SPIRITUALITÀ
L'ideale: il movente di una vita
dal Numero 31 del 4 agosto 2024
di Gianmaria Pio Manetti

Due uomini cresciuti in ambienti di fede e che desideravano entrambi il sacerdozio: uno diventerà san Massimiliano Kolbe, il più grande apostolo di tutti i tempi, l’altro Rudolf Höss, comandante di Auschwitz. Che cosa rese il primo un santo e il secondo il suo carnefice? L’ideale di vita.

Ci sono stati molti eroi e molti criminali che hanno segnato la storia della seconda Guerra mondiale, eroi che, mossi dalla fede e dalla carità autentica, da ideali elevati e soprannaturali, hanno salvato la vita dei loro fratelli in Cristo, sacrificando la loro stessa vita; e criminali che invece, mossi dai ideali disumani e folli, hanno drammaticamente deturpato il dono prezioso della vita compiendo i più agghiaccianti genocidi.
San Massimiliano M. Kolbe, santo martire della carità, e Rudolf Höss, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sono tra questi. Due uomini, due mondi che riassumono in sé tutti i segni e le speranze, il coraggio, lo spirito di sacrificio, la totalità di dedizione a cui spinge un ideale quando si radica profondamente in personalità forti e grandi quali possono essere quelle di leader, capaci di cambiare radicalmente la vita di milioni e milioni di anime.


Le loro vite iniziarono a soli sei  anni di distanza e a poche miglia l’una dall’altra. Entrambi vissero una fanciullezza simile e simili furono i loro ideali giovanili. Entrambi appartennero a famiglie fedeli agli insegnamenti di Cristo; entrambi aspirarono al sacerdozio, desiderando una vita missionaria; entrambi impararono ad essere obbedienti, coraggiosi, intraprendenti e forti nelle difficoltà; ad entrambi fu trasmesso un forte senso di responsabilità.
Poi, con il passare del tempo, i due mondi ini­­ziarono a divergere: tenebre e luce, amore e odio iniziarono a invaderli fino ad assorbirli com­­pletamente.


Il piccolo Raimondo Kolbe decise di entrare tra i Francescani Conventuali per consacrarsi totalmente a Dio e combattere le sue battaglie sotto la guida di Maria Santissima; studente di filosofia e teologia a Roma, fondò la Milizia dell’Immacolata per evangelizzare il mondo intero e intraprendere una lotta senza tregua contro i nemici della Chiesa. È così che Raimondo Kolbe, ormai divenuto Massimiliano M. Kolbe, si affermò al mondo come uno dei più grandi evangelizzatori e apostoli di tutti i tempi, capace di guidare innumerevoli anime a Dio e alla Vita eterna.


Rudolf Höss, sentendosi tradito da un amico sacerdote che superficialmente riferì ai genitori un richiamo e una punizione ricevuti a scuola, perse il suo entusiasmo per il sacerdozio, si allontanò dalle pratiche religiose e, infine, abbandonò completamente la fede. Intraprese la carriera militare, compì imprese audaci, venne reclutato tra le SS e sostenne in toto il progetto di Hitler di conquistare l’Europa e poi il mondo intero. Hitler fece di Höss uno dei più grandi criminali della storia, incaricandolo di costruire il campo di concentramento di Auschwitz e di renderlo una fabbrica di sterminio e di morte, ed è qui, ad Auschwitz, che le vite dei due uomini convengono nuovamente. Anche se non vi fu mai alcun contatto personale tra i due, sicuramente l’uno sentì parlare dell’altro e la regola di Höss di uccidere dieci o più prigionieri per ogni prigioniero scappato e non immediatamente ricatturato, offrì a Kolbe la possibilità di realizzare il suo atto finale di amore e di testimonianza cristiana, donando la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia destinato a morire nel Bunker della fame.


Che cosa ha portato questi due uomini tanto simili per intraprendenza, caparbietà e doti, a divergere in vie completamente opposte l’una dall’altra, fino a renderli l’uno il carnefice dell’altro? Il loro ideale. L’ideale di Kolbe? Lasciamo che sia egli stesso a spiegarcelo: “L’Immacolata: ecco il nostro ideale. Avvicinarsi a Lei, renderci simili a Lei, lasciare che Ella domini il nostro cuore, tutto il nostro essere, che Ella viva e operi in noi e per mezzo nostro, che Ella stessa ami Dio con il nostro cuore, per appartenere interamente, senza restrizioni, a Lei: ecco il nostro ideale! Irradiare l’Immacolata nel nostro ambiente, attirare a Lei le anime affinché dinanzi a Lei si aprano anche i cuori dei nostri vicini ed Ella regni nel cuore di tutti e ovunque, senza distinzione di razza, di nazionalità e di lingue, come pure nel cuore di tutti gli uomini che vivranno in ogni tempo sino alla fine del mondo: tale è il nostro ideale! Inoltre, che la vita dell’Immacolata si radichi in noi sempre più profondamente, di giorno in giorno, di ora in ora, di momento in momento, e ciò senza alcun limite: ecco il nostro ideale! Che la sua vita si sviluppi similmente in ciascuna anima che è che sarà in ogni tempo: ecco il nostro ideale”. 
Höss, invece, diede anima e corpo per il nazionalismo e il socialismo, per il nazismo fatto di morte, di odio e di tenebre.


La vita e le opere di questi due uomini debbono farci comprendere che siamo noi con le nostre scelte a determinare la nostra esistenza e la nostra eternità. Dio ha per ciascuno di noi un disegno meraviglioso, fatto di Paradiso, ma  noi come corrispondiamo? Guardiamo in alto, eleviamo lo sguardo alla Regina del cielo e della terra, doniamo Lei e facciamo nostro l’ideale di san Massimiliano: arrivare a respirare l’Immacolata, consumarsi per Lei ed Ella in cambio realizzerà per noi e in noi il meraviglioso disegno d’amore di Dio. Che san Massimiliano sia per noi faro e guida in tutto questo.   

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