I contraccettivi fanno male alla salute e aumentano oltre ai rischi di trombosi anche quelli di cancro. È scritto chiaramente sul foglietto illustrativo ma il tema è occultato dal dibattito pubblico, specie quando si chiede che sia lo Stato a rimborsare le pillole.
Fine settembre un gruppo di ragazzine arrabbiate col mondo, nel corso di una manifestazione pro-aborto, ha contestato Laura Boldrini, ex presidente della Camera e rieletta in parlamento con il PD. L’accusa: la sinistra istituzionale non avrebbe fatto abbastanza per supportare i diritti delle donne, ad esempio avrebbe reso la pillola anticoncezionale a pagamento. Nei giorni successivi allora con abile mossa propagandistica l’assessore alla salute del Lazio, Alessio D’Amato, che ha in mente la presidenza della regione, promette pillole per evitare la gravidanza gratis nei consultori alle ragazzine dai 15 ai 19 anni. Il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, che si candida invece alla guida del nuovo PD post disfatta elettorale, ha rilanciato: noi già diamo le pillole gratis, ora metteremo a disposizione nei consultori anche il farmaco abortivo RU486. Tutto nel nome della “salute riproduttiva”. Ma siamo sicuri che le pillole anticoncezionali, ossia quelle “leggere” a base di drospirenone e quelle “pesanti” che combinano estrogeno e progestinico, siano sicure per la salute?
Useremo solo dati ufficiali, messi a disposizione dalle autorità sanitarie competenti. Ad esempio nel 2014 [1] l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) lancia un avviso: «Contraccettivi ormonali combinati e rischio di tromboembolia: informazioni per le donne e per i medici, [...] per informarli dei risultati della recente revisione europea che si è concentrata a valutare i rischi e i benefici di tali medicinali in relazione alla possibile insorgenza di coaguli di sangue. Tale rischio è ben noto da molti anni e la revisione ha confermato che è comunque basso e che è tuttavia importante che sia le pazienti che i prescrittori siano correttamente informati al momento del loro utilizzo. [...] Il rischio che si formi un coagulo di sangue associato con l’uso di un contraccettivo ormonale combinato è più alto nel primo anno di utilizzo ma rimane maggiore di quello delle non utilizzatrici. Il rischio torna alla normalità pochi mesi dopo averne interrotto l’assunzione». “Basso” significa che è comunque molto più alto del rischio che corrono donne che non usano contraccezione. Infatti uno studio [2] pubblicato sul serissimo British Medical Journal nel 2009 ci dà una quantificazione: «Durante i mesi di terapia, il rischio di trombosi venosa era alto, indipendentemente dal tipo di contraccettivo utilizzato. In confronto ad altri progestinici, levonorgestrel era associato al rischio trombotico più basso (con un rischio circa quadruplo rispetto al non utilizzo) [3]. Per contro, il rischio di trombosi venosa, rispetto al non utilizzo di contraccettivi orali, aumentava di 5,6 volte per gestodene, 7,3 volte per desogestrel, 6,8 volte per ciproterone acetato e 6,3 volte per drospirenone».
Nel 2021 [4] l’Aifa, che per motivi politici è costretta a inserire alcune frasi che minimizzano il pericolo, ne ribadisce l’esistenza e quantifica il numero assolutamente rilevante:
Tabella 1: Rischio di TEV con i contraccettivi ormonali combinati
Progestinici nei COC (combinati con etinilestradiolo, se non specificato) | Rischio relativo verso Levonorgestrel | Incidenza stimata /anno di utilizzo) |
Non in gravidanza, non utilizzatrici | — | 2 |
Levonorgestrel | Riferimento | 5-7 |
Norgestimato / Noretisterone | 1,0 | 5-7 |
Gestodene / Desogestrel / Drospirenone | 1,5-2,0 | 9-12 |
Dienogest | 1,6 | 8-11 |
Etonogestrel / Norelgestromina | 1,0-2,0 | 6-12 |
Clormadinone / Nomegestrolo acetato (E2) | DC1 | DC1 |
E2 — estradiolo; DC — da confermare
1 Sono in corso o pianificati ulteriori studi per raccogliere dati sufficienti per stimare il rischio per questi medicinali
Ho provato a fare una stima prudenziale che tiene insieme i diversi prodotti di tipo combinato e si può ipotizzare che ci sono ogni anno non meno di 1.900-2.200 eventi di questo tipo. Non basta. L’Aifa aggiunge: «È noto che anche il rischio di TEA (infarto miocardico, accidente cerebrovascolare) è aumentato con l’uso di COC, tuttavia non ci sono dati sufficienti per dimostrare se questo rischio vari tra i diversi medicinali». Insomma la pillola di uso comune fa certamente male al sistema cardio-circolatorio.
Vediamo ora cosa dice il bugiardino della pillola “leggera”, quella a base di solo drospirenone. A proposito, perché il bugiardino si chiama così? Secondo l’Accademia della Crusca [5]: «Queste particolari “istruzioni per l’uso”, soprattutto negli anni di boom della farmacologia, tendevano a sorvolare su difetti ed effetti indesiderati del farmaco per esaltarne i pregi e l’efficacia. [...] Negli ultimi anni, grazie a restrizioni legislative che hanno imposto regole più rigide per la compilazione dei foglietti illustrativi e anche grazie ad una maggiore attenzione dei consumatori nell’assumere farmaci, siamo forse arrivati ad ottenere che siano riportate sul bugiardino tutte le notizie importanti riguardo al farmaco». Insomma, di nome è bugiardino ma nei fatti oggi possiamo attenderci che quello che c’è scritto sia vero, anche considerando che oltre all’Aifa c’è la supervisione solitamente molto diligente dell’Ema (l’Agenzia europea dei medicinali). Leggiamo la versione del 2021 di un prodotto commercializzato in Italia, tenendo conto che di tanto in tanto ci sono piccole revisioni e che magari fra qualche mese o anno ci saranno ancora più dati interessanti.
