Durante il tempo di Avvento si prepara il presepe ed è molto salutare dedicare dei momenti della giornata in cui sospendere tutte le occupazioni per riflettere e meditare davanti ad esso. Don Dolindo ci dà qualche spunto di riflessione che può aiutare ciascuno di noi nella crescita spirituale.
San Francesco d’Assisi ha dato vita al presepe, a questa piccola rappresentazione plastica del grande mistero della nascita di Gesù, Salvatore del mondo, in una povera stalla. Tante famiglie cristiane preparano il loro presepe nel salotto e dedicano tanto tempo alla costruzione delle casette, dei vari ambienti naturali come il deserto, le montagne, i prati, i ruscelli, i laghetti, il villaggio con tutti i personaggi che lavorano, i bimbi che giocano, le stalle con gli animali... e soprattutto si costruisce con tanto amore e devozione la grotta dove nella notte di Natale nascerà il Bambinello.
Il presepe aiuta ad innalzare la nostra mente a Dio. Bisogna perciò accostarsi al presepe con una visione di fede, pregando e meditando sul mistero dell’Incarnazione del Verbo. Accostarsi al presepe solo per ammirarne l’arte di colui che lo ha costruito rende sterile la nostra devozione. Meditiamo, dunque, con don Dolindo su quanti insegnamenti può darci il presepe.
Il presepe rappresenta un piccolo mondo. Il bambino lo ammira estasiato, e non sa che in realtà le rocce che si innalzano maestose sono solo un ammasso di giornali dipinti, i ruscelli sono dei semplici tubi e che nel giro di qualche settimana tutto verrà disfatto e riposto negli scatoli. Nella Novena di Natale don Dolindo scrive: «Ecco l’immagine viva di questo mondo: noi ci viviamo dentro e lo consideriamo da bambini. Il suo movimento, la sua bellezza, la sua luce ci appaiono come l’unico fascino della nostra vita, e molte volte dimentichiamo che qui ci siamo di passaggio e che abbiamo tutti il dovere di perfezionarci, di migliorarci per il Cielo e passare oltre. Verrà anche per il mondo il gran giorno nel quale tutto si sfascerà, e tutto ciò che è stato nel nostro “presepe” apparirà nella sua realtà: un poco di polvere, d’illusione, di fantasmagoria e nulla più».
Riflettiamo inoltre, che tutto il presepe viene costruito solamente per Gesù che ne è il centro. Tutti i personaggi vengono posizionati nei loro luoghi di lavoro, nelle loro casette, sui prati; i personaggi privilegiati sono gli umili pastorelli, poiché il loro posto è proprio vicino alla grotta. Non appena nasce Gesù ci sembra di scorgere la gioia anche in questi pupazzetti, soprattutto in quelli più vicini alla grotta. Ora, quando termina il periodo natalizio cosa succede a tutti i personaggi? Viene tolto Gesù dalla greppia e tutti i personaggi vengono rimessi negli scatoli in attesa dell’anno prossimo. Scrive don Dolindo: «Guardiamo nel mondo come nel presepe. Tutti si muovono per la loro via, ognuno si forma, nel suo “presepe”, un ambiente isolato e sogna una vita di grandezze; eppure tutti ci siamo per un unico scopo: conoscere Dio, perfezionarci, raggiungere Lui. Se togliete dalla nostra vita questa grande realtà [...] esso si risolve in nulla».
Tutti ammiriamo con meraviglia la graziosità dei vari personaggi del presepe, ma raramente riflettiamo sul fatto che l’artista ha “tormentato” il legno per riuscire a scolpire il pupazzetto. Quanti colpi di scalpello ha dovuto dare a quel pezzetto di legno! «Quando noi ci vediamo tribolati, è segno che siamo “legno” un poco duro – scrive don Dolindo – che opponiamo alla misericordia di Dio la resistenza delle nostre grandi miserie, ed è segno che Dio vuol fare di noi qualche cosa di più bello e di più perfetto». Lasciamo, dunque, che Dio, il divino artista, possa scalpellare la nostra anima per renderla perfetta per il Paradiso, anche se ciò ci farà soffrire.
Il centro del presepe è la grotta con il Bambinello adagiato nella mangiatoia, con la divina Madre che adora il suo tesoro e san Giuseppe, qual giglio di purezza, posto accanto a Maria e Gesù per custodirli. Quanti pensieri sorgono nella nostra mente nel contemplare la grotta! Quanti sospiri al divin Pargoletto! Nella Vigilia di Natale, nell’attesa trepidante della nascita del Bambinello ripetiamo a Gesù le dolci frasi insegnateci da don Dolindo: «Vieni, Signore, riforma Tu i nostri poveri pensieri. Vieni, ammantaci di giustizia fra tanto dilagare di crudeltà. Vieni, donaci la purezza. Vieni, santifica i nostri dolori nella tua Volontà. Vieni, sottomettici alla tua Legge con amore di figli, affinché siamo degni di servirti, amandoti. Vieni, Gesù dolcissimo, e come Tu ti sei rivestito di umana carne nel seno di Maria, così rivesti noi, poveri peccatori, di Te. Vieni! Tu puoi trasformare questa povera vita in ricchezza divina».