SPIRITUALITÀ
Una santa da scoprire. Santa Dulce de Souza Britto Lopes
dal Numero 33 del 1 settembre 2024
di Rosaria Aniello

Da bambina, Maria Rita, la futura santa Dulce, andava ogni domenica allo stadio. Poi conobbe la triste realtà dei quartieri poveri brasiliani e cambiò radicalmente vita. Entrò in convento, divenne missionaria eroica tra gli emarginati, ma il segreto del suo apostolato era sempre e solo l’intensa vita interiore.

Santa Dulce de Souza Britto Lopes, al secolo Maria Rita, è una santa brasiliana canonizzata nel 2019. 
Maria Rita nacque il 26 maggio del 1914 nello stato della Bahia, che è uno degli stati più grandi del Brasile, in una famiglia benestante della città di Salvador. Suo padre si chiamava Augusto Lopes e la mamma Dulce Maria (da cui successivamente prenderà il nome da religiosa); era la secondogenita di sette figli. Il padre era un dentista molto rinomato, la mamma, invece, era casalinga. Entrambi i genitori erano dei cristiani fortemente convinti e praticanti.


Purtroppo la serenità della famiglia Lopes fu ben presto fortemente scossa dalla morte precoce di Dulce Maria che lasciò ben cinque figli piccoli, tra cui Maria Rita che aveva solo 7 anni. Dopo la morte della moglie Augusto tardò a risposarsi, per cui affidò la cura dei piccoli alle sue due sorelle Maddalena e Giorgina, e fu Maddalena che si prese cura in modo speciale della futura suor Dulce. Quest’ultima ebbe un ruolo fondamentale dell’educazione religiosa e morale della nostra Santa. In effetti, Maddalena era conosciuta da tutti per la sua fede incrollabile; non era sposata, per cui si era dedicata a tempo pieno alle cose di Dio e alla cura dei nipotini. Partecipava attivamente alle attività pastorali e liturgiche della sua parrocchia, insomma, era una donna di una fede e di una carità veramente sorprendenti. 
Maria Rita, nonostante la dipartita così prematura della madre, ebbe un’infanzia serena. Cresceva, infatti, spensierata e felice. Influenzata dal padre e dal fratello maggiore, nutriva una grande passione per il calcio. Perciò era solita andare ogni domenica allo stadio “Ypiranga” con il papà e il fratello. Tuttavia la zia Maddalena era preoccupata per la nipote, che sembrava non rendersi conto che la sua era una situazione privilegiata rispetto alla triste realtà che regnava a poche centinaia di km da casa sua, dove c’era non solo la povertà, bensì la miseria a livelli disumani. 


Perciò una domenica chiamò la nipote, che aveva circa 13 anni, e le disse: «Quest’oggi non andrai allo stadio con tuo padre! Verrai con me a vedere un altro lato della vita». Maddalena portò Maria Rita nei quartieri poveri di Salvador e le fece vedere la triste realtà in cui viveva la povera gente. La futura suor Dulce rimase così colpita da quello spettacolo di miserie che da quel momento cambiò radicalmente vita. Anni più tardi affermerà che quel giorno segnò radicalmente la sua vita, e che da allora le pareva ingiusto permettersi di stare in uno stadio di calcio a divertirsi mentre molti suoi fratelli in Cristo erano costretti – per la mancanza di mezzi e di aiuti – a vivere con meno del necessario, senz’alcun divertimento. 
Maria Rita era decisamente un’altra! Tanto che tutti si chiedevano cosa le fosse successo. Era più raccolta, partecipava anche a più di una Santa Messa al giorno. Tutti i poveri che bussavano a casa sua se ne andavano contenti e soddisfatti. Era tanta la sua carità e premura verso i più deboli che ad un certo punto era talmente grande l’affluenza di mendicanti a casa sua, che suo papà la rimproverò dicendo: «Maria Rita, questa non è la porta del convento San Francesco!». Ma poi la lasciò fare perché non voleva ostacolare la figlia nella sua crescita nell’amore a Dio e ai fratelli. 


Assieme all’amore e all’attenzione per i più poveri le era nato nel cuore il desiderio di consacrarsi completamente a Dio. Questa volta però incontrò un ostacolo inaspettato, ossia suo padre. Augusto, pur essendo un uomo di fede e molto cattolico, non voleva che la figlia diventasse suora. Dopo alcuni tentativi falliti di entrare in convento, soprattutto a causa della sua giovane età, ella si rassegnò e decise di aspettare i tempi di Dio. Il papà nel frattempo, vedendo comunque che il suo rifiuto aveva cagionato sofferenza alla figlia, le promise che dopo che si sarebbe laureata le avrebbe dato il tanto auspicato permesso. 
Maria Rita, diversamente da quanto si aspettava il padre, non cambiò mai idea e visse quegli anni in una sempre più grande ascesa spirituale e dopo essersi laureata fece il suo ingresso tra le Suore Missionarie dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Dopo i primi anni di formazione, che fece a São Cristovão nello stato di Sergipe, fu inviata alla sua terra natale dove svolse un intensissimo ed eroico apostolato tra i poveri e gli emarginati. La sua prima opera caritativa, però, era la preghiera che non tralasciava mai per nessun motivo. Inoltre, era noto a tutti il suo grande spirito di sacrificio e di penitenza. A tale proposito si sa ad esempio che ella dormì per ben trent’anni su di una sedia anziché sul letto. Tuttavia, c’è da dire che per comprendere fino in fondo la grandiosità delle opere caritatevoli di santa Dulce occorre scorgere in lei le virtù portate al massimo grado, cioè all’eroismo! Molti, purtroppo, oggi trascurano quella che è la sorgente dove questi santi straordinari attingono la forza del loro apostolato, ossia l’intensa vita interiore. Ed è per questo motivo che, oltre ad essere stata riconosciuta santa dalla Chiesa nel 2019, è stata anche dichiarata patrona nazionale dell’apostolato della preghiera il 31 ottobre del 2022.  

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits