ATTUALITÀ
Il fenomeno Manga
dal Numero 44 del 24 novembre 2024
di Antonio Farina
I Manga (fumetti giapponesi) sono diventati in pochi anni un fenomeno sociale di massa; molti di essi però contengono elementi di violenza, riferimenti sessuali o horror. Sono approdati perfino in Vaticano: la mascotte ufficiale del Giubileo del 2025 sarà Luce, una bambina “moderna”, realizzata con lo stile dei Manga.
Definire i Manga come “un fumetto giapponese” è riduttivo ed anche un tantino anacronistico. Si è vero, i Manga si presentano come un tipico fumetto: una tavola disegnata a vivaci colori con personaggi ed ambientazioni corredati da (poche) parole scritte. Hanno però in sé qualcosa di peculiare: come in Giappone si leggono al contrario e richiedono che si vada da destra a sinistra. Molto strano. Tutti ricordano la sorpresa dei primi numeri di Dragon Ball o One Piece a metà anni ’90. Il fatto è che i Manga in pochi anni sono assurti al rango di fenomeno sociale, di epidemia mediatica, di surreale modello narrativo praticamente ubiquitario: i Manga sono ovunque. Non solo hanno preso d’assalto le librerie e le classifiche di “varia”, le stazioni della metropolitana o le strade... ma hanno raggiunto l’ambito status di “passatempo giovane”, esattamente come i videogiochi. Le camerette per ragazzi oggi presentano due temi immancabili: l’angolo “gamer” con computer, PlayStation e scarsa illuminazione e l’angolo “anime/manga” con poster, disegni, quadretti dei personaggi. Ma qual è il segreto del successo debordante dei Manga che, di fatto, li ha portati a soppiantare i vecchi fumetti nostrani? Che fine hanno fatto Tex Willer, Zagor, il Comandante Mark ecc.? Nel (quasi) dimenticatoio. Una prima spiegazione è quella comune a tutti i fumetti, films, giochi, romanzi, strumenti di entertainment e all’arte grafica tout court,ed è un meccanismo psicologico. Il lettore inconsciamente si identifica nei personaggi e proietta nelle trame fantastiche (o iper-realistiche) le incongruenze, le frustrazioni e le sconfitte della vita reale ricavandone gratificazione e divertimento. Una formula sempre vincente per attrarre e fidelizzare ragazzi e ragazze di oggi, e non solo; un meccanismo oliato che i fumettisti giapponesi, gli storytellers, con i loro epigoni sudcoreani e cinesi hanno messo a punto da almeno settant’anni, anche se nell’ultimo ventennio hanno “colonizzato” l’immaginario occidentale infiltrandosi nell’arte moderna, nella musica, nei videogiochi, nelle serie tv, nelle librerie dove troviamo pareti stracolme di decine e decine di fumetti, storici e moderni. L’altra spiegazione è più articolata: un Manga è una storia fatta e finita, con una sua chiusura sempre soddisfacente. Non si va avanti all’infinito, reinventando le storie con nuovi protagonisti e colpi di scena, come invece accade in molti fumetti occidentali; poi si adopera un linguaggio immediatamente riconoscibile per migliaia e migliaia di ragazzi. Quando si legge un Manga qui da noi, la trama, il contenuto deve prima aver convinto l’editore nipponico, poi deve essersi dimostrata una formula di successo frutto di una “feroce” selezione. Difatti nel Paese del Sol Levante il Manga di successo deve essere sopravvissuto al corrosivo meccanismo dei sondaggi tra i lettori... il resto scompare. Un ambiente competitivo garantisce la qualità del prodotto. Quello dei Manga è perlopiù un mondo fantastico e autonomo, popolato da mostri antropomorfi molto fantasiosi, dove è centrale la contrapposizione tra bene e male. Di sovente la narrativa manga si cala nella realtà sociale (ad esempio Tokyo Revengers), nella vita scolastica e nel bullismo, nei drammi legati all’identità di genere che affliggono sempre più gli adolescenti. Un generico ideale di giustizia trionfa sempre grazie all’“individualità”, al dono nascosto dei protagonisti buoni che li distingue dai comprimari “normali” per trasformarli, di fatto, in supereroi. Completamente assente è invece la sfera spirituale e religiosa se non nel macabro e deteriore approccio al mondo dell’occultismo, dell’horror, del satanismo perfino. Quindi in definitiva sono un bene o un male? Sono certamente dannosi, da rifuggire, perché strumenti di manipolazione delle coscienze quei Manga le cui storie sono intrise di aggressività, coartazione parossistica, crudeltà, oppure contengono espliciti riferimenti sessuali, pornografia, antagonismo sociale, feroce risposta agli stimoli sopraffattori della società. Spesso la violenza viene evocata, sublimata, esaltata in una sorta di anarchia morale dei personaggi. Ma ci sono (anche se minoritari) dei Manga apportatori di valori positivi come l’etica, la lealtà, l’onestà, il valore della comunità, le gerarchie sociali, esaltatori del sacrificio individuale per un fine nobile ecc., seppure mutuati dalle mille sfaccettature e declinazioni della cultura orientale. In genere su internet, sui social e nei blog di fans approdano le naturali evoluzioni dei Manga: le anime-manga (animazioni). La trasposizione in un altro media fa si che si trasformi un fumetto in un anime quando ancora il Manga è in corso di pubblicazione. Si espandono brand e personaggi in una miriade di prodotti derivati, dai romanzi ai videogiochi. È cronaca di questi giorni la presentazione della piccola Luce, personaggio-mascotte ufficiale del Giubileo 2025. Monsignor Rino Fisichella, proprefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, l’ha presentata al pubblico lo scorso 28 ottobre durante una conferenza stampa. Luce è «una bimba pellegrina realizzata con l’estetica dei manga». Il progetto grafico, frutto del lavoro del designer romano Simone Legno, rappresenta appunto «una ragazzina dagli occhi ampi e luminosi che indossa gli elementi tipici del viaggiatore: un k-way giallo per ripararsi dalle intemperie, stivali sporchi di terra che testimoniano il cammino già percorso, una croce missionaria al collo e il bastone del pellegrino. Particolarmente evocativa è la rappresentazione degli occhi di Luce, che brillano di una luce intensa: simboleggiano la speranza che nasce nel cuore di ogni pellegrino, incarnano il desiderio di spiritualità e di connessione con il divino e fungono da richiamo a un messaggio universale di pace e fraternità. La piccola si accompagna ad altre mascotte come un cagnolino, un angioletto e una colomba della pace (si chiamano rispettivamente Santino, Iubi e Aura)». L’Autore ha spiegato come l’idea del Vaticano sia stata quella di cercare un’immagine fresca e giovane che potesse incontrare anche il gusto dei ragazzi. Ecco perché Luce è una pellegrina con il Rosario al collo, ma moderna e giovane. Come è facile prevedere, Luce sarà la protagonista anche di contenuti narrativi diversi. Oltre che la mascotte del Giubileo 2025 infatti, sarà anche l’icona di Expo Osaka 2025... Tuttavia facciamo, sommessamente, notare che se c’è una ragazza con un’immagine fresca, giovane... pellegrina con il Rosario al collo, santa, umile, piena di grazia e... che incarna il desiderio di spiritualità e di connessione con il divino e funge da richiamo a un messaggio universale di pace e fraternità...ma moderna e giovane... questa è proprio la Madonna Immacolata. Strano che non ci abbiano pensato, perché la Madre di Dio quella sì che sarebbe stata una mascotte perfetta di cui ha bisogno il mondo.
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