I FIORETTI
«Ho Gesù con me e di che potrò temere?»
dal Numero 28 del 14 luglio 2024
di Suor M. Cecilia Pia Manelli

L’Epistolario di san Pio offre, come sempre, preziosi spunti di meditazione: il dovere di gratitudine verso tutti coloro che ci fanno del bene, soprattutto spirituale, e la fuga dalla malinconia. Infine, il Santo insegna che il segreto per vincere ogni amarezza è il colloquio silenzioso con Gesù davanti al tabernacolo.

La delicatezza dei santi a volte è così grande e previdente! Essendo immersi continuamente in Dio, la loro percezione dei bisogni spirituali e materiali delle anime è presente nel loro cuore in modo a volte imperioso, tanto da farli agire con premura materna. Quante testimonianze narrano l’attenzione, a volte scrupolosa, di san Pio per i suoi figli spirituali! Non solo per questi figli, ma anche per i direttori e confessori della sua anima. Così scrive a padre Benedetto nel marzo del 1911 (Ep. I, n. 30):

Pietrelcina, 19 marzo 1911

J.M.J.F.

Mio carissimo padre,

nella ricorrenza del suo onomastico, dando ascolto alla voce del cuore che mi dice di essere grato verso un superiore e padre, l’invio la presente per augurarglielo più lieto degli anni passati.

In tal giorno non mancherò di raddoppiare le mie preghiere al Signore, affinché si degni di preservarla da ogni disgrazia.

Il demonio poi, caro padre, continua a muovermi guerra e sventuratamente non accenna a darsi per vinto. Nei primi giorni che fui messo alla prova, confesso la mia debolezza, ero quasi malinconico; ma poi a poco a poco la malinconia passò e cominciai a sentirmi un tantino sollevato. Nel pregare poi ai piedi di Gesù sembrami di non sentire affatto né il peso della fatica, che fo nel vincermi, allorché sono tentato, e né l’amaro dei dispiaceri.

Le tentazioni che riguardano la mia vita secolare son desse che più mi toccano il cuore, mi offuscano la mente, mi fanno sudar freddo e sarei per dire mi fanno tremare da capo a piedi. In tali momenti gli occhi solo mi rimangono per piangere; e mi vado confortando ed incoraggiando solo pensando a ciò che lei mi va suggerendo nelle sue lettere.

Anche nell’ascendere all’altare, Dio mio!, sento tali assalti, ma ho Gesù con me e di che potrò temere?

Mi benedica fortemente e non manchi di raccomandarmi anch’ella a Gesù come tutti i giorni fo io per lei.

Il suo fra Pio

Il primo insegnamento che san Pio ci offre con questa lettera è il dovere di gratitudine verso chi ci fa del bene, non solo materiale, ma soprattutto spirituale, ossia verso il proprio confessore o direttore spirituale. Quante volte anche noi lo abbiamo ringraziato? Forse dobbiamo constatare che quasi mai abbiamo dato “ascolto alla voce del cuore”. Eppure i confessori e i direttori spirituali sono padri nel vero senso della parola, perché guidano le anime sul sentiero della santità, secondo la chiamata di ciascuno. Quanto dovremmo essere loro grati dunque!

Il Santo cappuccino ci dona, ancora, un altro insegnamento importante: fuggire la malinconia perché essa viene dal demonio. Nei momenti di scoraggiamento per le continue difficoltà, lotte, incomprensioni, padre Pio ci mostra la soluzione vincente: nel pregare ai piedi di Gesù scompare ogni amarezza e dispiacere. Ecco il segreto! La preghiera dinanzi al tabernacolo, l’adorazione di Gesù Sacramentato, il colloquio silenzioso con Colui che è il Re dell’universo, le visite eucaristiche: vicino a Lui ogni malinconia scomparirà. Padre Pio, inoltre, è molto forte nelle sue espressioni per esprimere il dolore provato nelle tentazioni sulla sua vita passata: gli “toccano il cuore”, gli “offuscano la mente”, lo “fanno sudare freddo” e quasi “tremare da capo a piedi”: quale esempio di perfetta contrizione per ogni minima imperfezione! E noi? A volte il forte dolore per la vita passata può tormentarci e, come capitò al Santo, non ci resta che piangere. Ma questo pianto deve essere sì un pianto di pentimento, ma anche di riconoscenza verso Dio che, nonostante le nostre colpe, continua ad usarci misericordia e ad amarci infinitamente.

Infine san Pio ci consiglia, attraverso il suo scritto, di avere sempre presente Gesù accanto a noi, perché con Gesù non si deve temere nulla.

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