C’è un legame profondo tra il presepe e l’altare, tra il Verbo fatto carne e Dio fattosi Pane di Vita eterna. L’annuncio dell’angelo ai pastori è l’inizio della restaurazione divina che comincia a Betlemme e termina con l’Eucaristia, con la quale Cristo ci dona l’immortalità.
A Betlemme il Creatore e Signore di tutte le cose è povero, spoglio di ogni cosa; ché la stalla non è sua, gli si fa l’elemosina; con sua Madre vive delle offerte dei pastori e dei doni fatti dai Magi: a suo tempo nell’Eucaristia domanderà all’uomo un ricovero, la materia del Sacramento, un altare, le vesti sacerdotali. Ecco in qual modo Betlemme annunzia l’Eucaristia. Là troviamo pure l’inaugurazione del culto eucaristico, nel suo atto principale che è l’adorazione. Maria e dopo di lei san Giuseppe sono i primi adoratori. Essi credono fermamente; la fede è la loro virtù : Beata es, Maria, quæ credidisti. È l’adorazione di virtù. All’adorazione di Maria e di Giuseppe vengono a unirsi i pastori ed i Magi. Maria si dà tutta al servizio del suo divin Figlio, con premurosa sollecitudine prevenendo i suoi minimi desideri per appagarli. I pastori presentano le offerte proprie della loro condizione, semplici e rustiche, i Magi porgono i magnifici loro doni. È l’adorazione di omaggio. All’Eucaristia converranno altresì tutte le classi sociali; essa sarà il centro della famiglia cattolica. Le si renderà un doppio culto di adorazione: adorazione interna di fede e d’amore, adorazione esterna con la magnificenza dei doni, delle chiese, dei troni su cui si mostrerà Iddio fatto Sacramento. La nascita di Nostro Signore mi suggerisce un altro pensiero. L’angelo annunzia il Salvatore ai pastori con queste parole: Vi annunzio un gaudio grande che sarà per tutto il popolo, perché oggi vi è nato il Saldatore, che è il Cristo Signore, nella città di David. E questo annunzio significa che comincia un’era nuova, che la caduta di Adamo sarà riparata da un’opera di restaurazione divina. Vi sono due Adami, padri ciascuno di un gran popolo. Il primo Adamo, terrestre, padre del mondo degenerato, de terra terrenus; ed il secondo Adamo, padre del mondo rigenerato, de cælo cælestis. Ora, il secondo viene a ristabilire tutto quello che il primo ha distrutto. Ebbene questa restaurazione ha il suo compimento quaggiù nell’Eucaristia. Il forte della tentazione diabolica, come il più grave nella colpa di Adamo ed Eva stava nelle parole: Sarete come dei e nell’orgoglio che ne concepirono i nostri progenitori. Diventerete come dei? Ohimè, diventarono simili alle bestie! Or bene, Gesù viene a ripeterci la medesima promessa per compierla: satana sarà preso nella propria rete. E noi diventeremo simili a Dio, mangiando la Carne e bevendo il Sangue di Gesù. Sì, saremo simili a Dio. Si cambia di stato coll’unirsi ad una persona di condizione superiore, e così una figlia del popolo diventa regina allorché è sposata da un re. Ora Nostro Signore col darsi a noi ci associa alla sua divinità: noi diveniamo sua carne e suo sangue; riceviamo la celeste e divina regalità del Creatore. Come la natura umana fu divinizzata in virtù dell’unione ipostatica, così la Comunione ci solleva all’unione con Dio, ci rende consorti della natura divina. Gli alimenti, inferiori a noi, si trasformano in nostra sostanza; ma noi siamo trasformati in Gesù Cristo che ci assorbe: noi diveniamo membra di Dio, e in Cielo saremo tanto più gloriosi, quanto più saremo stati trasmutati in Gesù Cristo, per la frequente partecipazione al suo Corpo adorabile. Voi non morrete. Questa parola sarà vera nella bocca di Gesù, che ci assicura essere la Comunione pegno d’immortalità, dicendo: Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Ci promette la vita eterna, non la perpetua durata della vita presente, che è soltanto una preparazione alla vera vita. Infine, voi saprete ogni cosa. Del male, si?, purtroppo. Del bene, certo che no. La scienza del bene l’acquisteremo nella Comunione. Udite quel che dice Nostro Signore agli Apostoli dopo aver loro data la Comunione: Non vi chiamerò già più servi, perché il servo non sa quel che faccia il suo padrone. Ma io vi ho chiamati amici, perché tutto quello che intesi dal Padre mio, l’ho rivelato a voi. Nell’Eucaristia la scienza ci è insegnata da Dio stesso, nostro immediato e personale maestro: Saranno tutti ammaestrati da Dio. Non ci manda più i profeti; egli stesso e? il nostro dottore. Sapremo tutto, perché egli e? la Scienza divina, increata, infinita. Ecco in qual modo l’Eucaristia compie la restaurazione cominciata nella grotta di Betlemme. Rallegratevi dunque in questo bel giorno in cui spunta sull’orizzonte il divin sole dell’Eucaristia. La vostra riconoscenza non disgiunga mai il Presepio dall’Altare, il Verbo fatto carne dall’Uomo-Dio fatto pane di vita eterna nel SS. Sacramento.