APOLOGETICA
Contraccezione. Perché Dio deve essere Signore della vita dopo, e non dall’inizio?
dal Numero 27 del 5 luglio 2020
di Corrado Gnerre

Vediamo in quale grande contraddizione cade l’uomo contemporaneo quando si affida a Dio al termine della propria vita ma lo esclude risolutamente dai suoi orizzonti quando è in gioco l’inizio di una vita umana.

La illegittimità della contraccezione riguarda, ancor prima della legge soprannaturale, la legge naturale. Certo, in questi tempi non è facile ricordarlo. Tempi in cui si omette il legame con la legge naturale perfino dell’aborto o dei rapporti omosessuali, figuriamoci per la contraccezione. Ma, difficoltà o meno, sono cose queste che bisogna sempre ribadire.

Il Magistero ha sempre ricordato che l’illegittimità della contraccezione è prima di tutto di legge naturale. Leggiamo queste citazioni, ovviamente se ne potrebbero indicare molte di più. La prima è di Pio XI, la seconda di Pio XII.

Pio XI nella enciclica Casti Connubii del 31 dicembre 1930: «[...] mai vi può essere ragione alcuna, sia pur gravissima, che valga a rendere conforme a natura ed onesto ciò che è intrinsecamente contro natura. E poiché l’atto del coniugio è, di sua propria natura, diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne, lo rendono studiosamente incapace di questa conseguenza, operano contro natura, compiendo un’azione turpe e intrinsecamente disonesta».

Pio XII nel discorso al Congresso Internazionale di Ematologia del 19 settembre 1958: «[...] qualsivoglia uso del matrimonio, in cui per l’umana malizia l’atto sia destituito della sua naturale virtù procreatrice, va contro la legge di Dio e della natura, e quanti osano commettere tali azioni si rendono rei di colpa grave». Citazioni dunque molto chiare. La contraccezione è contro natura.

Ma vediamo adesso d’indicare qualche motivo affinché si possa ben capire il perché l’illegittimità della contraccezione riguarda prima di tutto la legge naturale. Dio è il Creatore. Questa convinzione è solo di fede o anche di ragione? La risposta è più che ovvia: già la conoscenza razionale ci fa capire che Dio è il creatore di tutto. Se così non fosse, non si capirebbe l’esistenza della realtà non potendo questa essere causa di se stessa, cioè non potendo questa essersi creata da se stessa. Ora, se Dio è il creatore di tutto, è creatore anche della vita e, se è creatore della vita, ne è anche Signore. Sono certamente da stimare coloro che si abbandonano a Dio alla fine dell’esistenza, anche dopo che ne sono stati dimentichi per anni e anni. Sono da stimare perché, anche se in ritardo (ma non è mai troppo tardi), umilmente si aprono all’intelligenza di un’evidenza che è quella di riconoscere che tutto dipende da Dio e che tutto è rimesso a Lui. Quando ogni speranza umana sembra svanire, ci si rimette a Dio riconoscendo che Lui può tutto, e può tutto proprio perché è il Signore di tutto. Questo avviene anche nella malattia, anche quando non si è in tarda età. Si perde ogni speranza, la medicina non è più risolutiva, ci si aggrappa allora a Dio perché giustamente lo si ritiene il Signore della vita e, se è il Signore della vita, vuol dire che può tutto, può anche risolvere ciò che ormai altri e altro non possono risolvere.

Cosa succede, invece, con la contraccezione? Succede che è come se si dicesse a Dio: Tu adesso qui non c’entri. È questione nostra e solo nostra. Spetta decidere solo a noi e basta. C’è dunque qualcosa che non va: come mai Dio dovrebbe essere il Signore della vita quando la vita sta per terminare o è in pericolo e non è invece Signore della Vita per l’inizio della vita? Prima no, poi sì. Prima deve essere escluso, dopo può e deve essere invocato. La contraddizione è enorme!

Da questo si capisce perché la contraccezione è contro natura. D’altronde per i genitori non si utilizza il termine “creatori” ma “procreatori”, essi infatti non creano ma compartecipano ad un atto di creazione che è prima di tutto di Dio.

E qui si impone una conclusione. Ci sono dati inequivocabili: è in aumento l’infertilità di coppia. Certamente vi è una spiegazione scientifica legata all’innalzamento dell’età in cui ci si sposa e anche allo stress che spesso investe la coppia soprattutto da parte femminile, visto che ormai anche la donna lavora fuori casa con ritmi assorbenti e stressanti. Ma al di là di queste spiegazioni scientifiche che sono indubbiamente valide, non se ne può escludere un’altra. Quella legata alla Legge di Dio. Sulla vita l’uomo non può decidere a proprio piacimento e secondo i suoi tempi e i suoi programmi. La permissione da parte di Dio della sofferenza di molte coppie, che vorrebbero avere dei figli ma purtroppo non riescono, può avere anche (ovviamente non per tutte le coppie) questo significato di ammonimento: credevate di poter essere voi a decidere, adesso dovete riconoscere che così non è, che la vita è un dono di Dio, che essa va accettata quando e quanto Dio vuole.

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits