RELIGIONE
La Santa Eucaristia, luce del secolo oscuro
dal Numero 06 del 6 febbraio 2022
di Antonio Farina

San Pio da Pietrelcina arrivava ad affermare che la Santa Messa è più necessaria al mondo del sole stesso, dunque più necessaria della luce fisica. Allora qual è la “cosa” più necessaria all’umanità? La risposta è unica: l’Eucaristia”. 

«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118,105). Il santo profeta Davide già mille anni prima della venuta di Cristo riconosceva che la Parola di Dio è la sola vera “luce” che può illuminare il cammino dell’uomo sulla via della Salvezza. Al di fuori della metafora fisica invocata dal profeta, questo vuol dire che solo la Parola di Dio è il sicuro riferimento nell’agire umano. Se vogliamo rispettare la Legge di Dio, se vogliamo arrivare alla meta del Cielo che è la nostra vera patria, allora la guida sicura è la Parola del Signore. 

Nella «pienezza del tempo», come afferma san Paolo (Gal 4,4), la Parola si è fatta carne. L’Incarnazione della seconda Persona della Santissima Trinità, il Logos, in Nostro Signore Gesù Cristo ha dato una svolta epocale alla storia. In Gesù non solo possiamo “ascoltare” l’insegnamento e l’annuncio del Vangelo, ma – ed è questo il mistero altissimo della Santissima Eucaristia – possiamo cibarci della Parola di Dio! è qualcosa di straordinario, di incomprensibile, qualcosa che travalica le potenze della ragione e attinge alla sfera del trascendente, dell’assoluto perfino. Quel Dio che abita una Luce inaccessibile diventa il Dio-con-noi, l’Emmanuele. Duns Scoto, capofila della Teologia francescana, afferma che il Logos si sarebbe incarnato a prescindere dalla caduta originale del genere umano ma, a causa di quest’ultima, Egli si offre come Redentore, come Salvatore, come vittima di espiazione del peccato universale. 

«Dio è luce e in lui non ci sono tenebre» (1Gv 1,5), pertanto con l’Unione ipostatica della natura divina con quella umana, quella luce soprannaturale che al popolo di Israele nell’Antico Testamento si manifestava in modo epifanico e grandioso, diventa Sacramentum, acquista cioè (seppure sotto il velo delle Sacre Specie) una dimensione palpabile, sensoriale: è la Santissima Eucaristia. La luce interiore della eterna Sapienza “illumina” l’anima umana in tutte le sue potenze: intelletto, volontà e sensorialità. 

San Pio da Pietrelcina arrivava ad affermare che la Santa Messa è più necessaria al mondo del sole stesso, dunque più necessaria della luce fisica. Allora qual è la “cosa” più necessaria all’umanità in quest’epoca dominata dallo scatenamento delle forze maligne avverse a Dio? La risposta è unica: l’Eucaristia. Che il secolo presente sia il più difficile della storia, il più arduo, il più spinoso per la vita spirituale e per il sostentamento stesso della fede lo afferma ancora san Pio in modo efficace e sintetico: «Non potevate nascere in un secolo peggiore». Il 13 ottobre 1884 papa Leone XIII ebbe una visione terribile. Dopo aver celebrato (e non è una coincidenza) proprio l’Eucaristia, si stava consultando con i suoi cardinali su alcuni temi nella cappella privata del Vaticano, quando all’improvviso si fermò ai piedi dell’altare e rimase immerso in una realtà che solo lui riusciva a vedere. Sul suo volto si leggeva l’orrore: impallidì. Aveva visto qualcosa di molto sconvolgente. Si riprese e si diresse verso il suo studio privato. Lo seguirono e gli domandarono se si sentisse male. Rispose: «Oh, che immagini terribili mi è stato permesso di vedere e ascoltare!», e si chiuse nel suo ufficio... «Ho visto i demoni e ho sentito i loro bisbigli, le loro blasfemie, le loro denigrazioni. Ho sentito la voce raccapricciante di Satana sfidare Dio, dicendo che poteva distruggere la Chiesa e portare tutto il mondo all’inferno se gli dava abbastanza tempo e potere. Satana ha chiesto a Dio il permesso di avere 100 anni per influenzare il mondo come mai era riuscito a fare prima» (1). Leone XIII capiva però che se il demonio non fosse riuscito a realizzare il suo proposito nel tempo permesso avrebbe subito una sconfitta umiliante. Il Pontefice vide san Michele arcangelo apparire e gettare Satana e le sue legioni nell’abisso dell’Inferno. Mezz’ora dopo chiamò il segretario della Congregazione dei Riti e gli consegnò un foglio, ordinandogli di inviarlo a tutti i vescovi del mondo, indicando che la preghiera che conteneva doveva essere recitata dopo ogni Messa. Questa è la famosa preghiera di esorcismo: «San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia: sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli. 

E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina, ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni i quali errano nel mondo per perdere le anime. Amen». 

