SANTO NATALE
Un santo 2025? “Vademecum” spirituale per non perdere la rotta
dal Numero 01 del 5 gennaio 2025
di Padre Cipriano de Ambrosiis

Dice un detto: “Chi ben comincia è a metà dell’opera”. Se vogliamo che il 2025 sia un anno pieno di grazia e tutto volto alle cose di lassù, dobbiamo mettere da parte ciò che è mondano e iniziarlo con spirito di ringraziamento e gratitudine.

3... 2... 1... 2025! Tutto il mondo festeggia così l’inizio di ogni nuovo anno. Tra poco inizieremo il conto alla rovescia per lasciarci alle spalle l’anno passato e iniziare così il 2025. Forse, sollecitati da tanti impegni e dagli ultimi preparativi per il “Capodanno”, siamo stati superficiali e non stiamo dando la giusta importanza a questi ultimi giorni in chiusura dell’anno. È doveroso allora fermarsi, raccogliersi in preghiera e sospendere per un po’ tutte le nostre attività: pensare dunque alla nostra anima e a come abbiamo vissuto i 365 giorni appena passati. Quanto tempo abbiamo perso? Quanti propositi dell’anno passato che non abbiamo portato a termine? Tutto ciò non ci deve scoraggiare, ma spronarci ad iniziare santamente questo 2025. «Noi per divina grazia siamo all’alba di un nuovo anno; quest’anno, di cui solo Dio sa se vedremo la fine, deve essere tutto impiegato a riparare per il passato, a proporre per l’avvenire; e a pari passo coi buoni propositi vadano le sante operazioni... Bisogna sempre tenere salde queste due virtù, la dolcezza col prossimo e la santa umiltà con Dio». Queste parole di san Pio possono essere ispiratrici anche per noi, all’inizio di questo 2025. Interroghiamoci innanzitutto se saremo vivi alla fine di quest’anno, perché ogni giorno di vita – lo sappiamo bene – è grazia di Dio e non è affatto scontato. San Pio ci esorta inoltre a fare dei buoni propositi e poi a metterli in pratica, non lasciarli “lettera morta”, ma impegnarsi per attuarli. Ma dove trovare spiritualmente le energie per vivere santamente il 2025? La maggior parte delle persone, purtroppo, non dà la giusta importanza agli ultimi giorni dell’anno, impegnata com’è a trascorrerli tra divertimenti mondani e perdite di tempo. Invece, proprio questi giorni sono fondamentali per la nostra vita spirituale e da come li trascorriamo, se con gli occhi rivolti al Cielo o alla terra, può dipendere tutto l’andamento dell’anno che verrà. San Pio, come anche tanti altri santi, era solito dire ai suoi figli spirituali che gli anni non devono passare senza che ci si domandi come li si è impiegati. Il nostro fine, infatti, è la santità e a questo deve tendere tutto nella nostra vita: ogni anno che passa non può terminare senza un miglioramento, un accrescimento nella virtù rispetto all’anno precedente. Ma è davvero così? Vediamo insieme allora un breve vademecum spirituale per non “perdere la rotta” in questi ultimi giorni dell’anno, e per trascorrerli santamente e fare così il “pieno” di energia spirituale per l’anno che verrà. Come prima cosa, sottolineiamo l’importanza di partecipare alla Messa vespertina del 31 dicembre. Tanti potrebbero dire: “Posso andare a Messa anche il 1° gennaio, così il 31 posso fare tardi e divertirmi... ”. Questo non è un ragionamento cattolico. Partecipiamo, invece, alla Messa del 31 per ringraziare Dio di tutte le grazie dell’anno che sono state certamente numerose (anche se magari noi neanche ce ne siamo accorti), e per domandare perdono per tutte le nostre incorrispondenze. Inoltre, alla Messa vespertina reciteremo il Te Deum di ringraziamento per l’anno appena trascorso, inno di origine molto antica che ci unisce a tutta la Chiesa che in terra e in Cielo ringrazia Dio per i benefici ricevuti. La liturgia del 31 dicembre è inoltre arricchita dai primi Vespri in onore della solennità di Maria Santissima Madre di Dio: è significativo che alla fine dell’anno preghiamo l’Immacolata affinché Ella, che tutto può presso il trono di Dio, interceda per le nostre anime e per quelle dei nostri cari. Infine, in molte parrocchie è possibile partecipare all’Adorazione eucaristica anche per riparare a tutte le offese commesse negli scorsi 365 giorni, ma soprattutto a tutto ciò che l’offenderà la notte stessa di Capodanno. In tutto il mondo le tradizioni per festeggiare il Capodanno sono molteplici, ma la maggior parte di queste è di origine pagana (da quella delle lenticchie considerate di “buon auspicio” per l’anno venturo, ai fuochi d’artificio che illuminano le città alla famosa “veglia” di Capodanno). La notte del 31 dicembre diventa in molti casi, purtroppo, un pretesto per abusare di alcol e cadere nei vizi più efferati (tanti sono i casi di persone infortunate a causa di incidenti dolosi e non); perciò come dovrebbe rispondere un cattolico a tutto ciò? Ricordandosi, innanzitutto, che il tempo che ci è stato dato è dono e grazia di Dio e da Lui proviene, e che un giorno dovremo rendergli conto di come lo abbiamo utilizzato. San Pio scriveva così: «Eppure di ogni minuto dovremo rendere strettissimo conto, di ogni movimento della grazia, di ogni santa ispirazione, di ogni occasione che ci si presentava di fare il bene». Non perdiamo la bussola, perciò, in questi ultimi giorni dell’anno, ma trascorriamoli santamente nella preghiera, in letizia e con gli occhi puntati verso il nostro traguardo: la santità. Iniziamo dunque oggi a fare il bene.

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