Di fronte allo spot blasfemo dell’azienda “Amica Chips” i cattolici non possono rimanere in silenzio. Si tratta di un attacco alla stessa libertà di religione – oltre che ai valori cattolici – che va ad aggiungersi alle diverse persecuzioni subite dai cristiani.
Come molti sapranno, l’azienda Amica Chips produttrice di patatine ha lanciato uno spot vergognosamente blasfemo nel quale si mostra un gruppo di suore nell’atto di ricevere la Santissima Eucaristia. Al posto della Comunione, però, si distribuiscono patatine dell’azienda.
Seppure la pubblicità sia stata rimossa, vogliamo comunque condividere alcune riflessioni.
Non è la prima volta che quest’azienda pubblicizza i suoi prodotti rasentando il limite del conveniente. Altre due pubblicità, infatti, sono state realizzate con il noto attore pornografico Rocco Siffredi, conosciuto per i film hard e una dichiarazione del 2016 da cui sembra che abbia fatto una specie di “patto con il diavolo”: l’anima in cambio di successo.
Non sarebbe la prima volta nel mondo dei vip e, purtroppo, crediamo neanche l’ultima.
Nella home page del suo sito, l’azienda vorrebbe fare dell’amicizia il valore che anima la realizzazione dei suoi prodotti. Evidentemente non le interessa l’amicizia dei cattolici, che si sentono feriti dalla pubblicità che colpisce il vertice della sacralità della loro fede: Cristo, vivo e vero presente nelle Specie del pane e del vino.
La denigrazione dei valori cristiani è una forma di persecuzione che si aggiunge a quella già massiva che i cristiani sono costretti a subire ogni giorno nelle terre in cui la propria appartenenza a Cristo si paga pure con la vita. Un recente rapporto indica il 2024, sebbene ancora in corso, essere l’anno più duro, con un peggioramento generale delle condizioni dei cattolici nei circa cento paesi analizzati.
E mentre tutti “dormono” per difendere il diritto alla libertà religiosa, c’è chi dà il suo contributo con la reclame irrisoria e blasfema.
È troppo poco che la pubblicità sia stata rimossa. Se dopo il suo ritiro continuiamo a vivere come se nulla fosse successo, sbagliamo. Prima o poi verrà in mente a qualche altro pubblicitario di usare il sacro a scopo di lucro e mancare ancora di rispetto verso il sentimento religioso, in particolare cristiano, perché a schernire Maometto ce ne si guarda bene: si rischia la vita!
Riteniamo che quello di Amica Chips non sia soltanto un attacco ai nostri valori, ma anche un’offesa alla libertà religiosa.
Non possiamo stare in silenzio di fronte a quella che è una precisa strategia anti-cattolica, come lo è l’indifferenza delle istituzioni mondiali di fronte alla persecuzione dei cristiani in Corea del Nord, Somalia, Eritrea, Yemen e via discorrendo. Dobbiamo trovare un modo più incisivo per dare una lezione pacifica che suoni da monito a quanti vorranno proseguire nella tattica di provare sempre a pubblicare qualcosa di lesivo per la fede di una comunità. Un processo che è diventato quasi un sistema ormai standardizzato: si diffonde una pubblicità offensiva, poi, mal che vada, se qualcuno protesta, la si ritira. E tutto finisce così, qualche volta senza neanche chiedere scusa.
Non possiamo tollerare che tutto si concluda senza conseguenze.
Riteniamo direttamente responsabile dell’accaduto Alfredo Moratti, il proprietario dell’azienda di Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova.
Pertanto, invitiamo non solo a non acquistare più i prodotti di Amica Chips, ma a cominciare a pregare affinché il fatturato dell’azienda diminuisca. Chiediamo fortemente al Signore questa grazia come avvertimento per il mondo che ha apostatato.
Vediamo se di fronte ad una punizione divina ci sarà una revisione di vita. Vediamo se nel futuro altri avranno voglia di denigrare Nostro Signore.