Nel diciannovesimo anniversario della dipartita della serva di Dio Licia Gualandris, vogliamo ricordare la sua figura di mamma esemplare, figlia spirituale di san Pio da Pietrelcina. E preghiamo perché anche oggi sorgano tante mamme sante come Mamma Licia!
Questi nostri tempi pervasi da tutte le parti da influenze malsane, antireligiose, massoniche e anarchiche hanno ormai portato allo smantellamento del matrimonio cristiano e della famiglia, eliminando l’indissolubilità, la fedeltà e la fecondità, e introducendo il divorzio, l’aborto e l’eutanasia. Per questo, ogni tanto, è utile, anzi necessario, per venire incontro allo smarrimento di tante anime senza Dio, mettere sotto gli occhi di chi legge l’esempio di un matrimonio cristiano e di una madre che ha seguito la bella morale del buon tempo antico.
Si chiama Licia Gualandris, serva di Dio come il marito, nata a Nembro (Bergamo) e morta a Roma all’età di 96 anni, il 18 gennaio del 2004. È una madre di 21 figli, umile e ardente, che, dopo aver conosciuto le verità divine, le ha attuate con un coraggioso programma di vita, rimanendo attaccata alla fede dei nostri padri, come esortava padre Pio. Mamma Licia, come familiarmente era chiamata, ha seguito la Legge di Dio in tutto e perciò la sua vita è stata un continuo progredire nell’amore verso Gesù, la Madonna, i santi e il prossimo. Fondamentale per il suo cammino di fede è stato l’incontro con padre Pio che ha conosciuto all’età di 19 anni e di cui è divenuta devotissima e fedele figlia spirituale.
Da subito ha affrontato in modo eroico l’educazione e le responsabilità di una famiglia così numerosa e, a differenza di tanti genitori spesso incapaci di dare una corretta formazione ai figli, lei, con la collaborazione anche del marito, è stata sempre attenta e vigilante fin da quando i figli erano piccoli, educandoli, man mano che crescevano, alla preghiera, ai fioretti, alle pie pratiche, come quelle del mese di maggio, dei Primi venerdì del mese e della recita del santo Rosario tutte le sere insieme. Certo, con tutto il da fare che aveva, le rimaneva poco tempo per la preghiera personale e di questo si addolorava e allora, sentendosi in colpa, in una Confessione disse a padre Pio che lei pregava poco. E il Padre le rispose: «Figlia mia dalla mattina alla sera stai sempre a pregare i tuoi tanti figli di comportarsi bene, di fare questo, di non fare quello… non è preghiera quella? Come fai a dire che non preghi?», e così la paterna risposta di padre Pio la rasserenò. Oltre il lavoro e le fatiche quotidiane, nella sua vita, innumerevoli sono state le prove che l’hanno colpita ripetutamente, come le malattie, la morte di tre figli piccoli e di altri tre verso la fine della sua vita. Lei, però, pur sentendosi spezzare il cuore, ha sempre accettato la volontà di Dio e non è mai venuta meno la sua serenità interiore, frutto di una retta coscienza e dell’aiuto della grazia di Dio, come le disse padre Pio in Confessione: «Non credere che ce la fai da sola, è la grazia di Dio che ti sostiene, altrimenti mo’ ce la faresti da sola con tanti figli grandi e piccoli!».
Divenuta anziana, ogni tanto andava con la mente alla sua lunga vita e non poteva che benedire Dio per tutto quello che aveva ricevuto: un marito dalla “fede che smuove le montagne” (cf Mt 17,20), i tanti figli, tutti sani, affettuosi e riconoscenti, tantissimi nipoti e pronipoti, e soprattutto la grazia più grande, il dono di un figlio religioso e sacerdote, fedele alla sua missione e fondatore di un Istituto francescano missionario di frati e suore. Proprio questo figlio, che si chiama Stefano, le ha dato le più grandi gioie perché da lei ha appreso l’amore alla Madonna di cui è devotissimo, e questo amore lo ha trasfuso nei suoi innumerevoli scritti tutti di profonda spiritualità mariana.
Ogni giorno, specialmente da anziana, recitava parecchi Rosari per ringraziare la Madonna del suo continuo aiuto soprattutto attraverso padre Pio, e proprio padre Pio le aveva predetto che sarebbe vissuta a lungo. Una volta infatti, al pensiero di poter morire prima che i figli si sistemassero (alcuni erano ancora studenti), preoccupatissima disse in Confessione al Padre: «Che fine faranno i miei figli se io dovessi morire all’improvviso?», e lui le rispose: «Tu penserai a morire quando tutti i tuoi figli saranno a posto», e così è stato. Anzi, dopo la sistemazione del ventunesimo figlio è vissuta altri 30 anni e così ha goduto non solo della presenza dei numerosi nipoti ma anche dei pronipoti. Specialmente dei pronipoti della sua primogenita, le cui figlie con i loro bambini (erano 7-8) nel mese di luglio venivano a Frigento, dove mamma Licia trascorreva negli ultimi anni l’estate, e stavano tutti insieme. Ancora oggi questi pronipoti conservano un luminoso e lieto ricordo della loro amatissima bisnonna, per la sua dolcezza, per la sua devozione e per la sua pazienza verso di loro. Pur essendo piccoli cercavano di aiutarla, infatti chi le portava gli occhiali, chi il velo, chi il bastone e chi chiedeva il permesso per correre con il suo deambulatore. Oggi cinque di questi pronipoti si sono consacrati a Dio e uno di loro, tra pochi mesi, diventerà sacerdote e sicuramente la loro vocazione è dovuta anche alle costanti preghiere della loro amatissima bisnonna.
Certo, con tante mamme così, che mirano solo ad amare Dio e a fare la sua volontà, il mondo cambierebbe, e allora preghiamo la Madonna che mandi tante mamme sante.