Il secondo rapporto OPA evidenzia una verità fondamentale: la vita umana comincia dal concepimento. Mette anche in luce un numero ben più esorbitante di aborti effettuati rispetto a quello che ci è ufficialmente riferito. E c’è ancora di più...
Tra i soci fondatori dell’Osservatorio Permanente sull’Aborto (OPA) che ha pubblicato i due rapporti sui costi della legge 194 in Italia di cui abbiamo parlato recentemente, ci sono due luminari della ginecologia, clinici e cattedratici di fama internazionale: Giuseppe Noia, docente di Medicina Prenatale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, direttore dell’Hospice Perinatale - Centro per le Cure Palliative Prenatali e Postnatali “Santa Madre Teresa di Calcutta” del Policlinico Gemelli, presidente della fondazione “Il Cuore in una Goccia”; e Filippo M. Boscia, direttore del Dipartimento per la Salute della Donna e la tutela del Nascituro nell’Università degli Studi di Bari e nell’ASL, presidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI). Contestualmente al secondo rapporto (cui hanno collaborato anche loro) l’OPA ha pubblicato una ricerca di Noia, con la prefazione di Boscia, dal titolo Il dialogo nascosto tra madre e figlio (dal concepimento all’impianto) fonda l’esistenza della persona umana dalla nascita alla morte naturale.
Anche questo preziosissimo lavoro è scaricabile gratuitamente dal sito dell’OPA (www.osservatorioaborto.it).
In esso la scienza libera e vera (si veda la bibliografia ricchissima e autorevolissima di cui è corredato il testo) attesta l’umanità del concepito dal momento in cui lo spermatozoo feconda l’ovulo: con il concepimento ha inizio un nuovo membro della società umana, corredato del suo DNA, autonomo (anche se non indipendente, ovviamente: ma alla fine, quand’è che diventiamo davvero indipendenti dalla mamma?), che dialoga con il corpo della madre ancor prima che si impianti nell’utero. E il “cross talk” tra madre e figlio in questi otto giorni circa prima dell’impianto ha una rilevanza cruciale per la vita futura del bambino, dell’adolescente e persino dell’adulto che sarà.
L’importanza di questa pubblicazione sta nel fatto che sbugiarda quella pseudo-scienza, asservita all’ideologia, che ha fatto passare la vulgata secondo cui la gravidanza comincia con l’impianto dell’embrione in utero. Il libro spiega bene – e ne porta le prove – il gioco della neolingua studiato a tavolino per ottenere il suddetto risultato. A che pro? Lo scopo è evidente: se la gravidanza comincia con l’impianto, prima a quel piccolino si può fare “tutto”: è solo un grumo di cellule.
E quindi si può procedere all’assemblaggio di embrioni in laboratorio, si possono dissezionare, studiare, clonare... e ovviamente si può dire che gli strumenti che impediscono l’annidamento sono semplici contraccettivi, dissimulando il loro effetto abortivo, cioè distruttivo di una piccola vita umana. Il tutto con grande soddisfazione delle case farmaceutiche che producono le pillole e gli altri cosiddetti anticoncezionali come la spirale, che – appunto – avendo effetto antinidatorio provocano dei “criptoaborti”.
Era importante questa pubblicazione contestualmente al secondo rapporto OPA, perché in questo viene evidenziato come il numero degli aborti in Italia non sia affatto in diminuzione – come dice la vulgata e come sostengono le relazioni ministeriali al parlamento – proprio perché bisogna calcolare anche gli aborti precoci causati dalle pillole post-coitali (la pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo che vengono chiamate, appunto, “contraccettivi d’emergenza”). Quindi, citando qui per brevità solo i dati del 2020 (ultimi dati disponibili), agli aborti volontari legali, chirurgici o con RU486 che sono secondo la relazione ministeriale 66.413, vanno aggiunti almeno 45.000 criptoaborti (stima molto prudenziale) causati dalle pillole postcoitali.
Fin qui il rapporto OPA.
Ma noi sappiamo che anche la pillola estroprogestinica può avere effetto antinidatorio. Il dottor Angelo Francesco Filardo, grande esperto di fecondità umana, ha calcolato 61.537 criptoaborti causati dalle pillole anticoncezionali tradizionali. E le vittime della “contraccezione di emergenza” sono circa il doppio di quelle calcolate dall’OPA (che ha voluto tenersi molto basso per evitare questioni). A questi si possono aggiungere ben 984.586 aborti causati dalla spirale e, infine, 13.000 aborti clandestini che secondo il ministero ci sono ogni anno (ma la legalizzazione dell’aborto non doveva servire a far scomparire gli aborti clandestini?!).
Da questo terribile calcolo il risultato finale è agghiacciante: nel solo 2020 sono mancati ben 1.221.068 bambini. Bambini mancanti, sottolineo. Perché alla società manca il loro contributo in termini di relazioni umane, idee, sogni, incontri, invenzioni e anche in termini meramente economici di lavoro e produzione. E poi mancheranno i loro figli e i figli dei loro figli...
E chi dice che la 194, in 45 anni, ha causato 6 milioni di morti (che sono comunque troppi), si renda conto che parla solo della punta di un enorme iceberg che io non ho il coraggio di immaginare.