RELIGIONE
Il chiostro mistico. Un appello importante per tutti
dal Numero 3 del 17 gennaio 2021
di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

“Il soffrire passa ma l’aver sofferto rimane”, è questa la sapienza cristiana che sa guardare oltre il momento presente e cogliere lo straordinario peso di gloria e di salvezza che ogni sofferenza porta con sé, se offerta a Dio unita a quella di Cristo. Dietro alla sofferenza di molti anche oggi non c’è una cieca ineluttabilità ma una chiamata divina.

In questo articolo vorrei, insieme ad una breve riflessione, muovere un appello a tutti i Lettori. Dalle esperienze di tante persone di fede si può chiaramente notare che si sta vivendo in un periodo caratterizzato da una grande sofferenza, personale e comunitaria. La croce, la sofferenza senza Dio è pazzia, follia e disgrazia ma con Dio è potenza, come afferma scultoreamente san Paolo: «La croce di Cristo è stoltezza per i pagani, è scandalo per i giudei ma per chi crede è sapienza e potenza» (1Cor 1,18).

Dobbiamo sempre ricordare e credere in questa Parola! San Gregorio Magno, in un brano certamente profetico sulla Chiesa del futuro riportato nei suoi famosi Moralia in Job (Commento morale a Giobbe), dice che la Chiesa degli ultimi tempi sarà come Giobbe sofferente e che per questo, tra le altre cose, la capacità di una lunga astinenza sarà diminuita.

La Chiesa sarà così malridotta che risulterà difficile praticare grandi penitenze e impegnarsi in grandi sacrifici, come accadeva ai santi del passato. Non solo. San Gregorio afferma anche altre cose degne di nota, come il fatto che la dottrina tacerà e la profezia scomparirà. Ma in questo contesto ci interessa il primo punto: il dono di una lunga astinenza sarà diminuito. Questo è dovuto al fatto che viviamo, in questa epoca storica, in una dimensione un po’ annichilita della Chiesa e noi tutti subiamo gli effetti di questa condizione mistico-teologica della Sposa di Cristo, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Ma poiché c’è sempre bisogno – o meglio urgenza – di sofferenza e penitenza offerta per salvare il mondo, il Signore prende l’iniziativa e, nonostante la povertà carismatica della Chiesa in questa fase storica, introduce le anime generose in una sorta di chiostro mistico per renderle “anime-vittima”, conducendole ad una “monacazione divina”: come nei chiostri religiosi chi entra professa i santi voti, segue una regola e si impegna a vivere in modo santo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, così similmente le anime-vittima sono chiamate ad offrirsi e soffrire, per la salvezza del mondo, vivendo però non in un chiostro fisico ma mistico.

Il Signore, a tale scopo, chiama oggi tante persone – anche tra le più sconosciute – e lo fa prendendo l’iniziativa e permettendo che incontrino croci tali che mai si sarebbero aspettate né andate a cercare e che diventano l’altare dell’immolazione di queste anime amanti.

Ecco, allora, l’appello. Mi rivolgo a tutti coloro che leggono e che si trovano in una situazione di sofferenza, qualunque essa sia e qualunque ne sia la causa. Non disprezzino questa condizione perché ha una ragione e uno scopo soprannaturale: è una “monacazione divina”. Credano pure che l’austerità delle anime-vittima è tale da superare quella della regola più austera di tutti i tempi. Il fatto che il Signore chiami così tante anime semplici e normali a vivere in questo modo significa che c’è, in questa particolare congiuntura storica, un bisogno immenso di sofferenza offerta. Non pensino che Dio sia cattivo, non lo chiamino “patrigno”, “insensibile”. Non commettano questo atto insensato. Benedicano, piuttosto, Dio nelle loro sofferenze perché il Signore, in realtà, non vuole il male di nessuno di loro ma, al contrario, li riveste di una importante missione soprannaturale e li insignisce di una dignità sublime.

Non c’è nulla di più alto che essere una “vittima potente” nelle mani di Dio. Viviamo nel tempo delle grandi battaglie spirituali e questo è davvero l’unico modo per contribuire a salvare moltitudini di anime ed ottenere dalla Misericordia di Dio la fine della catastrofe mondiale ed ecclesiale e l’avvento del regno di Maria con promesso trionfo del suo Cuore Immacolato.

Il Signore ha bisogno soprattutto di questo e, conoscendo la generosità nascosta in non poche anime, prende l’iniziativa e chiama molti nelle modalità più diverse, ad accettare e offrire sofferenze non superficiali ma che scavano in profondità. Sono sofferenze intime e laceranti che, spesso, nessuno è in grado di vedere o commisurare ma che Dio, invece, conosce, rende efficaci e premia. Forse anche chi legge è oppresso da pene morali non indifferenti e non è in grado – neppure lui – di calcolare il valore del suo dolore offerto. Quando le nostre anime e i nostri corpi sono stretti dalla morsa d’acciaio del dolore benediciamo sempre Dio e offriamo tutto a Lui con amore e così vedremo prodigi nelle nostre vite.

L’unico modo per contribuire a salvare questo mondo che perisce è quello di accettare questa vocazione alla sofferenza vicaria.

Il Signore chiama secondo la sua sapiente provvidenza. Se scopriamo di aver ricevuto questa vocazione ringraziamolo per averci eletti a suoi strumenti. Il soffrire passa ma l’aver sofferto rimane. La sofferenza dura un attimo – anche se la sua intensità la può far sembrare quasi eterna – ma si badi: l’aver sofferto rimane e maggiore sarà stata la sofferenza offerta per amor di Dio nella vita più grande, nel Regno dei cieli, sarà la gloria che si godrà per l’eternità.

Questo messaggio è di immensa speranza oltre che evangelicamente fondato, una realtà sperimentata dai santi di ogni epoca. Dobbiamo crederci e aiutarci a vicenda con la preghiera per riuscire a realizzare, in fraterna comunione, questa divina vocazione offrendoci con generosità al Signore.

La preghiera deve dare forza al cuore martire perché sia il più conforme possibile a quello della Madonna, il Cuore martire per eccellenza, le cui sofferenze sono incommensurabili. Preghiamo Lei, allora, l’Addolorata Corredentrice, perché ci dia la sua forza e soprattutto il suo amore gigante per poter capire e vivere questa vocazione ed essere come Lei ed insieme a Lei piccoli corredentori per la salvezza di questa umanità deviata, infedele e infelice.

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