ATTUALITÀ
Coronavirus e altri mali
dal Numero 34 del 19 settembre 2021
di Fabio Trevisan

Sorprendentemente attuale, Chesterton in un saggio di 100 anni fa sembra parlare ai tempi del Covid: «Chi tenta davvero di tiranneggiare tramite il governo è la scienza. Chi usa davvero il braccio secolare è la scienza. È il credo che davvero estorce decime e si impadronisce delle scuole, il credo che davvero è proclamato non in prediche ma in leggi e diffuso non da pellegrini ma da poliziotti...».

Stiamo assistendo, giorno dopo giorno, a uno stillicidio di opinioni mediatiche, scientifiche, politiche sull’opportunità o meno dei vaccini, dei loro effetti collaterali a medio e a lungo termine, sull’obbligatorietà del green pass, sulle manifestazioni “pro e contro i vax”, sulla dittatura sanitaria e coercitiva che va sempre più instaurandosi. Non potendo più contare su un magistero che possa illuminare dall’alto, su un’autorità che sappia impostare il problema sanitario in modo corretto, sono dovuto ricorrere a un testo di un secolo fa di Gilbert Keith Chesterton, Eugenetica e altri mali, al quale mi sono ispirato persino nel titolo, poiché tutti gli altri mali paventati dal grande Scrittore cattolico inglese sono ancora quelli che stiamo vivendo. 

Innanzitutto Chesterton denunciava la strana mescolanza tra la stupidità corrente, il fanatismo pseudo-scientifico e l’arroganza politica fino all’invettiva esplicita contro «i malfattori straricchi» di allora (Harriman, Carnegie, Rockefeller) che sostenevano la pianificazione familiare, l’evoluzionismo razzistico darwiniano e l’eugenetica. Ora, potremmo sostituire quei «malfattori straricchi» con i filantropi capitalisti odierni (Gates, Soros, Bezos), che hanno finanziato il business dei vaccini, che hanno sorretto organizzazioni internazionali (ONU, OMS), ONG, politici, banche e mass media. 

Riguardo alla “dittatura sanitaria” che sempre più si sta imponendo, nel 1969 il Dr. Alan Guttmacher, che è stato vice-presidente dell’Associazione eugenetica americana e presidente del Planned Parenthood dal 1962 al 1974, scriveva nella prestigiosa rivista medica Medical World News: «Ogni Paese dovrà decidere la propria forma di coercizione e determinare come essa vada impiegata». Non dovremmo quindi meravigliarci troppo di trovarci nella forma di coercizione che questi tempi riservano: allora si chiedeva un esame, un patentino per potersi sposare e legittimamente procreare, ora si chiede un green pass per poter andare a teatro, al ristorante, al cinema, a scuola, sui mezzi pubblici. Quel patentino di allora era dato da una commissione di esperti sanitari, scienziati, sostenuta da filantropi, politici, così come adesso. Il principio di discriminazione di allora (abili alla procreazione/deboli di mente inadatti) rimane lo stesso (vaccinati responsabili/non vaccinati irresponsabili). 

Chesterton denunciò quelle aberranti ideologie eugenistiche un secolo fa, prima dell’avvento di Mengele e degli orrori del nazismo e del comunismo. Egli ci può aiutare, anche ora, a comprendere l’origine di questi mali, ossia il clima necessario non solo dove può attecchire e propagarsi il virus ma ciò che ancor di più divorava e divora la società: l’anarchia silenziosa e l’abnorme peccato di una società atea e materialista. 

Ecco cosa scriveva nel 1922: «Un’anarchia silenziosa consuma la nostra società. Devo soffermarmi su questa espressione, perché la vera natura dell’anarchia è perlopiù fraintesa. L’anarchia non è necessariamente violenta, né viene necessariamente dal basso. Un governo può diventare anarchico tale e quale un popolo».

Distinguendo tra anarchia e rivoluzione, in quanto la rivoluzione mira a minare un ordine costituito per instaurare un nuovo ordine, mentre l’anarchia richiama all’assenza di ogni ordine e governo, egli chiariva come l’anarchia fosse la condizione d’animo o di comportamento di chi non poteva fermarsi: «È la perdita di quell’autocontrollo che permette di tornare alla normalità [...] è chiaro che questa sorta di caos può impadronirsi dei poteri che governano una società così come della società governata». 

Questa “anarchia silenziosa” aveva contestato la legittima autorità e si era separata dalla ragione e dal senso comune con tutte le allarmanti conseguenze che Chesterton intravedeva e a cui noi stiamo assistendo: «Non c’è luogo di incontro fuori della ragione». Fuori della ragione c’era la pazzia di chi negava il reale, il senso comune, il senso profondo di quella sanità che non può prescindere da Dio: «Il medico non ha diritto di somministrare la morte in quanto rimedio a tutti i malanni [pensiamo alla terrificante attualità del dibattito sulla liceità dell’eutanasia], come non ha l’autorità morale per imporre un nuovo concetto di felicità». Egli aveva sottoposto a critica quanto, ancor oggi, viene presupposto superficialmente: «Prevenire è meglio che curare». 

Così si esprimeva in questo coraggioso saggio del 1922: «Meglio prevenire che curare. Commentando questa posizione, io dissi che equivaleva a trattare tutta la gente in buona salute come se fosse malata [...] qui sta la fondamentale fallacia di tutto il discorso sulla medicina preventiva. La prevenzione non solo non è meglio della cura: è peggio perfino della malattia. Prevenzione significa essere invalidi a vita, con l’esasperazione supplementare di godere ottima salute. Chiederò a Dio, ma non certo all’uomo, di prevenirmi in tutte le mie azioni». 

In un quadro sostanzialmente ateo e materialistico, i concetti di “salute” e “felicità” erano indipendenti da ciò che riferiva alla sfera spirituale e interiore, tanto che tutto rimaneva necessariamente orientato al godimento del corpo, alle sue sensazioni ed emozioni. In una visione e fede cristiana la “salute” e la “felicità” assumono contorni completamente diversi poiché la salute è davvero inscritta in Dio e nella sua grazia. Nella “grammatica eugenista”, come in quella da coronavirus, le caratteristiche atee e materialiste dei propugnatori salutisti suggerivano le parole che corrispondevano a una visione senza anima, orizzontale e piatta, che rifletteva quel principio di immanenza contrapposto alla trascendenza di una visione in cui Dio c’è e c’entra con la nostra vita. Ecco così apparire, come aveva con lungimiranza previsto Chesterton, la vera tirannia: «È pura anarchia dire che un medico può sequestrare e segregare chi gli pare. Alcuni grandi igienisti potrebbero recintare o limitare la vita di tutta la cittadinanza, la tirannide è attuabile». 

Queste considerazioni finali che propongo fanno davvero rabbrividire per la sconcertante attualità e fanno arrabbiare e interrogare sul perché non siano state prese in considerazione. 

Ecco cosa scriveva: «Chi tenta davvero di tiranneggiare tramite il governo è la scienza. Chi usa davvero il braccio secolare è la scienza. È il credo che davvero estorce decime e si impadronisce delle scuole, il credo che davvero è proclamato non in prediche ma in leggi e diffuso non da pellegrini ma da poliziotti [...]. La nostra vera “Chiesa ufficiale” è il materialismo: perché è il materialismo che gode davvero dell’aiuto del governo nel perseguitare i suoi eretici. La vaccinazione, nei suoi cent’anni di pratica sperimentale, è stata contestata quasi quanto il battesimo nei suoi circa duemila. Ma ai nostri politici sembra perfettamente naturale imporre la vaccinazione e parrebbe loro follia imporre il battesimo».

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