Si parla ancora troppo poco di suor Rita Montella e auspichiamo che giunga presto il momento in cui questa monaca straordinaria sia pregata da molti, e che cresca la sua fama di santità fino a diffondersi a vasto raggio. Perché? Perché quest’anima privilegiata ha vissuto e condiviso più da vicino la missione di san Pio da Pietrelcina su questa terra, attraverso un nascondimento non meno straordinario. La Montella, infatti, va ricordata come «la “missionaria associata e volante” del Mistico del Gargano» [1]. Non è affatto esagerata questa affermazione e basterebbe conoscerla meglio per rendersi conto che la condivisione della stessa missione di san Pio era per lei qualcosa di abituale, persino giornaliero, con bilocazioni e preghiere notturne che vedevano san Pio e suor Rita collaborare in modo unico.
Un quaderno autografo di suor Rita testimonia i frequentissimi incontri misteriosi avuti in bilocazione con il Santo del Gargano, in cui recitavano insieme il santo Rosario, rivivendo ambedue la Passione di Cristo. Dopo aver pregato insieme, partivano di nuovo in bilocazione alla volta delle loro straordinarie missioni per il mondo.
In questi incontri era sempre presente la “Mamma bella” e nei quaderni della monaca agostiniana sono appunto riportati diversi dialoghi che testimoniano la familiarità tra la Madonna, san Pio e la Montella. A volte, suor Rita – in estasi – era sollecitata da san Pio a cantare qualche canto alla Madonna per farla felice. La richiesta incalzava anche quando la monaca era molto sofferente, prostrata da coliche renali che la debilitavano, facendola giungere quasi al limite del sopportabile. A volte, invece, era suor Rita a cantare alla Madonna per consolare san Pio delle sue tante pene, dei tanti dispiaceri, di una croce che gli pesava addosso e sembrava schiacciarlo. In un’altra occasione, in una notte del gennaio 1955, la monaca agostiniana sembrava stesse per morire a causa della troppa e prolungata sofferenza. Tutte le mattine la “Mamma bella” le portava Gesù Ostia per darle la forza di sostenere tanto patire.
Leggendo il diario della Montella, apprendiamo dallo stesso Santo del Gargano quanto sia congiunta la vocazione di suor Rita con la sua. C’è una pagina, in particolare, in cui entra in scena san Pio che, rimproverandola dolcemente, la richiama così: «“Bambina, non fare tradimenti, hai capito?”. E io a lui: “Oh! Beh, del resto tu hai tanta gente a farti compagnia! Perché non lasci andare me?”. E lui: “Ma dove?”. Gli rispondo: “Oh! Da Gesù!”. Poi egli: “Ma, tanto Gesù è sempre con te!”. Io di rimando: “Lo so anch’io. Ma intanto...”. Lui conclude: “Bambina cara! Non ho chi mi aiuta, sai? E vedi quante anime ho sulle spalle. Così con te si fa a metà”. E poi recitiamo il Rosario...».
Per noi, grande famiglia spirituale di san Pio, è bene porre l’attenzione su quel “con te si fa a metà” rivolto a quest’umile e nascosta suora di clausura. Sappiamo bene che la missione corredentiva del santo Cappuccino è stata unica al mondo e forse irripetibile. Ma in questo mistero di immolazione c’è un segreto che qui possiamo cogliere: il sostegno e la collaborazione di suor Rita, anima nascosta anch’essa stigmatizzata, amante della sofferenza e dell’umiliazione più straziante. E tutto per la salvezza delle anime. Non è forse vero che quel “con te si fa a metà” affermato da colui che fu chiamato il “Cireneo di tutti” è evidentemente una proporzione che sulla “bilancia soprannaturale” di san Pio ha un peso enorme?
Sfogliando ancora il diario di suor Rita è facile ritrovare altri dialoghi in cui il Santo del Gargano vede la sua “bambina” pronta per il Paradiso, ma cerca di attenuare quell’ardente attrazione per la quale suor Rita vorrebbe vedersi a un passo dal Cielo. Perfino la Montella si diverte a imitare padre Pio quando le proibisce di andarsene in Paradiso: nel diario sovente suor Rita ripete alla Madonna quasi in modo infantile tale espressione e le dice che il “Nonnino” non vuole (così chiamava san Pio), facendo eco al Cappuccino stigmatizzato il quale ripeteva che senza suor Rita «come fo, come fo?...» [2].
La “bambina di padre Pio” è vissuta 72 anni, volandosene in Cielo solo trent’anni fa. La Madonna, fin dai primi anni di vita, le ispirò la vocazione di amore alla «sofferenza per la salvezza delle anime» [3] e il dono che le fu fatto delle stigmate fu un dono veramente precoce, quale mezzo di offerta per attualizzare questa specifica vocazione di impetrazione e sofferenza espiatrice a favore dei peccatori. Dopo una vita travagliata di dolore e immolazione, poco prima di morire, suor Rita ha promesso così: «Quando sarò in Cielo vorrò fare di più per le anime!» [4]. Sta a noi invocare la sua intercessione e “mettere alla prova” la sua promessa: lei attende di essere chiamata e se sulla terra ha vissuto prodigiosamente ogni sua giornata, ancor più dal Cielo il suo intervento sarà sicuro e straordinario.
Note
1) A. Aurino, Suor Rita Montella, monaca agostiniana, a cura degli “Amici di suor Rita”, 2001, p. 91.
2) Tratto da una pagina del diario (1954), riportata in Idem, Solidali per Cristo, Città Ideale, 2005, p. 455.
3) Cit. in Idem, Suor Rita Montella, monaca agostiniana, p. 152.
4) Cit. in ibidem.
Da Suor Ostia del Cuore Immacolato, Il Settimanale di Padre Pio, n. 43/2022