«La Chiesa vive del Cristo Eucaristico: da Lui è nutrita, da Lui è illuminata». Vogliamo dunque “nutrire e illuminare” la nostra vita spirituale contemplando e amando sempre più l’Eucaristia e farlo per la mediazione di Maria Santissima.
Nel 2003 san Giovanni Paolo II scrisse l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, ricordandoci una professione di fede fondamentale perché la Chiesa ritrovi il suo centro. Quando il Papa “tutto di Maria” scrisse questa bellissima Enciclica, lo fece pensando al terzo millennio e alla crisi di fede che non dava segni di ripresa. Già nelle prime pagine troviamo espresso il suo intento di Pontefice ispirato dallo Spirito Santo: «Contemplare il Volto di Cristo, e contemplarlo con Maria, è il “programma” che ho additato alla Chiesa all’alba del terzo millennio, invitandola a prendere il largo nel mare della storia con l’entusiasmo della nuova evangelizzazione. Contemplare Cristo significa saperlo riconoscere dovunque Egli si manifesti, nelle sue molteplici presenze, ma soprattutto nel Sacramento vivo del suo Corpo e del suo Sangue. La Chiesa vive del Cristo eucaristico, da Lui è nutrita, da Lui è illuminata» (n. 6).
Davanti alla tremenda apostasia che la Chiesa sta vivendo, a distanza di un solo ventennio da queste parole, non può che balenare alla mente l’indimenticabile richiamo di san Giovanni Bosco con il suo significativo sogno-visione delle due colonne nel mare in tempesta: la colonna dell’Eucaristia e quella dell’Immacolata. Nel suo celebre sogno, quando la nave della Chiesa venne ancorata dal Sommo Pontefice alle suddette colonne, solo allora tornava al sicuro e riacquistava la pace.
Dall’Enciclica di san Giovanni Paolo II si evince il profondo legame che intercorre tra l’Eucaristia e l’Immacolata. Gli spunti di riflessione di carattere “mistico-teologico” ivi presenti andrebbero ben meditati, e messi in pratica alla luce della teologia della storia contemporanea.
Il carattere del pontificato mariano-eucaristico di questo Pontefice fu proprio l’impegno a rimettere “la nave” della Chiesa sulla sua unica traiettoria di ancoraggio, così da non far perdere la luce della fede e, di conseguenza, della ragione. Il suo lungo magistero ha mostrato come tali “colonne”, vitali per il futuro della Chiesa, siano in se stesse decisamente unite, inscindibilmente e visceralmente dipendenti l’una dall’altra. Il fatto che «la Chiesa vive del Cristo eucaristico, da Lui è nutrita, da Lui è illuminata» (ibidem) è dovuto al grande mistero della presenza reale e alla realtà altamente misterica della Messa quale Sacrificio gradito al Padre, lo stesso Sacrificio del Calvario che si ripresenta incruentemente sui nostri altari. Sembrerebbero cose scontate, ma l’attuale raffreddamento della fede ha indebolito moltissimo, nei fedeli, anche la fede nella presenza reale di Gesù Cristo nel Sacramento e, ancor più, nella dimensione sacrificale della Santa Messa.
L’ultimo capitolo dell’Enciclica è tutto dedicato a Colei che san Giovanni Paolo II ha definito Donna Eucaristica, ricordando così – a sacerdoti e fedeli – quanto la Madre sia sempre vicina al Figlio, tanto più nella Messa. Andando alla radice, il Papa volle sottolineare come «l’Eucaristia, mentre rinvia alla Passione e alla Risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con l’Incarnazione. Maria concepì nell’Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del Corpo e del Sangue» (n. 55). Da qui, «Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche» (n. 57). In modo ancora più specifico, durante l’Angelus del 12 febbraio 1984, aveva precisato che «Maria è presente nel memoriale – l’azione liturgica – perché fu presente all’evento salvifico [...]; [Maria] è presso ogni altare, dove si celebra il memoriale della Passione-Risurrezione, perché fu presente, aderendo con tutto il suo essere al disegno del Padre, al fatto storico-salvifico della morte di Cristo».
Questi elementi tanto cari al magistero di san Giovanni Paolo II vogliono essere la “svolta” per il futuro della Chiesa: è necessario tornare ad ancorarsi a quelle due uniche colonne che salvano dalle tempeste tenebrose delle ideologie ed eresie. Come Mediatrice, infatti, la Madonna ha proprio il compito di portare a Gesù, e di farlo nel modo più sicuro e cristocentrico possibile.
Nostro compito, davanti all’invito e alla speranza di san Giovanni Paolo II, è quello di riscoprire il tesoro della Chiesa e del suo sussistere: l’Eucaristia, per mezzo e per intercessione immancabile della Madre della Chiesa e Madre dell’Eucaristia. Sant’Agostino, il grande Dottore che non tramonta mai, anche oggi ci assicura che questa è l’unica via vitale per ogni membro del Corpo mistico di Cristo: «Il Verbo è il nutrimento degli angeli. Gli uomini non hanno la forza di nutrirsi, eppure ne hanno bisogno. Occorre trovare una madre che mangi questo Pane soprasostanziale e lo trasformi in latte per nutrire i suoi poveri figli. Ed ecco Maria: Ella si nutre del Verbo e lo trasforma nella santissima umanità, lo trasforma in Corpo e Sangue, in questo latte soavissimo che si chiama Eucaristia».