Improvvisamente, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, è stato eliminato l’obbligo di recitare tale preghiera e non c’è dubbio che abbiamo sguarnito le nostre difese. In un certo senso abbiamo “licenziato” il Principe delle milizie celesti e questo ci espone maggiormente alle devastazioni e alle razzie di anime operate dal maligno. Il papa san Giovanni Paolo II voleva ripristinarla ma non è stato ascoltato. L’Immacolata, la Sposa dello Spirito Santo, la Madre di Dio è intervenuta in prima persona a Lourdes, a Fatima, a La Salette, per rimediare a questo scellerato cedimento e offrire al mondo l’arma di difesa spirituale per eccellenza: il Santo Rosario. In una intervista rilasciata a padre Agustìn Fuentes il 26 dicembre 1957 (2) Suor Lucia di Fatima dichiara: «La Madonna ha detto espressamente: “Ci avviciniamo agli ultimi giorni”, e me lo ha ripetuto tre volte. Affermò prima, che il demonio ha ingaggiato la lotta decisiva, cioè finale, dalla quale usciremo vittoriosi o sconfitti: o siamo con Dio, o siamo col demonio. La seconda volta mi ha ripetuto che i rimedi ultimi dati al mondo sono: il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria». 

L’ateismo, il neopaganesimo, la caduta verticale del valore delle norme morali, l’irreligiosità, l’umanesimo antropocentrico che ha spodestato Dio nel cuore degli uomini per sostituirgli idoli inanimati, incapaci di salvezza, l’apostasia che affligge e contagia come un germe venefico molti dei credenti, sono solo i sintomi più espliciti, più eclatanti di quel “buio oltre la siepe” (3) davanti al quale l’umanità si presenta arrendevole, rinunciataria, prona, accondiscendente perfino. Non così, non così la celeste Condottiera che come Madre Addolorata di tanti figli perduti ci supplica di tornare a Dio con tutto il Cuore e ci indica tre vie maestre: la via dei Sacramenti (quella della Confessione e della Santissima Eucaristia, la via della preghiera (il Santo Rosario), la via della Consacrazione al suo Cuore Immacolato. 

«Senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s’accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano» (Eb 11,6). Ma allora con quale volto l’umanità si presenta a Dio? Soprattutto dopo aver varcato le soglie del Terzo Millennio dopo Cristo. Se siamo onesti, se non ci giriamo dall’altra parte disgustati, nauseati davanti allo specchio dei fatti e degli eventi che ci restituiscono una immagine di noi stessi deforme e ripugnante... se facciamo finalmente un esame di coscienza mondiale (!), leale e corretto, dobbiamo ammettere che non abbiamo ascoltato nostra Madre, né quel Dio amoroso che ci attira a sé con vincoli d’amore. Suor Lucia ne fornisce un’analisi impietosa: «Padre, la Madonna è molto scontenta perché non si è fatto caso al Suo messaggio del 1917. Né i buoni né i cattivi vi hanno fatto caso. I buoni vanno per la loro strada senza preoccuparsi, e non seguono le norme celestiali; i cattivi, nella via larga della perdizione, non tenendo in alcun conto i castighi minacciati».

E così tutto cade nell’oblio e tutto diventa incomprensibile: le disgrazie senza numero, le pandemie, il disgregamento sociale, la crisi della famiglia, le crisi climatiche, le crisi economiche, le tensioni internazionali, il rinfocolarsi di guerre sopite che riprendono vita dalle loro ceneri come l’araba fenice... «Ma l’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono. Questa è la sorte di chi confida in se stesso, l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole» (Sal 48,13). 

La Santissima Eucaristia, la sapienza di Nostro Signore Gesù Cristo, sono la sola luce che può illuminare questo secolo oscuro. 

 

Note

1) Questo episodio è stato più volte raccontato dal Segretario particolare del Papa, mons. Rinaldo Angeli, al card. Nasalli Rocca che lo riportò nella sua Lettera pastorale quaresimale del 1946. 

2) Padre Agustín Fuentes, postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta, ottenne il permesso d’intervistare Lucia dal Santo Padre allora regnante, Pio XII. L’intervista si svolse nel convento delle carmelitane di Coimbra. Erano presenti il vescovo ausiliare di Leiria, i due vescovi di Coimbra, il nunzio apostolico in Portogallo, mons. Cento, e mons. Antonio Samoré. Venne pubblicata nel 1958 in lingua spagnola con un imprimatur dell’Arcivescovo della Diocesi di appartenenza di padre Fuentes, mons. Sanchez di Veracruz (Messico), ed anche in lingua portoghese con un imprimatur del vescovo di Leiria-Fatima.

3) La citazione è quella del titolo del romanzo scritto nel 1960 della scrittrice statunitense Harper Lee che descrive l’atmosfera violenta, crudele verso il prossimo dell’America degli anni ’30.

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