Come trascorrevano il Natale i frati delle Città dell’Immacolata? Tra tipiche tradizioni polacche e gare di canti organizzate da san Massimiliano Kolbe, la Madonna non mancava di far sentire la sua presenza in questo giorno speciale con conversioni inaspettate e altri miracoli straordinari.
La Niepokalanów polacca, avvolta da un manto di neve quasi cristallino, veglia trepidante di serafica letizia in attesa della nascita del Redentore. Le stelle iniziano a brillare nel cielo, tutto viene invaso dalla nostalgia ormai incontenibile per la venuta del Re dei re, la carità di Cristo rapisce ogni cuore e la luce giunge ad illuminare le anime e le baracche degli abitanti della Città dell’Immacolata. La Madre di Dio, unico ideale di quei frati che hanno lasciato tutto per donarsi totalmente a Lei e alla sua causa, prepara ciascuno di loro con la sua azione materna ad accogliere proficuamente il divin Pargoletto perché nessuna grazia vada perduta.
San Massimiliano voleva che il Natale, come ogni altra grande festa, a Niepokalanów fosse celebrato con grande solennità e che i frati vi arrivassero preparati da ritiri, novene o tridui. Tipica espressione del gaudio che aleggiava nell’aria in quei giorni erano le “accademie”, un programma di rappresentazioni fatte di canti e poesie: «Hanno fatto, come al solito, gli esercizi spirituali in preparazione alla festa dell’Immacolata Concezione; hanno organizzato pure una modesta, ma simpatica accademia con il canto del gruppo corale di p. Floriano e con il complesso musicale. Allo stesso modo hanno trascorso la vigilia e la festa [di Natale]».
A Niepokalanów erano poi presenti tutte le tipiche tradizioni natalizie polacche, come quella dello spezzare l’op?atek – un sottile pane bianco rappresentante una scena natalizia, simbolo di unione, di perdono, di amicizia e di amore – durante la cena della vigilia di Natale scambiandosi gli auguri. È, questa, una tradizione nazionale così forte che si conserva tuttora anche tra i polacchi lontani dalla patria e l’op?atek è addirittura inviato in busta con gli auguri natalizi a parenti e amici distanti. È quanto faceva la comunità di Mugenzai no sono dal Giappone per augurare il Santo Natale ai confratelli della Niepokalanów polacca: «Mugenzai no Sono, vigilia di Natale 1932. Cari Padri, Fratelli e Seminaristi, siamo già alla vigilia del santo Natale – e per di più è sabato – mentre mi accingo a stendere queste parole.
Bisognerebbe spezzare l’op?atek anche con voi tutti e con ciascuno personalmente, ma la distanza non lo permette; spediamo, quindi, una parte dell’op?atek e il resto ce lo dividiamo tra di noi. Sono le 16.45. I fratelli stanno preparando l’albero di Natale, mettono tutto in ordine, preparano i doni per i bambini pagani che dovranno raccogliersi qui domani alle cinque del pomeriggio per un trattenimento in occasione del Natale.
L’Immacolata penetri sempre più profondamente nei loro poveri cuoricini. Chiediamo una preghiera secondo tale intenzione».
Si sa che usanza tipica del Natale è anche quella di scambiarsi i regali. A Mugenzai no sono, perciò, l’Immacolata non faceva mancare i suoi regali più belli che allietavano i cuori riempiendoli di amore soprannaturale. Sono varie, infatti, le lettere indirizzate da san Massimiliano a Niepokalanów nelle quali racconta di pagani giapponesi che hanno deciso di ricevere il santo Battesimo nel giorno di Natale, nascendo così alla vita della grazia insieme al divino Infante: «Allego una fotografia scattata nella solennità del s. Natale in occasione del Battesimo dei nostri due pagani»; «Per Natale avremo ancora un Battesimo o fors’anche due, procurati dal Kishi. Gloria all’Immacolata!». Insieme ai Battesimi la Mediatrice di tutte le grazie non faceva mancare le vocazioni... : «Per Natale, inoltre, abbiamo avuto – gloria all’Immacolata – due Battesimi; uno dei neo-battezzati è entrato anche nell’Ordine».
Ultima nota tipica – ma non meno importante! – del Natale delle Città dell’Immacolata è, ovviamente, quella mariana. San Massimiliano e i suoi frati, in una solennità fortemente impregnata della presenza di Colei che ci ha donato il Salvatore del mondo, non potevano non volgere lo sguardo alla Vergine Madre per interrogarla sui sentimenti che le hanno invaso l’anima nel Natale di Gesù, e per implorarla di mettere nelle loro anime quegli stessi sentimenti: «Che cosa pensavi Tu, o Immacolata, allorché per la prima volta deponesti il Divin Pargoletto in quel po’ di fieno? Quali sentimenti inondavano il Tuo cuore mentre Lo avvolgevi in fasce, Lo stringevi al cuore e Lo allattavi con il Tuo seno? Tu sapevi bene chi era quel Bambino, poiché i profeti avevano parlato di Lui, e Tu li comprendevi meglio di tutti i farisei e degli studiosi della Scrittura [...]. Già al momento dell’Annunciazione la Santissima Trinità, per mezzo di un angelo, Ti aveva presentato in modo chiaro il Suo piano di redenzione ed aveva atteso da Te una risposta. In quel momento Tu ti eri resa espressamente conto di ciò a cui davi il Tuo consenso, di chi stavi per divenire Madre! Eccolo ora davanti a Te, in forma di debole neonato. Quali sentimenti d’umiltà, di amore e di riconoscenza dovettero ricolmare in quel momento il Tuo cuore... mentre ammiravi l’umiltà, l’amore e la riconoscenza che il Dio incarnato aveva nei Tuoi confronti. Riempi, Ti prego, anche il mio cuore della Tua umiltà, del Tuo amore, della Tua riconoscenza!». Che sia così anche per ciascuno di noi in questo Santo Natale 2024.
A conclusione dell’articolo lasciamo ancora una volta la parola al Folle dell’Immacolata per augurare un Santo Natale a nostri Lettori: «“Buon Natale!” e le più copiose benedizioni da parte del divino Bambino attraverso l’Immacolata».