SPIRITUALITÀ
Rocco il sacco
dal Numero 38 del 13 ottobre 2024
A cura della redazione
Nella bottega di Pietro si vendevano le più belle e pregiate stoffe di tutta Italia. C’erano stoffe raffinatissime e preziosissime, tutte arrotolate o piegate con precisione dai garzoni. C’era il lino, la seta, il damasco, il velluto.
Nella bottega di Pietro si vendevano le più belle e pregiate stoffe di tutta Italia. C’erano stoffe raffinatissime e preziosissime, tutte arrotolate o piegate con precisione dai garzoni. C’era il lino, la seta, il damasco, il velluto… Tutto era movimento in quella bottega e ogni giorno Pietro, il padrone, correva qua e là, cercando di attirare nuovi clienti: «Guardate che ricami, signora: una stoffa così non la troverete in tutta Italia! Ma, che dico? In tutta Europa!». E ancora: «Signorina, questo broccato si addice a meraviglia al suo visino! Stia sicura che le sue amiche la invidieranno!». Mentre il signor Pietro si dava da fare, suo figlio Francesco gironzolava per il magazzino e, con il suo buon gusto e con un leggero pizzico di fantasia, andava raccattando le stoffe più originali per ornare il suo vestito, da sfoggiare con fierezza davanti ai suoi amici. «Francesco – diceva la seta –, guardami! Sono morbidissima e leggerissima!». «Ehi, Francesco! – diceva il velluto rosso – I re si rivestono di me! E tu sei il re della gioventù, vero?». «Francesco, Francesco! – si sentiva da un altro angolo – Guarda i miei ricami!». Tutte le stoffe facevano a gara per attirare l’attenzione di Francesco e finire così sul suo vestito. Ad un tratto il giovane Francesco, con le braccia già piene di stoffe, inciampò su un sacco che qualcuno aveva dimenticato lì a terra: «Uff! I soliti garzoni che lasciano in giro le loro cose!». Lo spinse con un calcio in un angolo e se ne andò. «Ma che ci fai tu in bottega?», chiese Loreta la seta al sacco. «Mi chiamo Rocco – rispose intimidito – e mi hanno dimenticato qui i garzoni del signor Pietro». «Puah! Sei così brutto e ruvido che nemmeno i garzoni ti vogliono!», disse Peppino il lino, suscitando le risa di disprezzo di tutta la bottega. Rocco si raggomitolò in un angolo e si mise a piangere. La mattina seguente si presentò alla bottega un povero mendicante a chiedere l’elemosina per amore di Dio. Il giovane Francesco, preso dal servizio ai clienti, lo cacciò in malo modo, ma poi riconobbe di aver sbagliato. Scese in magazzino, guardò Rocco il sacco ma poi pensò: «Questo lo terrò per me. Al mendicante devo dare qualcosa di prezioso, perché mi ha chiesto di aiutarlo “per amore di Dio”». Prese alcune stoffe preziose, si mise a inseguire il mendicante, lo raggiunse, gli chiese perdono e gliele donò. Tornato in bottega corse a raccogliere Rocco il sacco e, guardandolo, si mise a pensare ad alta voce: «Questo sacco mi insegna molte cose. Mi insegna che non bisogna mai giudicare le cose dall’apparenza, mi insegna che tutte le altre stoffe presenti in questo magazzino, sebbene così diverse da lui, faranno la stessa sua fine, mi insegna la vanità del lusso e del guadagno e la bellezza della semplicità e della povertà. Quante lezioni mi dona questo povero sacco!». Dopo qualche tempo il cuore di Francesco cambiò totalmente e il giovane comprese che Gesù lo chiamava a ricalcare le sue orme. Come Gesù, decise di farsi povero e si fece un abito a forma di croce, utilizzando proprio quel sacco che gli aveva insegnato tante cose.
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