MARIA SS.
I Dolori di Maria Una Corona per conoscerli e amarli | Mese di settembre
dal Numero 31 del 28 agosto 2022
di Padre Stefano M. Miotto, FI

Vogliamo contemplare e compatire i Dolori della nostra Mamma Addolorata, che con le sue lacrime lavò, insieme al Sangue di Gesù, i nostri peccati. Quale tempo migliore per riflettere su questo tesoro di grazia, del mese di settembre, particolarmente dedicato a questa meravigliosa devozione?

In questo mese di settembre vogliamo meditare sui dolori di Maria. Molti di voi conosceranno già la Corona dei sette Dolori, con la quale il cristiano considera con amore e riconoscenza la Compassione di Maria accanto a Gesù. Con questo articolo vogliamo offrire degli spunti di meditazione per poter recitare meglio questa preghiera.

 

Nel primo Dolore si considera la profezia di Simeone. Questo uomo di Dio predisse a Maria la “spada del dolore” (cf Lc 2,35) che le avrebbe trafitto l’anima. Queste parole furono come una seconda Annunciazione: la prima fu un annuncio di gioia, quest’ultima fu un annuncio di dolore. Già alle parole dell’angelo Gabriele la Madonna comprese che Gesù avrebbe dovuto molto soffrire, e quindi anche Lei; alle parole del vecchio Simeone, Ella comprese ancora più profondamente questa necessità e vi aderì pienamente. 

La spada predetta da Simeone simboleggiava la “Compassione di Maria”. Compatire significa “patire con”, ovvero condividere il dolore della persona amata. Nel linguaggio moderno questa parola ha un significato piuttosto negativo; ma, nel suo significato originario, questo vocabolo ha un significato molto profondo che, nel nostro caso, mette in luce tutta la grandezza dell’Immacolata e il suo amore autentico e totale per Gesù. Quando si ama, si vuole condividere tutto della persona amata e, in modo particolare, i suoi dolori. 

Per questo, la Madonna seguì Gesù fin sotto la Croce, desiderando ardentemente di morire insieme al Figlio suo. Tuttavia questa non era la volontà del Padre. Ella doveva sopravvivere al Figlio; ma, in cuor suo, Ella sperimentò tutto quello che Gesù patì, nel corpo e nello spirito. Spiritualmente Ella fu crocifissa insieme a Gesù. Un teologo russo, S. Bulgakov, parlava di con-crocifissione; un antico Padre della Chiesa, Melitone di Sardi, indicava la Vergine Maria come la “Pura Agnella”, la quale, per la sua immacolatezza e la sua compassione, segue l’Agnello immacolato fin sotto la Croce. 

Per questo motivo la Vergine Addolorata è la nostra Corredentrice. Noi siamo stati redenti dal Sangue Preziosissimo di Gesù; ma, a questo Sangue divino, si mescolarono le lacrime della Vergine Addolorata. Anch’esse ci lavarono, non perché ciò era necessario, ma perché così volle il Signore stesso, desiderando associare a sé la Madre sua nell’opera della Redenzione. 

Alle parole del vecchio Simeone, la Vergine Addolorata aderì pienamente alla volontà del Padre. Non poteva fare diversamente, dal momento che l’amore, quello autentico, non si tira indietro neppure di fronte al dolore; anzi, vorrei dire, soprattutto di fronte al dolore. 

Questo primo dolore di Maria ci insegna ad unire anche le nostre sofferenze a quelle di Gesù. Da sole non avrebbero alcun valore, unite a quelle del Redentore acquisteranno un’importanza molto grande. Le nostre lacrime non saranno come quelle dell’Addolorata che ebbero il privilegio di mescolarsi al Sangue di Gesù per la nostra salvezza, ma saranno molto utili per applicare alle anime le grazie di questa Redenzione operata da Gesù e, unita a Lui, dalla Vergine Addolorata.

 

Nel secondo Dolore si contempla la fuga in Egitto. Questo episodio dell’infanzia di Gesù è ricco di spunti per la nostra riflessione. Principalmente esso ci insegna l’importanza della fuga delle occasioni pericolose. Giuseppe e Maria fuggirono in Egitto per mettere in salvo la minacciata vita del Bambino Gesù; noi dobbiamo fuggire le occasioni pericolose per “mettere in salvo” la vita di Gesù in noi. 

Cosa sono le occasioni pericolose? Sono tutte quelle occasioni che ci espongono imprudentemente al peccato. Il mondo odierno è pieno di queste occasioni pericolose e il cristiano deve fare di tutto per evitarle. San Filippo Neri diceva che, di fronte a queste occasioni, chi ha coraggio fugge; il codardo, al contrario, non vi si sottrae e cade miseramente. Tante e tante volte si pecca non per cattiveria, ma perché, per debolezza, non si fuggono queste occasioni pericolose.

Chiediamo alla Vergine Addolorata la grazia di evitare con decisione nella nostra vita certe compagnie pericolose, di non indugiare nella visione di spettacoli indecenti e immorali, di eliminare dalle nostre case tutto ciò che va contro l’insegnamento del Vangelo. Ricordiamoci, infine, che un taglio netto, tante volte, sarà più facile che delle mezze misure che non risolveranno mai i nostri problemi. 

 

Nel terzo Dolore si contempla lo smarrimento di Gesù al Tempio di Gerusalemme. Maria e Giuseppe non trovano più Gesù. Di ritorno dal loro pellegrinaggio al Tempio, al termine della prima giornata di cammino, essi si accorgono che Gesù non è con loro. Questa loro non avvertenza è dovuta al fatto che i pellegrini si dividevano in due gruppi: quello degli uomini e quello delle donne. Al termine delle tappe, per il pernottamento, i due gruppi si riunivano e così le famiglie si ricomponevano. I bambini potevano andare con il padre oppure con la madre. Evidentemente, Maria pensava che Gesù fosse con il suo casto sposo, e Giuseppe pensava che Egli fosse con la Vergine sua sposa. 

Immaginiamo il dolore che Maria e Giuseppe provarono nell’accorgersi che Gesù non c’era. Furono tre giorni di angosciose ricerche, e fu un dolore che preannunciava velatamente la morte di Gesù e i tre giorni passati dal suo corpo esanime nel sepolcro. Fu dunque anche questo un annuncio profetico che trovò la sua piena realizzazione con il mistero della Passione di Gesù.

Questo terzo mistero ci dà un grande insegnamento per la nostra vita spirituale: la più grande disgrazia che possa capitarci è quella di “perdere” Gesù. Noi “perdiamo” Gesù con il peccato mortale. Il brutto è che noi non avvertiamo tante volte il dolore di questa perdita. Se veramente lo comprendessimo, vorremmo cento volte morire anziché commettere un solo peccato grave.

Chiediamo pertanto alla Madonna che ci doni un grande dolore per i nostri peccati e un fermo proposito di non più commetterli. Se ci coglierà la disgrazia di perdere Gesù con il peccato mortale, lo potremo ritrovare con una buona e sincera Confessione.

/ continua

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