SANTO NATALE
Il Natale e l’Eucaristia Il piccolo Agnello nato a Betlemme
dal Numero 47 del 15 dicembre 2024
di san Pier Giuliano Eymard /1 Tratto da: La Santissima Eucaristia, la presenza reale
Gesù è nato, si è fatto uomo su questa povera terra ed ha voluto rimanere in mezzo a noi attraverso l’Eucaristia. Come afferma san Pier Giuliano Eymard, nel Santissimo Sacramento ritroviamo quel Gesù Bambino nato nella grotta di Betlemme la notte del Santo Natale.
Che cara festa, quella della nascita del Salvatore! Ne salutiamo sempre con gioia il ritorno, la riviviamo nel nostro amore, continuata nell’Eucaristia. Tra Betlemme e il Cenacolo sono intime relazioni che si completano a vicenda. L’Eucaristia fu seminata a Betlemme. Infatti l’Eucaristia è il frumento degli eletti, il pane vivo: ora il frumento si semina, poi bisogna che dal seno della terra germogli, maturi fino a che, mietuto, si macina per farne il pane che ci sostenta. Nascendo oggi sulla paglia nella stalla, il Verbo prepara la sua Eucaristia, che tiene presente in tutti i suoi misteri come loro complemento. Egli viene ad unirsi all’uomo: durante la sua dimora sulla terra, stringe con lui unione di grazia, di esempi, di meriti; ma soltanto nell’Eucaristia farà l’unione più perfetta di cui l’uomo sia capace su questa terra. Non perdiamo di vista questo pensiero divino, questo scopo che Nostro Signore si è prefisso, se vogliamo comprenderne l’adorabile disegno: unione di grazia in virtù dei misteri della sua Vita e della sua Morte; unione di persona per mezzo dell’Eucaristia: preparazione, l’una e l’altra, del compimento dell’unità nella gloria [...]. Questo frumento celeste è dunque come seminato a Betlemme, casa del pane. Vedetelo sulla paglia: la paglia calpestata, infranta, è la povera umanità; di per se stessa è sterile, ma Gesù in sé la rialzerà, le restituirà la vita, la renderà feconda [...]. Le relazioni della nascita del Salvatore a Betlemme con l’Eucaristia Sacramento si ritrovano con l’Eucaristia Sacrificio. È davvero un agnellino quegli che nasce a Betlemme: come un agnello Gesù nasce in una stalla e com’esso non conosce che sua Madre. Col suo primo grido già si offre al sacrificio: Non hai voluto ostie né oblazioni, ma a me hai formato un corpo: eccomi. Questo corpo è la condizione per essere immolato, e Gesù l’offre al Padre. Crescerà questo piccolo Agnello presso la Madre, a cui fra quaranta giorni sarà svelato il mistero della immolazione. Essa lo nutrirà del suo latte verginale: lo custodirà pel giorno del sacrificio. Il carattere di vittima sarà talmente impresso su di Lui che il Precursore, vedendolo quando starà per cominciare il suo ministero, non saprà altrimenti designarlo che sotto il nome di Agnello di Dio: Ecco l’agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo. Il sacrificio cominciato a Betlemme ha il suo ultimo compimento sull’altare nella santa Messa. Com’è commovente in tutto il mondo cristiano la Messa di mezzanotte! Se ne saluta con gioia il ritorno, molto tempo prima! E come mai la festa di Natale ha per noi un sì dolce incanto, e mette sì vivo ardore nei nostri cuori, tanto entusiasmo nei nostri cantici, se non perché Gesù rinasce realmente sull’altare sebbene in stato differente? I nostri canti, tutti i nostri omaggi non vanno dritto alla sua Persona? [...]. Inoltre vedete come l’Eucaristia incomincia a Betlemme: ivi è già l’Emanuele (Dio con noi) che viene ad abitare in mezzo al suo popolo; comincia oggi ad abitare tra di noi, e l’Eucaristia perpetuerà la sua presenza. Là appare il Verbo fatto carne; nel Sacramento si fa pane per darci la sua carne senza che vi proviamo ripugnanza. /continua
Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits