SPIRITUALITÀ
Come vorremmo noi morire?
dal Numero 42 del 5 novembre 2023
di Padre Stefano M. Manelli

«Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale».

(San Francesco d’Assisi)

«Beati i morti che muoiono nel Signore», leggiamo in Apocalisse 14,13. E che cosa ci insegna la fede sulla verità della nostra morte?
«La morte è l’eredità di tutti gli uomini», insegna san Paolo (Rm 5,12), poiché è «lo stipendio del peccato» (Rm 6,23) che ci fece perdere l’immortalità, per cui «passa la scena di questo mondo» (1Cor 7,31), e «chi di voi – dice Gesù – per quanto si affanni può aggiungere un’ora sola alla sua vita?» (Lc 12,25).
Che cosa avviene all’atto della morte? 
Avviene:
il termine della vita terrena;
la separazione dell’anima dal corpo;
il giudizio particolare di Dio;
l’entrata dell’anima nella Vita eterna, ossia: entra in Paradiso chi muore “santo”; entra in Purgatorio – breve o lungo – chi muore in grazia di Dio, ma con i peccati da espiare; va nell’inferno eterno, invece, chi muore con il peccato mortale nell’anima.
A san Pio da Pietrelcina, un giorno, un fedele disse: «Padre, ho molta paura della morte», e padre Pio gli disse: «Chiediamo al Signore che ci mandi la morte quando siamo in grazia di Dio, dopo aver fatto il Purgatorio qui, sulla terra». 
Per far morire i malati gravi con la grazia di Dio nell’anima bisogna stare attenti a chiamare il sacerdote al letto dell’ammalato che deve confessarsi e ricevere l’Unzione degli infermi: è una grave responsabilità aspettare a chiamare il prete quando il moribondo, già in agonia, non può più confessarsi. In tali casi si faccia pregare il malato almeno con la pia giaculatoria:

«Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il cuore e l’anima mia.
Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell’ultima agonia.
Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l’anima mia!».

Il giovane san Domenico Savio, quando venne mandato da san Giovanni Bosco in famiglia perché gravemente ammalato, appena arrivò a casa chiese subito ai genitori di chiamare il sacerdote per avere i sacramenti della Confessione, della Comunione-Viatico e dell’Unzione degli infermi, per disporsi ad una santa morte. 
Accontentato, san Domenico si raccolse subito nella recita del santo Rosario e così spiccò il volo nel Paradiso di Dio, della Madonna, degli angeli e dei santi.
Dopo la morte, il Santo apparve radioso a san Giovanni Bosco, il quale gli chiese che cosa lo aveva aiutato di più a morire santamente, e san Domenico rispose che era stata soprattutto la devozione alla Madonna, a lui molto vicina nell’ora della morte.  

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