Per molti santi il nome di Gesù era dolce come il miele, fonte di pace, fiamma ardente d’amore, arma potente contro il male. Ce lo spiega san Leonardo da Porto Maurizio.
Il grande san Leonardo da Porto Maurizio
(† 1751), predicatore francescano, scriveva le sue prediche, soprattutto quelle quaresimali, e da una di queste traiamo una preziosa catechesi sul nome di Gesù.
Il santo predicatore di missioni al popolo in tutta Italia, in seguito ad un voto fatto alla Madonna, si propose di stimolare la pratica delle virtù e la lotta al vizio per mezzo del santo nome di Gesù.
«La cosa che bramo da voi è una tenerissima devozione verso il Santissimo e soavissimo Nome di Gesù. Questo è quel gran Nome, conforme udiste, sopra ogni nome, in cui nos oportet salvos fieri, e senza di cui non vi è salute». Comincia subito così san Leonardo, alla pari con il suo illustre confratello e predicatore francescano san Bernardino da Siena († 1444), vissuto trecento anni prima, ma certamente il primo predicatore popolare ad aver diffuso anche visivamente la devozione al santo nome di Gesù. In nessun altro vi è salvezza, come è spiegato anche negli Atti degli Apostoli 14,12: «Non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati». Un monito costante agli uomini di ogni tempo.
Continua però la sua predica san Leonardo: «Oh Nome Sacratissimo, Nome di pace, Balsamo di vita, che fu il centro di tutti i sospiri dei più ferventi amanti di Gesù. Il segno di chi ama veramente Gesù è di portar Gesù impresso nel cuore e nominare spesso e con devozioni il Santissimo Nome di Gesù. S. Paolo Apostolo l’aveva sì impresso nell’anima, che a tutte le ore l’aveva ancora sulla lingua e sulla penna, e ben cinquecento volte nomina nelle sue Epistole il Santissimo Nome di Gesù». San Leonardo fa delle applicazioni pratiche al monito della Scrittura. Il nome di Gesù fu concretamente invocato dai santi. E non solo fu nominato, ma fu impresso nel loro cuore, come lo fu in quello di san Paolo apostolo, il quale nelle sue lettere cita il nome di Gesù per più di cinquecento volte. Il grande predicatore è stato anche un assiduo lettore delle lettere paoline e dall’Apostolo delle Genti assorbì tutto l’amore per il nome di Gesù.
«Oh che bel linguaggio! Ignazio Martire lo portava impresso a lettere d’oro in mezzo del cuore. Oh che bel ricamo! Il B. Enrico Susone se l’improntò nel petto con un temperino a caratteri di sangue. Oh che bell’intaglio! Il mio Bernardino da Siena fu il primo, che l’esponesse in cifra a pubblica venerazione e col Santissimo Nome di Gesù in mano ammollì i cuori più duri, convertì i peccatori più ostinati, e riformò quasi che l’Italia tutta, e dappertutto voleva veder scolpita quella cifra amorosa del Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle case, a capo del letto, sul frontespizio delle Chiese, dappertutto voleva veder scolpito e dipinto il Santissimo Nome di Gesù». San Leonardo, nel suo discorso, riporta le pratiche di altri santi riguardo al nome di Gesù: sant’Ignazio d’Antiochia
(† 107ca. d.C. ) lo portava impresso a lettere d’oro sul cuore (metaforicamente o realmente non è dato saperlo), il beato Enrico Susone († 1366) lo aveva inciso sul petto con un temperino – questo è certo più attendibile vista la mistica dell’espiazione e della corredenzione presente nella sua epoca. Anche se a noi sembra esagerata ed insana, essa riveste un suo profondo significato antropologico e soprannaturale –, san Bernardino, che egli considera il suo maestro, fu il primo che propose il nome di Gesù alla pubblica venerazione, cosa che non sarebbe male ripetere anche oggi, coscienti dei mali che ci attanagliano, peggiori del tempo di san Bernardino che scacciava pestilenze e guerre – molto convenzionali e poco tecnologiche –, grazie all’esposizione e invocazione pubblica del nome di Gesù.
