L’8 settembre celebriamo la festa della natività di Maria Santissima. Le rivelazioni ricevute da alcune anime mistiche possono aiutarci a considerare di questo mistero quello che la Sacra Scrittura non narra, muovendo il cuore a santi affetti.
I Vangeli dicono ben poco della vita della Beata Vergine Maria. Per poter parlare di Lei, dunque, bisogna basarsi sulla Tradizione e sulle rivelazioni private dei santi, sebbene sappiamo che queste ultime non costituiscono la “Rivelazione” in senso stretto, come invece sono la Sacra Scrittura e la sacra Tradizione, ma possono darci degli spunti di riflessione e meditazione molto utili ed efficaci. Del resto, come afferma il servo di Dio dom Prosper Guéranger, le rivelazioni private «costituiscono un potente mezzo per rafforzare e accrescere i sentimenti cristiani».
Non volendo lasciar passare la festa della natività della Madonna, che cade l’8 settembre, senza dir nulla di questo glorioso evento, attingeremo dunque da due anime che, tra i mistici, con maggior profusione hanno trattato della vita della Madre di Dio: la venerabile Maria d’Agreda e la beata Caterina Emmerich.
Come sappiamo, Dio creò immacolata l’anima della Santissima Vergine, di una bellezza unica, della quale gioiscono anche gli angeli. Nel momento in cui l’anima di Maria fu infusa nel corpo, la sua santa madre Anna fu ricolma di Spirito Santo e provò una straordinaria felicità ed unzione.
Durante tutta la sua vita, ma specialmente nei nove mesi in cui portò in grembo la sua santissima figlia, sant’Anna ricevette costantemente grazie e illuminazioni sul grande mistero dell’Incarnazione e lodava il Signore con cantici d’amore.
Per accrescere i suoi meriti, Dio permise che sant’Anna sperimentasse difficoltà durante la sua gravidanza. Benché satana non sapesse che la creatura che portava in grembo sarebbe stata la Madre del Salvatore, percepiva tuttavia la grande forza spirituale che si sprigionava da Lei. Perciò fece del suo meglio per tentarla e nuocerle. Inutile dire che ella resisté ai suoi attacchi con umile fortezza, indefessa pazienza e costante preghiera.
Agli inizi di settembre, sant’Anna comprese, per divina ispirazione, che il tempo dell’attesa nascita era ormai giunto. Ricolma di gioia, pregò il Signore perché le concedesse la grazia di un buon parto e, a tal fine, fece chiamare tre donne, scelte tra le sue parenti più intime, perché la sostenessero in quell’evento. Quando ne diede notizia a san Gioacchino, questi sussultò di gioia e preparò i migliori agnelli e capri per offrirli al Signore in segno di gratitudine e ringraziamento.
Le tre donne, giunte di sera, abbracciarono affettuosamente la loro fortunata parente Anna, la quale, ricolma di gioia soprannaturale, proruppe in un meraviglioso cantico d’amore al Signore. Poi, preso un leggero pasto, fatto di pane, acqua e qualche frutto, andarono tutte a riposare. Sant’Anna pregò fino a mezzanotte, quando svegliò le sue parenti e con loro si recò nel suo piccolo oratorio. Qui, inginocchiatasi, iniziò a pregare. Una luce soprannaturale pervase la stanza e avvolse sant’Anna. Notando il singolare fenomeno, le tre parenti si prostrarono a terra, nascondendo i loro volti. Qualche istante dopo, esse tornarono a guardare quanto era successo: sant’Anna aveva una bellissima creatura tra le sue braccia! Con lacrime di gioia e d’amore, ella guardò l’immacolata Bambina che stringeva al suo petto e, alzando gli occhi al cielo, esclamò: «O Signore e Creatore, con eterno rendimento di grazie ti offro il frutto benedetto del mio grembo, che ho ricevuto dalla tua bontà senza alcun mio merito. Ma come potrò trattare degnamente questa creatura assolutamente speciale?».
Dio le fece comprendere che avrebbe dovuto allevare la santa Bambina con tutto l’amore e la tenerezza materna, ma senza alcuna manifestazione esterna di riverenza, riservando solo alla sfera interiore la più profonda venerazione verso la futura Madre del Redentore. In questo parto, meraviglioso benché naturale, sant’Anna era stata liberata dai travagli e dolori provati normalmente dalle altre madri.
Le presenti intonarono un inno di grazie e di lode a Dio, mentre molti angeli invisibili salutavano la piccola Maria con melodie celestiali.
Sant’Anna si ritirò nella sua stanza con la Bambina, che pose in una piccola culla accanto a sé, quindi chiamò san Gioacchino. Giunto nella stanza, questi si inginocchiò, profondamente commosso alla vista di quella Bambina che lui e la moglie avevano atteso per venti lunghissimi anni. Mentre le lacrime gli rigavano il volto, prese tra le braccia la piccola Maria e anche lui rivolse a Dio il suo profondo ringraziamento.
Nell’istante della nascita di Maria Santissima, Dio Onnipotente favorì la sua anima purissima di una visione della Trinità Santissima in Cielo e, con un privilegio del tutto speciale, la dotò, sin da quel momento, del pieno uso della ragione e del pieno dominio sui sensi. Così come molti santi, ma in un grado notevolmente maggiore, Maria Santissima sin dall’infanzia conobbe e amò Dio con tutto il cuore. E appena aprì i suoi occhi, vide con profondo affetto i suoi santi genitori, sant’Anna e san Gioacchino, come pure i molti Angeli inviati da Dio a sua protezione e custodia nel corso della sua vita terrena.
L’arcangelo Gabriele fu inviato ad annunciare la grande notizia della nascita di Maria a tutti i profeti, i patriarchi e le anime del limbo. Sentendo che la Madre del Redentore era finalmente nata, essi gioirono e lodarono Dio per la sua misericordia verso l’umanità.
Nell’istante della nascita della Vergine, in tutta la natura vi fu uno straordinario impeto di gioia. Molte persone rette e pie percepirono una inusuale esaltazione spirituale, senza conoscerne la causa. Al contrario, molti uomini dal cuore perverso si sentirono turbati.
Presso il Tempio di Gerusalemme, il vecchio Simeone udì un uomo posseduto gridare: «Devo fuggire, noi tutti dobbiamo fuggire! È nata una Vergine...!».
Alla profetessa Anna fu mostrato in visione che una figlia di elezione era nata in Israele.
Il giorno seguente, molti amici e vicini di san Gioacchino e sant’Anna giunsero a vedere la Bambina e si congratulavano con i santi genitori.
In Cielo la Santissima Trinità annunciò ai Cori degli angeli: «La nostra eletta si chiamerà Maria».