SPECIALE ASSUNTA
Le virtù di Maria. I tesori spirituali dell’Assunta
dal Numero 31 del 4 agosto 2024
di Fra Paolo M. Pio da Ancona

La Madonna Assunta in Cielo, proclamata come dogma da Papa Pio XII il 1°novembre 1950 in un contesto storico-culturale travagliato, è per noi modello di virtù; la sua imitazione, unita all’esercizio delle virtù e alla lotta contro il peccato, non potrà che farci guadagnare il Paradiso.

Nel cuore del XX secolo, a quasi un secolo dalla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, il venerabile Papa Pio XII proclamò solennemente il dogma dell’Assunzione di Maria in Cielo in anima e corpo, in un contesto storico-culturale che vedeva l’umanità dover fronteggiare le conseguenze delle due grandi Guerre mondiali. Nel secolo del cosiddetto “boom” economico e tecnologico che ha travolto l’Europa e in particolare l’Italia, sono avvenuti grandi sconvolgimenti politici con nascite di nuove ideologie e rifiniture (per così dire) delle linee di pensiero rivoluzionarie, le cui basi furono innestate nei secoli precedenti. Ma sempre in questo periodo storico, come spinta contro-rivoluzionaria, il Signore ha suscitato nella sua Chiesa numerosi santi che hanno difeso la dottrina cattolica con una fortezza inespugnabile, nonostante gli attacchi interni ed esterni dei figli delle tenebre, della scia nefasta delle ideologie anti-cristiane, insomma dell’anti-chiesa di satana. 


In questo contesto di forte attacco al soprannaturale da parte delle ideologie anticristiane ateo-materialistiche, il venerabile Papa Pio XII ha così definito solennemente, nel 1950, il dogma dell’Assunzione in Cielo in anima e corpo della Vergine Maria: «Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di verità, per la gloria di Dio, ch’elargì alla Vergine Maria la sua benevolenza; per l’onore del Figlio suo, Re immortale dei secoli e trionfatore sul peccato e sulla morte; per aumentare l’esaltazione dell’augusta sua Madre; per il gaudio e l’esultanza di tutta la Chiesa, noi, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e nostra, proclamiamo, dichiariamo e definiamo come dogma divinamente rivelato che l’Immacolata Madre di Dio e sempre Vergine Maria, compiuto il corso della vita terrena, fu assunta corpo ed anima alla gloria del cielo». Questa sentenza è esposta nella Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus del 1° novembre 1950. L’eccellenza di tale data risulta evidente: il primo novembre, solennità di Tutti i Santi. Se a un san Bernardo questa solennità suscitava “il desiderio che Cristo si mostri a noi come a loro [ai santi], perché pure noi facciamo con Lui la nostra apparizione nella gloria” (Discorsi), con la proclamazione di questo dogma il Papa Pio XII esalta al di sopra di tutti i santi colei che è la Regina di tutti i santi, Maria Santissima. 
Sant’Alfonso Maria de Liguori nelle Glorie di Maria, scrive in merito dell’Assunzione che “Ella [Maria] morì tutta distaccata, come sempre visse, dai beni mondani; morì con somma pace di coscienza; morì con certezza della gloria eterna”, dopo aver scritto che “tre cose rendono amara la morte: l’attacco alla terra, il rimorso dei peccati, l’incertezza della salvezza”.


Maria Assunta in Cielo ci invita a seguirla come modello di virtù da imitare per ottenere anche noi la salvezza in Paradiso, altrimenti rimaniamo con i nostri peccati veniali che ci meritano il Purgatorio, o peggio con i peccati mortali che ci meritano l’inferno. Il Papa san Pio X riporta: “Se qualcuno vuole che la sua devozione verso la Vergine sia piena e perfetta sotto ogni aspetto, è necessario tendere con ogni sforzo all’imitazione dei suoi esempi”. L’anima qui è in piena fase ascetica, nell’impegno di crescere nelle virtù ed eliminare tutti i vizi e peccati. Il venerabile Papa Pio XII ci esorta: “Non dimenticate che la devozione alla Madonna, perché si possa dire vera e solida, e quindi apportatrice di frutti preziosi e di grazie copiose, deve essere vivificata dall’imitazione della vita stessa di colei che ci piace onorare”. Come dice sant’Alfonso: “Morì tutta distaccata, come sempre visse, dai beni mondani”. Dunque praticò la virtù della povertà che la rese: ricca di Dio, povera di cose terrene, ricca di virtù, povera di beni materiali, ricca di grazia, povera di ogni cosa caduca, “distaccata dalle cose, distaccata dagli onori”. 
Maria era davvero ricca di tutte le virtù. E co­­me dice il Serafico Padre san Francesco nel suo Saluto alle virtù: «Chi ne possiede una e le altre non offende, le possiede tutte, e chi una sola ne offende, non ne possiede alcuna e le offende tutte». Dunque praticando tutte le virtù in modo più che eroico, “non poté Maria in morte essere afflitta da alcun rimorso di coscienza, poiché Ella fu sempre Santa, sempre pura, e sempre libera da ogni ombra di colpa” (sant’Alfonso). 


Ecco allora la pace di coscienza, che per noi è data dall’eliminazione di tutti i vizi e dalla pratica di tutte le virtù che portano alla santità. La certezza della gloria eterna in Maria, era data dalla sua stretta unione con Dio al punto di partecipare della vita stessa della Santissima Trinità quale Figlia del Padre, Madre del Figlio, Sposa dello Spirito Santo, privilegio singolarissimo che Dio concesse solo a Lei. Dunque se è vero che “la devozione alla Madonna è come un’aiuola che dà fiori di incantevole bellezza, i fiori delle virtù mariane” (padre Stefano M. Manelli), noi possiamo chiedere a Maria Assunta in Cielo un fiore delle sue virtù per farci vivere con Lei, con gli angeli e con i santi nella gloria del Paradiso di Dio, così che Ella verrà a prenderci con le sue dolci mani, come petali soavi nella nostra vita.   

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