Per la prima volta nella storia della Cristianità, i miracoli eucaristici possono parlare con il linguaggio della scienza… Ecco cosa dicono all’uomo contemporaneo.
Franco Serafini è un medico cardiologo. Si è formato e opera a Bologna. è cristiano cattolico ma questo non gli impedisce di leggere con imparzialità i dati della letteratura scientifica. Da alcuni anni ha cominciato a interessarsi di miracoli eucaristici, raccogliendo tutta la documentazione clinica relativa a cinque eventi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica: Lanciano (VIII secolo), Buenos Aires (1992-1994-1996), Tixtla (2006), Sokolka (2008), Legnica (2013). Ha preso contatto con gli studiosi che, in tempi recenti, in Polonia, in Messico, in Argentina sono stati coinvolti nelle indagini, si è recato personalmente sul posto e ha conosciuto, ove ancora possibile, i testimoni oculari. Le migliori tecnologie, proprio quelle che si usano nella medicina legale, sono state applicate, come in una scena del crimine, sulle ostie consacrate che hanno sanguinato. Il risultato di questa inchiesta personale è confluito nel volume “Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza”.
Cosa è emerso dalle analisi cliniche, dai test di laboratorio, dalle indagini istologiche e genetiche di questi tessuti inspiegabili e misteriosi? Ne parliamo con il dott. Serafini che, dopo l’inatteso successo del suo libro, ha dovuto reinventarsi come divulgatore e come punto di riferimento per questo misterioso e affascinante argomento, che – in modo diverso – parla al credente del reale e sempre attuale amore di Dio per l’uomo.
• Dott. Serafini, perché un libro che sottopone i miracoli eucaristici alla prova della scienza?
Ho cominciato a interessarmi a questo argomento alcuni anni fa. Sapevo che alcuni frammenti di tessuto proveniente da miracoli eucaristici, riconosciuti come autentici dalla Chiesa Cattolica, erano stati sottoposti ad indagini di tipo medico legale. Mi sembrava un argomento di grande interesse, in un territorio inesplorato al confine tra scienza e fede e dall’enorme potenziale apologetico. Eppure non trovavo, né in libreria né in rete, informazioni adeguate o credibili e che mi soddisfacessero come uomo di fede e come medico. Così ho deciso di provare a interessarmi in prima persona di queste indagini scientifiche: ho preso contatto con i testimoni oculari, con gli studiosi coinvolti nei dossier, ho letto i resoconti originali e, quando possibile, mi sono anche recato di persona sul posto. Il risultato di questa indagine, che per me ha rappresentato anche una incredibile avventura intellettuale e spirituale, è confluito nel volume Un Cardiologo visita Gesù pubblicato dalle Edizioni Studio Domenicano nel 2018.
• Quindi lei ha condotto un’indagine scientifica su alcuni dei miracoli eucaristici sottoposti a recenti esami clinici. Qual è stato l’esito di questo lavoro?
Quello che più mi ha meravigliato è la confortante concordanza di questi dati. Vede, è come se i miracoli eucaristici, quando ci parlano con il linguaggio della scienza, non vogliano stupirci con “effetti speciali”, con aspetti biologici bizzarri o di difficile interpretazione. Al contrario, cinque volte su cinque nei casi che ho studiato, si conferma lo stesso pattern: è presente tessuto muscolare miocardico, è presente sangue, e il gruppo sanguigno, quando viene ricercato, è lo stesso, cioè il gruppo AB. Inoltre nei tessuti più recenti è presente DNA, ma è un DNA che non si fa riconoscere dai comuni test di identificazione. Insomma, i test dimostrano una coerenza intrinseca tra i diversi miracoli, a prescindere dalla distanza di spazio o di tempo (e questo costituisce anche una raffinata garanzia di autenticità dei miracoli stessi... come potrebbero dei falsari accordarsi così bene tra loro nel riproporre lo stesso pattern?!) e veicolano un messaggio edificante, alla portata di tutti, che parla di un cuore sofferente, di sangue versato, di un Uomo vero e insieme diverso da tutti gli altri uomini.
• Assume una rilevanza particolare il fatto che l’Eucaristia si sia tramutata in carne appartenente al tessuto cardiaco e non a una qualunque parte del corpo?
