Autore: Ercole Corba e Vincenzo Sansonetti
Edizioni Mimep-Docete, Pessano (Milano) 2013
Pagine: 70
Prezzo: € 10
San Pio da Pietrelcina santo conosciutissimo. Ovunque si vada se ne trova un’immaginetta. I suoi devoti sono sparsi in tutto il mondo; e non solo nelle zone dove è più forte l’immigrazione di Italiani. Mi è stato raccontato che a Belfast, nell’Irlanda del Nord, proprio in prossimità del famoso porto che ha visto la costruzione di famose navi, fra cui il celebre e famigerato Titanic, vi sarebbe una statua del Cappuccino del Gargano.
Ma – diciamocelo francamente – se Padre Pio è tanto conosciuto, se raccoglie tantissima ammirazione, se annovera molti celebri devoti: politici, uomini dello spettacolo e dello sport (anche se molti di questi non prendono poi tanto sul serio i suoi insegnamenti), ai bambini, negli oratori e nei corsi catechistici, non se ne parla tanto. Il motivo è facilmente intuibile, perché San Pio è un santo esigente, perfettamente in linea con la dottrina di sempre della Chiesa. Un Santo che non si è contraddistinto tanto per l’aspetto sociale (anche se fece costruire il grande ospedale Casa sollievo della sofferenza) quanto per la dimensione liturgica e spirituale. A chi gli chiedeva chi davvero fosse, egli soleva rispondere di essere solo un povero frate che prega.
Il suo apostolato non era fatto di grandi prediche, né tanto meno di schierarsi ben visibile dinanzi a manifestazioni di lotta per chissà quale problema, ma di celebrazioni della Messa come Dio-comanda, di ore ed ore ad assolvere i peccatori (senza transigere sui peccati), di decine e decine (alle volte anche di centinaia e centinaia) di Rosari al giorno.
Un Santo che fu continuamente vessato dal diavolo proprio perché gli strappava tante anime con la preghiera e con la sofferenza. Un Santo che parlava del Paradiso, ma anche del Purgatorio e dell’inferno. Un Santo che soleva dire di aver timore non tanto della giustizia quanto della misericordia di Dio, perché, a differenza della giustizia, della misericordia c’è sempre il rischio di abusare. Un Santo, insomma, che si potrebbe definire – parafrasando la famosa espressione “politicamente scorretto” – “teologicamente scorretto”. Tutt’altro che alla moda.
Ed è per questo che di Padre Pio si parla molto (tante volte anche a sproposito) nei mass-media, perché fa notizia il suo contatto quotidiano con il mistero, la sua capacità di strappare miracoli al Signore; ma se ne è sempre parlato molto poco ai bambini.
L’editrice Mimep-docete ha voluto colmare questa lacuna. L’editrice che ha sede nella cittadina lombarda di Pessano, gestita dalle Suore Loretane, lavora da molti anni nel campo della catechesi, producendo testi di grande chiarezza e soprattutto di sicura fedeltà dottrinale.
Tra le pubblicazioni mandate in stampa quest’anno vi è il bel lavoro: Un frate di nome Pio. Si tratta di una storia del Cappuccino stigmatizzato raccontata tanto per i piccoli quanto per i grandi. Il libro è diviso in due parti, nella prima il racconto si avvale di un linguaggio semplice e accattivante per bambini corredato da belle illustrazioni di Raffaella Zardoni, nella seconda la storia è per gli adulti e ovviamente si fa uso di un linguaggio più adatto.
Il libro è corredato anche di un CD-audio che contiene il racconto narrato dalla voce dell’attrice Francesca Zucchero.
Un bel testo che andrebbe distribuito ai bambini del catechismo della Prima Comunione, affinché lo possano leggere loro e, portandolo a casa, anche i genitori, a cui non farebbe male sapere chi fu veramente San Pio da Pietrelcina da fonte sicura e non dai talk-show televisivi.