SPIRITUALITÀ
Fede e apostolato | La famiglia Manelli, una famiglia cara a Dio
dal Numero 41 del 29 ottobre 2023
di Claudio Circelli /13

L’amore è diffusivo. I veri amanti, perciò, non possono fare a meno di portare l’Amato alle anime che incontrano, anche se a volte può capitare di trovarsi in situazioni inaspettate come avvenne al nostro Servo di Dio...

«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mt 10,5-8).
Con queste parole Gesù fa dell’apostolato un atto integrante della vita del cattolico. Anzi, si potrebbe dire che non si è pienamente cristiani se non ci si dedica all’evangelizzazione, se non ci si applichi con impegno a portare la Parola di Dio; non solo ai lontani per fede e cultura, ma anche a coloro che, pur vivendo in contesti non ufficialmente ostili al Cristianesimo, lo contraddicono nei fatti, promuovendo in tal modo, nella vita pratica, valori e ideali non riconducibili agli insegnamenti della dottrina cattolica. 
La fede ha in se stessa come un’inestricabile esigenza di diffondersi; è nella sua logica naturale. San Francesco d’Assisi ha conferito all’attività di evangelizzazione un posto di primissimo piano, riconoscendole una forma istituzionale scritta, con la quale disciplinare l’ispirazione dei frati a recarsi tra i saraceni o tra altri infedeli (cf Regola bollata). Tutto ciò perché il fine ultimo della fede in Dio è la salvezza delle anime e chi da essa è stato conquiso arde dal desiderio di trasmetterla a tutti gli uomini di buona volontà. 
Ora, ci sono essenzialmente due modi per raggiungere questo mirabile fine della nostra esistenza. C’è quello della predicazione, dono che non è conferito a tutti, e quello della sola preghiera, con la consacrazione totale di se stessi al Signore. Tra queste ci sono alcune forme intermedie, una che mi colpisce è quella di chi intende dare testimonianza della propria fede in modo silenzioso, vivendo in mezzo agli altri, anche infedeli, senza fare prediche, predicando semplicemente con la bontà della propria vita, come fece san Charles de Foucauld tra i Tuareg.
Al servo di Dio Settimio Manelli, invece, non mancava il dono della parola per impreziosire con la sua arte linguistica i suoi discorsi spirituali che illuminavano i cuori di quanti ebbero modo di conoscerlo e di ascoltarlo. Non da meno fu il suo impegno in una vita di radicale adesione agli insegnamenti di Cristo; anzi, da esso traeva nuova linfa vitale per esprimere con le parole ciò che prorompeva dall’abbondanza del cuore. Dal rigore con cui aderiva al Vangelo traeva l’eccellente convinzione con cui trasmetteva gli insegnamenti della fede cattolica.
Fu per amore dell’apostolato che una volta, mentre era in villeggiatura con la famiglia a San Giovanni Rotondo, accettò l’invito di una professoressa di San Marino per parlare di san Pio. La donna si mostrava apparentemente scettica in materia di fede e Settimio dovette pensare di essersi presentata l’occasione buona per fare del salutare apostolato. Il Servo di Dio non era certo a corto di argomenti per aiutare quella povera anima a sciogliere i dubbi che la impigliavano nel percorso verso Dio. Alla prova dei fatti, però, la signorina si rivelò molto più che esitante o perplessa. Siamo tra il 1939 e il 1940. Il Servo di Dio raggiunse l’unica struttura di ricovero dei pellegrini che a quel tempo si recavano a San Giovanni Rotondo, l’albergo Villa Pia, per incontrare la professoressa che ivi alloggiava. Dopo i convenevoli saluti, mentre la conversazione toccava i temi della fede, senza un ragionevole motivo il Servo di Dio cominciò a tremare e a battere i denti, e non certo per il freddo o per la febbre. Il tremore e il battito dei denti diventò irrefrenabile e la signorina, guardandolo, gli disse sorridendo: «Questa è la mia potenza». Settimio riconobbe che da quella donna sprigionava una potenza diabolica. Purtroppo, nel suo passato, non era stato a digiuno neanche di questo malefico tipo di esperienza e, dunque, sapeva ben riconoscerla. Subito prese a invocare mentalmente san Pio e in tal modo riuscì a trovare la forza di alzarsi e andare via. Il dibattito fu interrotto ma, come si potrà ben comprendere, non c’era altro da aggiungere.  

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