RELIGIONE
Un prete massone condannato.
dal Numero 40 del 13 ottobre 2013
di Enrico M. Romano

La condanna del sacerdote francese coinvolto nella Massoneria è un caso emblematico della tutt’oggi immutata posizione della Chiesa verso tale malefica setta. La Dichiarazione della Curia francese è limpida e impeccabile: nessuna riconciliazione tra Chiesa Cattolica e Massoneria!

Tutti sanno, o meglio tutti dovrebbero sapere, che esiste una incompatibilità tra la Chiesa Cattolica e la setta anticristiana per eccellenza, ovvero la Massoneria, detta anche Libera Muratoria. Eppure nel mondo cattolico moltissimi (pastori, politici, teologi) fanno finta di nulla e fanno altresì orecchie da mercante: le decine e decine di condanne della Massoneria internazionale emanate dai Sommi Pontefici è come se non ci fossero mai state. Solo le riviste più identitarie continuano a parlare della Massoneria e del problema massonico, oggi divenuto immane e apparentemente insormontabile vista l’influenza inconcepibile della piovra anticristica. Ma come si spiega questo imbarazzato silenzio? A volte si tace per ignoranza ed in effetti le giovani generazioni dei ventenni-trentenni hanno sentito parlare poco della Massoneria, e ancora meno del suo essere una spaventosa potenza di secolarizzazione e di laicismo senza pari. A volte si tace per timore, e in questo caso si conosce, forse, la forza che questa anti-chiesa esercita nella politica, nella finanza, negli affari, nell’economia, nello spettacolo e nella cultura. A volte si tace, ed è la cosa più grave, per puro irenismo ideologico detto da alcuni “dialogo col mondo e coi lontani”: cercando sempre e comunque quel che unisce e mai quel che divide, chiaramente la realtà viene modificata secondo le nostre artefatte lenti di analisi. Anche tra Dio e satana però non mancano le somiglianze (la natura spirituale per esempio) e neppure tra il boia e la vittima, ma queste non bastano a cancellare le differenze.
La rivista Radici Cristiane nel numero di settembre 2013 ha affrontato egregiamente la questione della Massoneria con un dossier dedicato all’Immortale odio che la Setta nutre per il Cristianesimo. L’espressione Immortale odium si riferisce ad una moneta che fu coniata dalla Massoneria dell’Ottocento, con quella terrifica iscrizione, per ricompensare quei satanici delinquenti che cercarono di gettare nel Tevere la santa salma di Pio IX, durante il suo trasporto notturno dal Vaticano a San Lorenzo fuori le Mura. Secondo il dossier di Radici Cristiane la condanna della Massoneria è stata espressa da «quasi seicento interventi da parte dei Romani Pontefici» (p. 34). Il primo è la Lettera Apostolica In eminenti pubblicata nel 1738 da Clemente XII, l’ultimo è la dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 26 novembre 1983. Successivamente ci sono stati dei documenti di singole Conferenze Episcopali, come la Dichiarazione circa l’appartenenza dei cattolici alla Massoneria pubblicata nel 1980 dall’Episcopato tedesco, in cui si riaffermava nettamente sia il carattere naturalistico della Setta, sia la sua incompatibilità con il Cristianesimo. Si dimentica però nel Dossier la netta condanna della Massoneria da parte dell’Episcopato del Paraguay avvenuta nel 2012. Scrissero i Presuli latino-americani dopo la loro assemblea generale: «La massoneria e le sètte sono ostacoli esterni per la nostra opera di evangelizzazione. In particolare, la massoneria, che non riconosce la divinità di Gesù Cristo, offre con l’inganno un’attrazione filosofica mista a filantropia che contraddice la fede cristiana. Per questo motivo [...] sosteniamo che nessun cattolico può far parte della massoneria». Parole chiare e importantissime vista la loro rarità.
In Francia però ancor più recentemente un sacerdote, certo don Pascal Veslin, è stato rimosso dalla sua Parrocchia (Sant’Anna d’Arly-Montjoie), a causa della sua appartenenza alla Massoneria e Yves Chiron ha pubblicato l’ottimo documento, emanato dalla Curia diocesana di Annecy, con cui si motiva e si giustifica dottrinalmente un tale provvedimento (cf. Aletheia, n. 206, 8 settembre 2013). Visto che pochi lettori del Settimanale hanno accesso all’ottima Lettera di informazioni religiose redatta mensilmente dallo Storico francese, offriamo qui la sintesi dei passaggi più importanti di questa rara ma ineccepibile condanna. Chiron titola così il numero 206 di Aletheia: Prete e massone: l’incompatibilità assoluta.