Certamente! Un miracolo, per definizione, può fare quello che vuole e nella compagine del Pane consacrato può comparire qualunque tipo di tessuto umano: fegato, rene, polmone... si tratterebbe certamente di un miracolo! Ma nei miracoli eucaristici non compare il fegato, il rene o il polmone, compare sempre il cuore! È evidente che l’Autore del miracolo conosce gli uomini e sa bene che il cuore non è un organo qualsiasi ma possiede una simbologia a cui sono sensibili tutti gli uomini di tutte le epoche e di tutte le culture. Per i cristiani cattolici poi, è evidente il richiamo alla spiritualità del Sacro Cuore: una devozione oggi francamente non più così in auge, ma a cui tanto devono le generazioni appena precedenti alla nostra.
Ma non solo: il tessuto miocardico che ritroviamo nei miracoli eucaristici si caratterizza per la presenza di segni istologici di estrema sofferenza, come nelle biopsie di cuori colpiti da intenso stress catecolaminico, per esempio nelle situazioni in cui si riceve una notizia tragica inaspettata o ci si trova nella consapevolezza della morte imminente.
• Possiamo attribuire un significato metascientifico al sangue umano ritrovato quando si è verificata la trasformazione in sangue e carne umana delle ostie consacrate?
Oltre al “livello zero” del primo significato, che consiste nel ritrovare nel miracolo esattamente una delle due Sostanze di cui è costituita l’Eucaristia, cioè il Sangue nel suo evidente significato sacrificale, sono stato colpito, nelle indagini scientifiche, da un ulteriore aspetto. Alcuni test eseguiti a Buenos Aires molto precocemente da una ematologa hanno mostrato alterazioni della formula leucocitaria e del profilo elettroforetico proteico che sono compatibili con il quadro di un intenso traumatismo. Cioè sono alterazioni che possiamo ritrovare per esempio nei pazienti ricoverati, in pericolo di vita, in Rianimazione o in Terapia Intensiva dopo un brutto incidente stradale. Un dato molto interessante è quello della dinamicità di queste alterazioni, che compaiono solo nelle primissime ore che seguono il trauma e il giorno dopo sono già scomparse. Questo significa che si tratta del Sangue di un Uomo che è agonizzante per un trauma che ha ricevuto oggi, non ieri! L’Eucaristia è quindi anche una vera e propria “macchina del tempo” che ci riporta, ad ogni Messa a cui assistiamo, sul Golgota alla vigilia della Pasqua di 2000 anni fa.
• I miracoli eucaristici alla prova della scienza, confermano la verità sull’Uomo della Sindone?
Sì, ci sono almeno due aspetti che legano i miracoli eucaristici alle riflessioni scientifiche sulla Sindone di Torino.
Il primo è la condivisione dello stesso gruppo sanguigno, cioè il gruppo AB, dimostrato nelle tracce ematiche del lenzuolo di Torino, ma anche in altri teli autorevoli della Passione, come il Sudario di Oviedo e la Tunica di Argenteuil, e i due miracoli eucaristici nei quali il gruppo sanguigno è stato ricercato: Lanciano e Tixtla in Messico. Va sottolineato che il gruppo AB è il più raro, presente solo nel 5% della popolazione europea. Se miracoli e teli fossero delle contraffazioni, come avrebbero potuto dei falsari in pieno Medioevo, casualmente, indovinare lo stesso gruppo secoli prima della scoperta dei gruppi sanguigni stessi? Questo aspetto aumenta enormemente, da un punto di vista statistico, la credibilità reciproca dei miracoli eucaristici e della Sindone!
Un secondo dato, più raffinato, lega Sindone e miracoli eucaristici nel descrivere una comune causa finale di morte sulla croce. Poco fa accennavo alla cardiomiopatia da stress catecolaminico di cui ritroviamo traccia nei miracoli eucaristici; ebbene questa può complicarsi con la rottura di cuore e con l’emopericardio. Questo meccanismo può spiegare la modalità di morte improvvisa, non preceduta da perdita di coscienza, descritta dai Vangeli. Ma può spiegare anche la fuoriuscita di sangue e acqua, esattamente nell’ordine descritto da Giovanni e che ritroviamo nella piaga aperta nel costato di destra impressa nella Sindone.