafulmine che salvava le anime dalla perdizione eterna. Ma da Roma, attraverso il dono della bilocazione, la missione di questa mistica toccava l’Ungheria, la Russia, la Cina e tutto l’Oriente piegato sotto il giogo del comunismo e del marxismo. Hitler, Stalin, Mussolini, Tito, Togliatti e molti altri, sono stati nel mirino quotidiano della preghiera della Beata, con fatti incredibili e soprannaturali. Durante la guerra, apprendiamo dal suo Diario come la Madonna la portava in bilocazione al fronte, dove si combatteva in prima linea: «La Madonna mi portò al fronte – scrive Edvige – ove vidi tanti soldati feriti; tremavo nel vedere tanti feriti grondanti sangue. La Vergine mi disse: prega, prega, prega e fa pregare il tuo confessore affinché mio Figlio faccia cessare codesto terribile flagello». Oltre ad essere portata spesso al fronte durante le battaglie della seconda Guerra mondiale, la Carboni, come avvenne a san Pio da Pietrelcina, si recò due volte dal cardinal Joseph Mindszenty, primate di Ungheria, sempre in bilocazione. Nel 1951 Edvige fu trasportata nelle carceri dove era imprigionato Mindszenty per conversare con lui e per incoraggiarlo. Nel primo “viaggio” la Beata descrive l’illustre prigioniero come «la vera immagine dell’innocente perseguitato, il grande martire della Chiesa». La Beata ne descrive perfino la finestra della celletta e l’aspetto sciupato, pallido e sofferente del primate. La seconda volta Edvige raccontò così alla sorella Paolina: «Siamo entrate nel carcere che era un vero labirinto; siamo passate in mezzo a file di soldati armati, che non osavano parlarci né farci del male. Siamo giunte alla solita cella e la finestrella, questa volta, aveva una tendina. Il cardinale era in maniche di camicia, ma molto sciupato, con tante rughe sul viso celestiale. Era seduto sul letto e si sentiva male. E Gesù gli disse mentre entravamo: “Sono tornate a trovarti perché ti vogliono molto bene e pregano perché tu possa regnare con me nella gloria del cielo”. Il cardinale sorrideva alle parole di vita eterna e porgeva a noi le sue mani, che noi riscaldavamo tra le nostre... Poi siamo tornate alla nostra casa, così piene della sua figura dignitosa che, se venisse liberato e condotto a Roma, noi lo riconosceremmo come lui riconoscerebbe noi». L’ultimo confessore di Edvige, il padre Ignazio C.P., testimonia che la Beata «portò sollievi anche materiali» al cardinal Mindszenty al fine di allievargli la fame, tanto era rimasta colpita dalle condizioni disumane in cui si trovava nel carcere. Ed anche qui, i racconti di Edvige nei suoi “viaggi” a Budapest dal primate ungherese, riportano dei particolari descrittivi che naturalmente era impossibile avere, proprio per la “cortina di ferro” che celava ogni accesso informativo. Solo successivamente si è potuta verificare la precisione riferita dalla Beata. Ma le bilocazioni straordinarie della beata Edvige non finiscono qui... /continua
Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits