La chiusura ermetica e ostinata nei confronti di un’alternativa diversa dal “vaccinare tutti” è sintomo inquietante di una politica e di un’informazione che hanno perso di vista il reale obiettivo dell’intervento sanitario e perseguono altri scopi, a danno degli italiani.
C’è un virus che accomuna opposte categorie di persone, i vaccinati e non. Il suo nome è Paura. Ci si vaccina per paura di non essere protetti dal Covid 19, non ci si vaccina per paura degli effetti del farmaco sperimentale che vorrebbero iniettare. La paura è l’effetto dell’azione di un abile e straordinario manovratore che si chiama propaganda e che agisce attraverso la rete d’informazioni. A tal proposito vorrei denunciare l’offerta proposta anche ad un’emittente radiofonica che si dedica all’apostolato, Radio Buon Consiglio, proponendo un allettante finanziamento se avesse accettato di trasmettere un certo numero di volte al giorno le notizie sulla situazione sanitaria.
Se consideriamo i vaccini dal solo punto di vista medico e non etico siamo consapevoli che, in teoria, una persona è libera di scegliere se vaccinarsi o meno. Nella pratica, sappiamo che non è così. È stato introdotto un obbligo vaccinale surrettiziamente, attraverso lo strumento del green pass. Una vera e propria estorsione di Stato nei confronti dei cittadini che non intendono sottoporsi ad un farmaco sperimentale, ma che se vogliono lavorare devono sottostare alla pratica invasiva e costosa del tampone ogni tre giorni.
Con un piglio dittatoriale, mascherato dalla preoccupazione per la salute pubblica, il nostro Governo persegue l’obiettivo della vaccinazione come unico rimedio contro l’infezione, ignorando la possibilità di curare preventivamente e a domicilio. Proprio questa chiusura ostinata nei confronti di un’alternativa diversa dal “vaccinare tutti” è una delle tante incongruenze della gestione sanitaria del Covid 19 che non convince.
I medici, quelli che hanno operato secondo coscienza, coloro che hanno svolto un servizio sanitario recandosi anche a domicilio delle persone, discostandosi dalle linee guida del Ministero, documentano che da questa infezione, se curata bene e dall’inizio, si può guarire. Curata bene significa senza seguire le indicazioni dei protocolli ministeriali che prescrivono tachipirina e vigile attesa e che tengono lontani i medici di base dai loro pazienti.
I medici che si sentono ancora vincolati al giuramento di Ippocrate sono gli stessi che nel dibattito pubblico sono maltrattati da medici che i malati li hanno visti solo sulle pagine dei giornali, lontani dalla realtà del Paese e forse più vicini ad altri interessi. Fanno parte di un entourage che ha impedito ed impedisce l’uso di farmaci efficaci per combattere il virus. L’idrossiclorichina, ad esempio, dapprima è stata ritirata dal commercio e poi reintrodotta quando l’Agenzia Italiana del Farmaco ha perso il contenzioso in tutte le sedi di giudizio, con un gruppo di medici che hanno sconfitto la malattia proprio prescrivendo la somministrazione di questo farmaco. Ora accade lo stesso con l’ivermectina, un principio attivo ancora più efficace dell’idrossiclorichina, la cui bontà è stata documentata nel corso di un convegno internazionale sul Covid 19, tenuto a Roma, e poi anche in Senato, nella prima metà di settembre. In India, dove curano il Covid con la ivermectina, non c’è un allarme epidemia e la vita scorre normalmente come non più da noi. Peccato poi che, anche volendo ordinare questo farmaco dall’India, il nostro Governo, mediante le sue propaggini, impedisce il suo ingresso in Italia, bloccandolo alla Dogana.
Ci sono stati e ci sono alcuni medici che rischiano la vita, semplicemente perché fanno luce sulla verità; altri hanno già pagato, come nel caso del dottor Giuseppe De Donno, del quale nessuno crede all’ipotesi di suicidio. Il medico aveva semplicemente applicato un principio elementare dell’immunologia: quello del sangue immune proveniente da persone malate e poi guarite. Il loro sangue contiene un numero di anticorpi tale da neutralizzare il virus. Si tratta di una pratica semplice e a costo zero. Nella piena fase di crisi sanitaria, mentre la propaganda dilatava il numero di morti per contagio del virus, dall’ospedale Poma di Mantova dove operava quest’umile e straordinario medico, i pazienti anche gravi ed intubati, guarivano. La terapia del sangue immune, insieme alle terapie precoci, avrebbe potuto preservare migliaia di persone dalla morte, invece...
Questi sono aspetti della situazione che potenzialmente tutti dovremmo conoscere per poter fare le nostre scelte più liberamente, ma sono invece occultati debitamente dalle reti televisive e radiofoniche, tranne alcune che si distinguono per la loro determinazione a fare chiarezza su quanto sta accadendo ai danni degli italiani, in modo particolare.
Siamo in un periodo che non preannuncia nulla di buono. Quando l’evidenza scientifica è vanificata dal potere, allora vuol dire che la retta ragione non è più il criterio che regola le decisioni degli uomini. Viviamo un tempo di profonda crisi, da cui potremmo uscire usando la ragione e soprattutto affidandoci a Dio con la preghiera.