Alcuni sostengono che il culto mariano sia nato solo a partire dal V secolo, in seguito alla proclamazione dogmatica di Maria “Madre di Dio”. Non è così: numerose prove archeologiche e liturgiche attestano che la devozione dei cristiani per la Vergine Maria era fin da subito presente e molto sentita.
Fu il Concilio di Efeso nel 431 a decretare la “Maternità divina” di Maria e così i protestanti hanno preteso affermare che da lì sarebbe partita la devozione mariana tra i cristiani. Invece non è affatto così: la devozione mariana esiste da quando esiste il Cristianesimo.
A conferma di ciò basterebbe ricordare che il Concilio di Efeso si celebrò in un edificio dedicato alla Vergine, il che fa capire chiaramente che il culto mariano già esisteva.
La più antica preghiera rivolta a Maria di cui si ha traccia, Sub tuum praesidium («Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta»), è stata trovata ad Alessandria d’Egitto in un papiro egiziano, copto, acquistato nel 1917 dalla John Rylands Library di Manchester e pubblicato la prima volta nel 1938. Secondo gli studiosi, risalirebbe agli inizi del III secolo. Di sicuro risale ad un tempo molto anteriore al Concilio di Efeso (431) che – come abbiamo già detto – attribuirà a Maria il titolo di “Madre di Dio”.
In un’antica colonna nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, colonna probabilmente del II secolo o al massimo del III, è leggibile un’iscrizione in lingua greca, fatta da una pellegrina: «...sotto il luogo sacro di Maria». La pellegrina ha anche lasciato inciso il proprio nome e quello dei suoi cari, per affidarli alla Madonna. Ma, cosa interessante, nell’iscrizione la donna precisa di aver eseguito i riti e le preghiere prescritte.
Ancora a Nazareth, contemporaneamente alla scoperta di questa iscrizione, ne è stata trovata un’altra (sempre del II secolo, massimo del III), che testimonia con certezza il culto che i primi cristiani prestavano a Maria. In questa iscrizione, scoperta dall’archeologo padre Bellarmino Bagatti (1905-1990), si legge facilmente il saluto angelico: «Ave Maria».
Nelle catacombe di Priscilla, a Roma, si trova una rappresentazione che risale al III secolo. In essa si vede la figura di un vescovo che, imponendo ad una vergine un sacro velo, le indica come modello Maria Santissima, la quale è dipinta con il Bambino Gesù in braccio.
Sempre nelle catacombe della via Salaria si può osservare un epitaffio posto davanti al loculo di un defunto di nome Vericundus. Il nome è tracciato su due tegole unite tra loro, che chiudono il loculo. Fra queste due tegole, sulla calce che le unisce, spicca, dipinta molto probabilmente dalla stessa mano che tracciò il nome del defunto, una “M”, che, secondo la nota studiosa Margherita Guarducci, significa Maria. Insomma, si voleva porre sotto la protezione della Vergine l’anima del defunto. Ebbene, questo epitaffio risale al II secolo.
A Roma, sotto l’altare della confessione nella Basilica di San Pietro, nel cosiddetto “muro G2”, che conteneva le ossa dell’apostolo Pietro identificate dalla studiosa Margherita Guarducci, sono state trovate incise diverse scritte, databili all’inizio del IV secolo, dunque prima del Concilio di Efeso (431). Tra questi graffiti, molti dei quali furono scritti per impetrare la felicità del Paradiso ai defunti, si trova spesso un’acclamazione di vittoria di Cristo, di sua Madre e ovviamente dell’apostolo Pietro. Vi è anche un graffito in cui il nome di Maria appare per intero e non abbreviato, come si usava fare nell’antichità.
Sempre per capire quanto la devozione alla Vergine abbia preceduto il Concilio di Efeso (431), va ricordato come prima di questo Concilio siano state istituite varie feste in onore di Maria Santissima, a Betlemme, a Gerusalemme e anche a Nazareth. È certo che una solennità mariana esisteva a Costantinopoli prima del Concilio di Efeso. Ci sono, infatti, tutti gli elementi per considerare autentico un discorso del 429 di san Proclo, patriarca di Costantinopoli, nel quale si fa cenno ad una solennità liturgica in onore della Madonna.
Ci sono, inoltre, bellissime preghiere rivolte alla Vergine e composte da sant’Atanasio, san Giovanni Crisostomo, sant’Ambrogio, sant’Agostino. Santi che sono vissuti prima del Concilio di Efeso.
E poi, come dimenticare la raffigurazione della Madre di Gesù nel cimitero di Priscilla, sulla via Salaria Nuova, a Roma? In questa raffigurazione la Vergine stringe al petto Gesù. L’opera si fa risalire al II secolo, dunque ben prima del Concilio di Efeso.