Falsificazione del concetto di coppia e di benedizione, dottrina su misura e contraddittoria, giochi di parole e formule ambigue, negazione del diritto naturale: ecco tutti gli elementi dell’ultimo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede.
Il 18 dicembre 2023, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato la Dichiarazione Fiducia supplicans contenente indicazioni sulle benedizioni alle coppie di fatto irregolari, ossia conviventi, coppie omosessuali comprese. Il documento pontificio è firmato dal prefetto, il card. Victor M. Fernández e, con la formula ex audientia, da papa Francesco. Questo insegnamento ha suscitato lo sdegno di molti fedeli e l’opposizione di vari cardinali, di singoli vescovi, di intere conferenze episcopali e di un gran numero di sacerdoti. Mai si era vista una simile “guerra civile” nella Chiesa. L’effetto è stato di screditare il magistero della Chiesa per aver permesso quanto la Chiesa ha sempre vietato, e di dividere il corpo ecclesiale tra quanti hanno accolto perfino con entusiasmo le nuove disposizioni e chi le considera invece sbagliate sia dottrinalmente che pastoralmente. Questa Dichiarazione ci conferma che la Chiesa attraversa un tempo molto difficile, di smarrimento, insicurezza e contrapposizione interna. Quanti sono preposti a confermare nella fede i fratelli e a garantire l’unità nella fede, fondamento che rende poi uniti anche nella carità, hanno causato conseguenze contrarie.
Dicevamo sopra del discredito calato sul magistero. Solo tre anni fa, con il Responsum ad dubium del 2021 con cui il medesimo Dicastero aveva vietato queste benedizioni, si insegnava l’esatto opposto di quanto si dice oggi con Fiducia supplicans. Inoltre, le benedizioni delle coppie anche omosessuali si fanno da tempo nella Chiesa con l’avallo tacito dell’autorità. In Germania con il Cammino sinodale (Sinodaler Weg) e in Belgio, ove i vescovi hanno addirittura stabilito una liturgia apposita, quanto oggi viene permesso è da tempo una pratica usuale. Il caso del Belgio è anche più disarmante: nel marzo 2023, quindi due anni dopo il divieto del Responsum, in occasione della loro visita ad limina, i vescovi belgi hanno informato il Papa di questa loro liturgia e Francesco, dopo aver verificato che fossero tutti d’accordo, ha detto loro di continuare. È bene ricordare queste volute contraddizioni del magistero che obiettivamente lo discreditano perché la nuova Dichiarazione permette le benedizioni alle coppie irregolari ma solo al di fuori della liturgia, quando la liturgia già viene adoperata da tempo e per di più in contrasto con una precedente decisione pontificia, dato che anche il Responsum era stato approvato dal Papa.
La Dichiarazione Fiducia supplicans sostiene di ampliare il tema delle benedizioni dalla dottrina alla pastorale. Dice che la dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla sessualità non cambia, ma dichiara possibili le benedizioni delle coppie irregolari fuori dalla liturgia e senza che le si possa interpretare come una revisione della dottrina sul matrimonio. Si tratta di una astuzia che abbiamo già visto applicata nell’Esortazione Amoris lætitia. La benedizione, quando è data da un sacerdote, è un “sacramentale” che chiama in causa la Chiesa e quindi non può riguardare situazioni di vita oggettivamente contrarie al deposito della fede e alla morale naturale e cattolica. Inoltre, chi riceve una benedizione deve accostarvisi con la disposizione del pentimento e della volontà di cambiare vita: di solito le benedizioni si ricevono in ginocchio o con il capo chino. A queste condizioni si può benedire una persona con tendenze omosessuali, ma non la coppia omosessuale, perché così facendo si benedirebbe un peccato grave e pubblico. La presenza della coppia alla benedizione significa che i due non sono pentiti e che non desiderano cambiare vita, sicché inevitabilmente la benedizione approva quella situazione. Inoltre, la coppia irregolare vive di una relazione ingiusta e violenta, dentro la quale si inseriscono anche eventuali altri aspetti in sé positivi, ma che in quel contesto vengono deturpati. Non è corretto, perciò, dire che la benedizione riguarda quegli aspetti come l’aiuto e la cura reciproci, ma non la relazione in quanto tale.
Fiducia supplicans dice che la dottrina tradizionale viene mantenuta e che le novità da essa stabilite sono solo pastorali. In questo modo si nega che la pastorale debba seguire la dottrina e da essa venire illuminata. Una pastorale che non rispetti la dottrina vuol dire che presuppone un’altra dottrina. È quindi impossibile che una nuova pastorale non rispettosa della dottrina non provochi anche una revisione della dottrina. Amoris lætitia, per esempio, ha richiesto un cambiamento dottrinale molto forte circa cosa sia adulterio, peccato, coscienza, sacramento, stato di grazia, pentimento e così via. Allo stesso modo Fiducia supplicans richiederà e provocherà cambiamenti dottrinali che in essa sono già contenuti implicitamente dato che fa compiere alla pastorale dei passi contrari alla dottrina precedente. Molti osservatori temono che alla fine si arrivi anche a modificare il catechismo a proposito dell’omosessualità.
Va anche notato che in questo caso il magistero non solo non ha tenuto conto della Tradizione della Chiesa e del magistero precedente – infatti la nuova Dichiarazione cita quasi esclusivamente papa Francesco come se la Chiesa fosse iniziata con lui – ma nemmeno dei principi del diritto naturale e della legge morale naturale. Anche con la semplice ragione, infatti, si comprende che la sessualità va vissuta nel matrimonio, che questo si ha solo tra un uomo e una donna uniti indissolubilmente e aperti alla vita, che il matrimonio e la famiglia sono cellula della società solo a queste condizioni dato che la società non inizia da una coppia omosessuale perché non si tratta nemmeno di una “coppia”, ma di due individui che si strumentalizzano a vicenda facendosi violenza reciproca anche se consenziente.