«Questo per appunto è quel che bramo da voi, miei dilettissimi ascoltanti, che tutti facciate scolpire o dipingere sulle porte delle vostre case il Nome Santissimo di Gesù. Ed ecco che ve ne mostro il modello... Deh non mi negate questa grazia, che tutta ridonderà in vostro bene. Predicando il nostro glorioso S. Bernardino nella città di Ferrara assalita da una fiera pestilenza, esortò tutti alla devozione e venerazione del Santissimo Nome di Gesù, e tutti quei cittadini si accesero talmente di sì bella Devozione che posero il Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle loro case, e con ciò restarono liberi dal mal contagioso. L’istessa grazia ottennero quei di Padova, che a persuasione del Santo abbracciarono sì santa Devozione; e in Camaiore, terra della Repubblica di Lucca, promise il Santo, che se avessero scolpito, e dipinto il Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle loro case mai sarebbero stati assaliti dalla peste e, conforme promise, così è successo, benché in vari tempi tutti i luoghi circonvicini siano stati desolati da simil flagello». Le pratiche dei santi, san Leonardo le richiede esplicitamente anche ai suoi ascoltatori. Vorrebbe che tutti apponessero sulle proprie case le lettere del santissimo nome di Gesù. Ferrara, Padova, Camaiore, a suo tempo, ebbero la liberazione dalla peste grazie alla semplice effige pubblica del nome di Gesù.
«Che dite, dilettissimi? avrete voi ripugnanza a questo poco d’incomodo? Ma ponderate di grazia il gran bene che ne proverrà a tutte le vostre case, siate pur certi , che in quelle case, sulle porte delle quali si vedrà dipinto o scolpito il Santissimo Nome di Gesù, non vi sarà più che temere, né di streghe, né di malìe, né d’infortuni di sorte veruna. Oh da quanti fulmini, da quanti disastri andranno libere le vostre case! Cento dunque, cento, e mille volte benedette quelle case, che porteranno in fronte il Santissimo Nome di Gesù, e guai a quelle case, dove non si vedrà Gesù! sarà un nido del demoni, e sarà soggetta a mille disgrazie. Via su fate a gara a chi lo fa dipinger più bello, né vi perdete tempo, sin da domani spiegate una sì bella Livrea del Santissimo Nome di Gesù. Oh che luogo benedetto sarà questo; veder tutte le case abbellite e santificate da questo Santissimo e Soavissimo Nome! E perché mi pare di vedervi tutti disposti, tutti infiammati di amore e devozione verso il Santissimo Nome di Gesù, prendo animo a concluder la Predica con quel bel sentimento dell’Apostolo. Omne quodcumque facitis in verbo, aut in opere, omnia in nomine Domini Nostri Jesu Christi facite. Sì sì tutto quello, che fate, tutto fatelo ad onore e gloria di Gesù, e nel Nome Santissimo di Gesù». Più concretamente ancora, anche senza le pestilenze il nome di Gesù può essere invocato per scacciare molti altri mali e disgrazie (streghe, maledizioni, fulmini, infortuni e altra malasorte), ogni giorno esso dovrebbe essere invocato a protezione delle case dei cristiani che invece senza di esso diventano facilmente covo di demoni, parola di santo predicatore!
«Se uscite di casa... se camminate per le vie, camminate con Gesù vostro compagno; se entrate in Chiesa, entrate con Gesù vostro Avvocato. Gesù sia con voi nei vostri lavori, Gesù sia tra voi nei vostri discorsi, Gesù sia per voi nei vostri riposi. Mai spunti il Sole, che non vi trovi con Gesù, né mai il sol tramonti, che non vi lasci con Gesù. Il Nome di Gesù sia il primo, che sul mattino vi apra la bocca, e il Nome di Gesù sia l’ultimo che su la sera ve la sigilli; acciocché Gesù sia quello, che raccolga l’anima vostra tra le sue braccia, quando darete l’ultimo respiro, morendo con Gesù sugli occhi, con Gesù in bocca, con Gesù nel cuore». Ottima fine, per un’ottima vita con Gesù!