Semplice, agile, pacato, documentato. Un libro che, lontano dalla sterile polemica e vicino alla realtà, si pone una domanda: è lecito obbligare una categoria di persone a vaccinarsi se il vaccino è ancora in fase sperimentale? La risposta tocca e illumina molti aspetti centrali e laterali dell’epidemia in atto e della sua gestione.
Cavie per legge. Considerazioni sull’obbligatorietà del vaccino Covid-19 è il titolo di un libro firmato dal giurista Gianfranco Amato e dal dottore Paolo Gulisano, epidemiologo, che si colloca nel delicato dibattito sull’obbligo vaccinale e invita a riflettere sulle complesse questioni ad esso connesse, gettando un po’ di luce sugli argomenti che restano in ombra nell’attuale panorama informativo forzato e confuso.
Ci sono almeno tre ragioni per leggerlo. La prima è collegata alla premessa: avere una cognizione più chiara della situazione di emergenza sanitaria in corso. La seconda è nella sua praticità: è un libro che si potrebbe definire essenziale, scritto senza ampollosità, che in poco meno di 50 pagine aiuta ad approfondire gli argomenti intorno alla diffusione del Covid, ed è alla portata anche di chi in genere ha poco tempo da dedicare alla lettura.
La terza ragione, ma non ultima per importanza, è nello stile dialogico e nell’uso di un linguaggio non aggressivo anche nei confronti di chi è schierato su posizioni diverse. Un fattore, questo, che conferisce al libro una valenza pedagogica all’interno del confronto del mondo cattolico a volte aggressivo e non confacente a chi dovrebbe essere cooperatore della verità.
Tanti i temi dibattuti. Dal ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che sminuisce l’importanza dell’immunità naturale a vantaggio di quella vaccinale, alla denuncia del fatto che il vaccino non è una cura, ma una prevenzione al pari di qualunque altra. Nel libro si denuncia l’inefficacia del vaccino nell’interrompere la diffusione del virus, documentandola con citazioni scientifiche, per cui il vaccinato non è esente dal contagio del virus che può a sua volta trasmettere.
Si denuncia la politica per aver attuato una campagna propagandistica che ha generato paura e ha indicato nel vaccino l’unica soluzione per risolvere il problema dell’epidemia, attribuendo ad esso un ruolo quasi messianico, mentre ha ostacolato le possibili cure con clorichina e con le terapie del plasma. In ciò il ruolo dell’AIFA è stato notevole, poiché l’Agenzia Italiana del Farmaco ha adottato criteri di valutazione sull’efficacia delle soluzioni in atto, ispirandosi al modello dei «due pesi e due misure», pretendendo prove incontrovertibili per dimostrare la validità della cura con la clorichina e della terapia del plasma, mentre sull’efficacia del vaccino prevaleva una linea morbidissima, approvandone l’utilizzo pur sapendo che non era stato sottoposto a tutte le fasi della sperimentazione richieste dal protocollo.
Il Comitato Nazionale di Bioetica ha criticato la velocità dei tempi di sperimentazione del vaccino e ha dichiarato che l’emergenza non autorizza a ricercare delle scorciatoie.
Ci si chiede allora: «In tali situazioni è lecito obbligare una categoria di persone a vaccinarsi se il vaccino è ancora in una fase di sperimentazione?».
Nel libro sono riportati studi che normalmente non hanno la forza di risalire la corrente sfidando il potere pervaso dei grandi media. Si tratta di studi che sono travolti e dimenticati dalla capillare diffusione delle notizie sull’emergenza sanitaria che, con la sistematicità di un bollettino da guerra conta il numero dei morti, giorno dopo giorno, e non lascia spazio al parere di autorevoli scienziati attestati su posizioni diverse da quella ufficiale.
Il contenuto del libro è supportato da dati scientifici e da un elenco dei principali riferimenti normativi che tutelano la dignità dell’uomo e il conseguente diritto di scegliere di non vaccinarsi senza essere sottoposti a pressioni o ricatti di sorta, insieme alla constatazione della profonda dicotomia tra la realtà dei fatti e le dichiarazioni di principio. E ancora una volta dovremmo chiederci perché, riflettendo sulla possibilità che sia in corso un Grande Reset.
Ulteriori spunti di riflessione sono offerti sulla possibile deriva statalista, conseguenza dell’instaurazione di uno Stato di emergenza. Di fatto sta accadendo che stiamo rinunciando alla libertà in cambio della vita, proprio mentre tanti uomini hanno perso la vita per non rinunciare alla libertà. E sulla scia di questa interessante analisi verrebbe anche da aggiungere che stiamo cedendo il controllo del nostro corpo in cambio della vita, fino a trasformarci in cavie per legge.