L’iter della rimozione dell’abbé Veslin (abbé traduce il don italiano, e solo quando si parla di monaci significa abate) è stato lungo, equilibrato e approfondito. Nel 2010 e nel 2011 il vescovo di Annecy, in Savoia, a seguito di informazioni ricevute, convoca il sacerdote per metterlo in guardia dalla frequentazione della Massoneria, ma il sacerdote continua imperterrito il suo percorso, addirittura tenendo in Loggia una conferenza con questo titolo: Come può rispondere la Massoneria ai bisogni spirituali dell’uomo? Dopo nuovi colloqui con l’Ordinario, la Congregazione per la Dottrina della Fede, nel marzo del 2013 – dunque già sotto papa Francesco – vista l’ostinazione del sacerdote, «decide che don Veslin deve essere dimesso dalle sue funzioni» (p. 1). Il prete-massone invece di pentirsi dello scandalo dato ai fedeli si reca a piedi fino a Roma (il viaggio è durato dal 14 luglio al 21 agosto 2013) pensando di convincere il Pontefice della sua buona fede. Ma il Papa, al corrente della storia, non l’ha neppure ricevuto. Chiron pubblica la lettera che il Gran Maestro del Grand’Oriente di Francia ha scritto a papa Francesco il 18 luglio 2013 per difendere il suo amico don Veslin: essa però sprizza veleno e anti-cristianesimo da tutti i pori ed è meglio ignorarla.
Di grande interesse invece e di viva luminosità è la Dichiarazione della curia diocesana di Annecy la quale dimostra impeccabilmente le ragioni di incompatibilità tra Cattolicesimo e Massoneria. Essa ci appare come rilevante perché dottrinalmente ben costruita, senza alcuna invettiva inutile e senza moralismi di sorta.
Anzitutto si ricorda che l’assenza della condanna della Massoneria nel Codice di Diritto Canonico del 1983 (rispetto a quello del 1917) non implica un cambiamento dottrinale, ma è dovuta a ragioni redazionali. La condanna resta ed è immutabile, aggiungo io, fino alla conversione della Massoneria! Si afferma poi: «Il relativismo è nei fondamenti stessi della Massoneria. È questo il nodo dell’incompatibilità, in ragione delle conseguenze [di detto relativismo] sul contenuto dell’atto di fede, sull’atto di fede in se stesso, sull’agire morale e l’appartenenza alla Chiesa». Si fa notare, con linguaggio fattosi raro: «I massoni negano la possibilità di una conoscenza oggettiva della verità. Si chiede al massone di essere un uomo libero, che non conosce nessuna sottomissione ad un dogma, il che implica il rigetto fondamentale di tutte le posizioni dogmatiche». Il documento di Annecy, da tradurre e diffondere il più possibile, cita qui un certo Dizionario massonico internazionale (il Lennhoff-Posner del 1975), il quale dichiara: «Tutte le istituzioni che riposano su un fondamento dogmatico, e di cui la Chiesa Cattolica può essere considerata la più rappresentativa, esercita una costrizione di fede»; questo sempre secondo la Massoneria. Essa stessa dunque dovrebbe ammettere quell’incompatibilità che invece, contraddittoriamente e in virtù della teoria assurda della coincidenza degli opposti, non vuole riconoscere, almeno davanti ai profani...
Ma l’ottimo Documento episcopale spiega bene l’incompatibilità dal punto di vista filosofico scrivendo: «Viene rigettato ogni dogma, con il pretesto della “tolleranza assoluta”. Così, il massone sostiene il primato e l’autonomia della ragione in rapporto ad ogni verità rivelata. E rifiuta l’idea stessa di una rivelazione». Dunque, «non esiste, secondo la Massoneria, nessuna conoscenza oggettiva di Dio, in quanto essere personale. E questo è l’opposto della concezione cristiana di un Dio che si rivela ed entra in dialogo con l’uomo». Questo anti-dogmatismo massonico porta anche ad immani deviazioni nella vita morale. Infatti, «sostenendo il primato e l’autonomia della ragione in rapporto ad ogni verità rivelata, l’uomo pretende di perfezionarsi senza sosta appoggiandosi al suo potere di auto-creazione. Secondo la filosofia massonica, l’uomo non ha bisogno di salvezza». D’altra parte anche «sul piano etico, le differenze sono considerevoli. Per il massone, le regole morali sono destinate ad evolversi senza sosta sotto l’impulso dell’opinione pubblica [!] e dietro i progressi della scienza. La morale evolve in base al sentire della società». Ci si può immaginare quale sia allora oggi la morale massonica: diritti evolutivi (all’aborto, al divorzio lampo, alle nozze gay, ecc.), individualismo assoluto, egoismo sociale, tolleranza di tutto e di tutti tranne verso coloro che professano una visione dogmatica, ecc. Insomma la società dell’anti-Cristo.
La conclusione dell’ottimo Documento episcopale è la seguente: «Dato che la Massoneria rivendica per i suoi membri una adesione totale, è evidente che la doppia appartenenza è impossibile per un cristiano il quale “appartiene a Cristo” (Rm 14,8)».

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