MARIA SS.
Maria perfetta discepola della carità
dal Numero 29 del 21 luglio 2024
di Padre Stefano M. Manelli

Non c’è modello più perfetto di carità di Maria Santissima: dall’inizio alla fine della sua missione Ella infatti è stata discepola della carità, rendendo anche san Pio, a sua imitazione, un eccezionale intercessore di grazie per milioni di anime in tutto il mondo.

Il primo frutto dell’Incarnazione del Verbo nel grembo vergine di Maria, all’Annunciazione, è stato l’impegno della Madonna di recarsi «in fretta» (Lc 1,39) ad Ain Karem, nei pressi di Gerusalemme, a visitare la sua anziana parente, santa Elisabetta, di cui aveva già conosciuto, dall’angelo Gabriele, la miracolosa e avanzata gravidanza.

Il primo frutto dell’amore di Dio è l’amore del prossimo. La carità divina e la carità fraterna sono diastole e sistole del cuore dell’amore vero e completo. Per questo i due massimi Comandamenti della Rivelazione divina si ritrovano insieme nel Vangelo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente [...]. Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,37.39).

Maria Santissima è stata interamente discepola della carità dall’inizio fino alla fine della sua missione materna. All’atto dell’Incarnazione redentiva del Verbo, infatti, Ella è diventata Madre divina di Cristo e Madre Corredentrice dei cristiani, è diventata Madre della Chiesa, ossia Madre del Capo e delle membra, accettando la missione di cooperatrice diretta e immediata del Figlio nell’opera della Redenzione universale, condividendo, quindi, tutti i dolori tremendi della Passione e Morte del Figlio, il Redentore Crocifisso.

Dopo l’Annunciazione, infatti, la spinta della carità ha messo subito in moto la Madonna e l’ha condotta ad Ain Karem, vicino Gerusalemme, a portare grazie in casa di santa Elisabetta e di Zaccaria, riempiendo di Spirito Santo l’anziana parente, gravida di san Giovanni Battista, santificando il bambino Giovanni Battista ancora chiuso nel grembo materno di santa Elisabetta, prestando gli umili servizi domestici per i bisogni della casa e della parente gravida, liberando il vecchio Zaccaria, infine, da quel mutismo che l’aveva colpito per la sua incredulità al messaggio dell’Angelo.

All’inizio della vita pubblica di Gesù, poi, Maria Santissima è stata la perfetta discepola della carità in occasione delle Nozze di Cana, là dove, attenta ad osservare se ogni cosa stava andando bene, Ella poté rendersi conto che la scorta di vino necessaria per il festino nuziale era finita, e si fece subito mediatrice materna di intercessione presso il Figlio Gesù, anch’Egli presente al banchetto, perché intervenisse prodigiosamente a salvare quella situazione così precaria che avrebbe rovinato l’intera festa delle nozze.

La carità della mediazione materna di Maria, a Cana, inoltre, si estese anche ai servi, ai quali Ella raccomandò espressamente di tenersi pronti ad eseguire ogni volere di Gesù: «Fate quello che lui vi dirà» (Gv 2,5). Fiorì in tal modo il primo miracolo esterno di Gesù, un miracolo molto ricco di richiami misterici sia al patto nuziale della nuova alleanza nel Sangue redentore di cui era simbolo il vino nuovo, che sarà trasformato in Sangue nell’ultima Cena del Giovedì santo, sia all’“Ora” dell’immolazione cruenta di Gesù sulla Croce, allorché Egli stesso proclamerà Maria “Madre” dei redenti, tutti suoi figli.

La perfetta discepola della carità, Maria Santissima, completò, infine, la consumazione di tutto il suo amore sacrificale per Iddio e per gli uomini soprattutto sul Calvario, ai piedi della Croce, là dove Ella soffrì la «transfissione» della sua anima (cf Lc 2,35) in unione strettissima con la Crocifissione del suo divin Figlio, quale Corredentrice del genere umano, voluta dal Figlio Redentore e Salvatore universale.

La missione di Corredentrice universale è stata tutta carità materna, riversata e continuata, poi, nella missione di Mediatrice materna, ossia di Dispensatrice di tutte le grazie ad ogni singolo uomo bisognoso di salvezza e di santificazione. Sappiamo tutti, del resto, che Maria Santissima, la perfetta discepola della carità, viene chiamata, più familiarmente, “Madonna delle grazie”, molto amata e venerata dal popolo di Dio in ogni tempo e in ogni luogo, come testimoniano particolarmente i numerosissimi santuari mariani ricchi di ex-voto per le grazie ricevute dalla Mediatrice di tutte le grazie.

San Pio da Pietrelcina, lo stigmatizzato cappuccino del Gargano, visse più di cinquant’anni (1916-1968) ai piedi della Madonna delle grazie, nel convento dei Cappuccini a San Giovanni Rotondo. E la Madonna delle grazie, perfetta discepola della carità, ha reso anche il beato Pio un eccezionale discepolo della carità, ossia un intercessore potente e un distributore munifico di grazie a tutti i suoi numerosissimi figli spirituali presenti in ogni parte del mondo.

L’eccezionale discepolato della carità in san Pio da Pietrelcina si è rivelato agli occhi di tutti anzitutto nell’offerta dello stesso suo sangue che per cinquant’anni (1918-1968) è fuoriuscito dalle sue cinque stigmate profumate, sanguinando goccia a goccia fino all’esaurimento dell’ultima goccia, ossia fino a quel dissanguamento completo, sigillato anche, prodigiosamente, dalla sparizione delle stigmate all’atto della sua morte.

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