«Carcinoma mammario. Una meta-analisi di 54 studi epidemiologici ha riportato che vi è un rischio relativo leggermente più elevato (RR = 1,24) di diagnosi di carcinoma mammario nelle donne che usano contraccettivi orali, prevalentemente preparati estrogeno-progestinici. Questo maggior rischio scompare gradualmente durante i 10 anni successivi all’interruzione dei contraccettivi orali combinati». Pausa. Leggiamo di nuovo: ci vogliono ben 10 anni per “decontaminarsi” – mi si passi il termine impreciso ma efficace – dai rischi dei contraccettivi combinati. Riprendiamo la lettura: «È possibile che il rischio di diagnosi di carcinoma mammario in pazienti che assumono preparati a base di solo progestinico [cioè la categoria “leggera”, ndr] sia simile a quello associato ai contraccettivi orali combinati».
Il bugiardino è costretto alla sincerità ma le frasi riportate qui sopra sono condite da minimizzazioni: «L’incremento del rischio osservato nelle utilizzatrici di contraccettivi orali potrebbe essere dovuto a una diagnosi più precoce, a effetti biologici dei contraccettivi orali o a una combinazione dei due». I fatti però rimangono. Ma proseguiamo la lettura: «Altri tumori. In rari casi, nelle utilizzatrici di contraccettivi ormonali combinati sono stati riportati tumori benigni del fegato e, in casi ancora più rari, tumori maligni del fegato. In casi isolati, questi tumori hanno determinato emorragie intra-addominali potenzialmente letali. Un tumore epatico deve essere preso in considerazione nella diagnosi differenziale quando si presentino forte dolore alla parte superiore dell’addome, ingrossamento del fegato o segni di emorragia intra-addominale». E poi: «L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati ben noti dell’uso di contraccettivi ormonali. La depressione può essere grave ed è un fattore di rischio ben noto per il comportamento suicidario e il suicidio. Alle donne va consigliato di contattare il medico in caso di cambiamenti dell’umore e di sintomi depressivi insorti poco dopo l’inizio del trattamento». Anche la pillola “leggera” causa qualche problema circolatorio: «Sebbene in modo non statisticamente significativo, alcuni studi indicano che ci può essere un rischio leggermente aumentato di tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) associato all’uso di preparati a base di solo progestinico».
Torniamo alle piccole e arrabbiate contestatrici che vogliono la pillola gratis. E torniamo agli irresponsabili politici che della salute di queste ragazze si dovrebbero interessare, magari semplicemente leggendo il foglio illustrativo. Ecco, a queste persone diremo: ma siete sicuri che si possa parlare di salute riproduttiva? Ma quale salute se queste pillole non curano alcuna malattia e invece presentano rilevanti rischi sanitari?
A te amica che leggi: se per caso tu – o una persona a te cara – usi questi prodotti, sappi che ti fanno male. E sappi che non sono uno strumento di libertà perché danneggiano il tuo corpo. E se è un uomo che ti ha convinto a usarli, chiediti se ti vuole davvero bene. Similmente tu, amico che leggi: se hai consigliato o favorito che la tua dolce metà o tua figlia usi questi prodotti, chiediti se davvero la ami o se la stai danneggiando.
Sin qui mi sono limitato a citare solo dati sanitari per cercare di spiegare che il problema è serio e reale – e certamente non dipende da quei cattivoni dei cattolici che vogliono limitare le libertà altrui. Ma sentiamo invece la voce di un grande papa, Leone XIII, nell’Enciclica Arcanum Divinæ [6], e magari poi scopriamo che ne sapeva di più lui che tanti politici che vanno in tv. «È legge divinamente sancita che le cose istituite da Dio e dalla natura risultano sperimentalmente tanto più utili e salutari quanto più rimangono integre ed immutabili nel loro stato originale, dato che Dio [...] le ha tutte ordinate in modo che ognuna debba opportunamente raggiungere il suo fine. Ma se la temerità e la malvagità degli uomini vogliono mutare e sconvolgere l’ordine delle cose provvidamente stabilito, allora anche le cose istituite con somma sapienza ed altrettanta utilità cominciano a nuocere». Ossia: è nella natura delle cose che se io uso invece di un cucchiaio un coltello per assaggiare un brodino mi taglierò la lingua. Ed è nella natura delle cose che se impedisco al sistema riproduttivo di fare il suo lavoro naturale, la mia stessa salute ne verrà danneggiata.
Note
[1] https://www.aifa.gov.it/-/contraccettivi-ormonali-combinati-e-rischio-di-tromboembolia-informazioni-per-le-donne-e-per-i-medici
[2] http://www.sefap.it/farmacovigilanza_news_200909/news31.html
[3] Cioè: il meno dannoso fra tutti i contraccettivi comunque è associato al quadruplo di tromboembolie di quelle che accadrebbero in persone che non lo usano.
[4] https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1313724/2021.05.17_NII_contraccettivi_ormonali_combinati_IT.pdf
[5] Si veda l’articolo di R. Setti, Risposta al quesito di Dario Piazza sul termine bugiardino, in La Crusca per voi (27/2003) 10; riportato anche in https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/perche-il-foglietto-illustrativo-dei-farmaci-viene-chiamato-bugiardino/157
[6] https://www.vatican.va/content/leo-xiii/it/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_10021880_arcanum.html