MARIA SS.
Un Cuore che palpita per salvare
dal Numero 19 del 10 maggio 2020
di Padre Stefano M. Manelli, FI

Già parte del ricco patrimonio della Chiesa, con Fatima la “Devozione al Cuore Immacolato di Maria” – secondo il piano di Dio per i nostri tempi – assurge a mezzo di primario valore per la salvezza delle anime.

La singolarità più preziosa dell’evento-Fatima, nel suo insieme, non è certamente difficile coglierla nella particolare rivelazione e nel dono speciale della “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, offerto da Dio quale mezzo di salvezza dei peccatori, affinché non cadano nell’abisso tenebroso dell’inferno eterno.

«Possiamo dire – è scritto in un testo di Luci sull’Est – che lo scopo principale che la Madonna si è prefissata apparendo a Fatima nel 1917, è quello di promuovere la devozione al proprio Cuore Immacolato come strumento di salvezza delle anime e della società» (1).

Di fronte agli elementi di primario valore che costituiscono il patrimonio della nostra vita di fede, come la Grazia, l’Aldilà, l’Eucaristia, la Preghiera, la Penitenza, la Madonna, gli Angeli e la Chiesa, ecco qui, a Fatima, una rivelazione nuova, singolare, legata a un progetto di Dio che vuole offrire all’umanità un mezzo specifico per salvare le anime dalla perdizione eterna nell’inferno, in quell’inferno che è il regno tenebroso di Satana.

Orbene, il mezzo specifico scelto da Dio è appunto la “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, come la Madonna stessa disse ai Pastorelli subito dopo la terrificante visione dell’inferno del 13 luglio 1917: «Avete visto l’inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato», e subito dopo aggiunse anche una richiesta per poter evitare la grave minaccia della futura guerra, preannunciata per il pontificato del papa Pio XI, dicendo che: «Per impedirla verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati»: ciò che purtroppo non avvenne (e avverrà solo molto tempo dopo, nel 1984, ad opera del papa Giovanni Paolo II).

Questa scelta di un nuovo “mezzo” di salvezza, da parte di Dio, è specifica e singolare, e ciò significa che alla “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, con la pratica riparatrice dei Primi cinque Sabati del mese, è stato da Dio conferito un valore eccezionale di grazia che prima non era stato mai messo in risalto. [...].

Se ci si rende conto dell’importanza primaria e del valore assoluto che deve avere per ogni uomo la salvezza eterna dell’anima, sarà ben facile capire la premura del Signore Iddio nel donarci questo mezzo amabilissimo della “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, potenziato al quoziente massimo del potere salvifico, ossia al punto estremo del potere di salvezza delle anime dalla perdizione nell’inferno eterno. E dovrebbe essere ben facile capire anche il grande interesse che ogni anima dovrebbe avere di fare proprio, di impossessarsi di questo mezzo e di vivere nutrendosi fedelmente di questa manna preziosa della “Devozione al Cuore Immacolato di Maria” che ha un potere così straordinario di grazia per la salvezza delle anime dall’inferno. Con quanta cura e premura, dunque, si dovrebbe accogliere da parte di tutti questo dono della “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, offrendo riparazione per tutte le offese che vengono fatte dagli uomini al Cuore della nostra divina Mamma! [...].

A ben riflettere, infatti, se è vero quel che dice sant’Alfonso de’ Liguori, quando afferma che «se tutte le grazie sol per mezzo di Maria ci vengono elargite, ne deriva, per necessaria conseguenza, che dal predicare Maria dipende la salvezza delle anime» (2), sarà ancora più vero, oggi, dopo la rivelazione del progetto di Dio svelato dalla Madonna ai tre Pastorelli di Fatima, che bisogna assolutamente predicare Fatima e il Cuore Immacolato di Maria – e predicarlo anche «dai tetti» (Mt 10,27) – perché la salvezza delle anime dall’inferno, la primaria e più essenziale salvezza è stata affidata particolarmente al Cuore Immacolato di Maria.

L’evento-Fatima, per questo, è e rimane il più grande richiamo della Madonna alla salvezza dell’anima, che è la «meta della nostra fede», come insegna san Pietro apostolo (1Pt 1,9). Fatima, infatti, con la “Devozione al Cuore Immacolato di Maria”, offre la garanzia divina per la salvezza dell’anima dall’inferno.

E se ancora sant’Alfonso può affermare che «chiunque serve la Vergine e gode della sua intercessione è così sicuro del Paradiso come se già ci fosse» (3), dopo Fatima si può ancora più dire che chiunque possiede e vive la “Devozione al Cuore Immacolato di Maria” «è così sicuro del Paradiso come se già ci fosse». Ed è lo stesso Cuore Immacolato di Maria, infatti, che disse a Suor Lucia tutta la predilezione che Ella ha per le anime che vivono la devozione al suo Cuore Immacolato, affermando che a coloro che abbracceranno questa devozione «prometto la salvezza, e saranno amate da Dio queste anime, come fiori messi da me a ornare il suo trono» (4).

A questo punto potrebbe affacciarsi l’insidia della riserva di qualcuno, preoccupato della preminenza data, a Fatima, al Cuore Immacolato di Maria riguardo alla salvezza delle anime dall’inferno, eliminando o sorpassando la primizia dello stesso Cuore di Gesù. Che non sia “troppo” il ruolo affidato alla devozione al Cuore Immacolato di Maria per la salvezza delle anime?

All’ansia che questo interrogativo potrebbe suscitare in qualcuno si risponde agevolmente dicendo che,
- anzitutto, è stato il Signore stesso che ha deciso di scegliere il mezzo della Devozione al Cuore Immacolato di Maria quale “mezzo” per salvare le anime dalla caduta nell’inferno eterno;
- inoltre, è evidente che il potere attribuito al Cuore Immacolato di Maria scaturisce tutto dal Cuore del Redentore con cui il Cuore della Corredentrice ha fatto unità indissolubile;
- infine, come non pensare a quell’unione inseparabile che fondeva in uno il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria? Chi potrebbe compiutamente descriverla? A tal riguardo, ecco una splendida pagina del card. De Berulle che dovrebbe servire a illuminare e confortare chiunque: «Gesù vive in Maria, fa come parte di Maria; e il suo Cuore è tutto vicino al Cuore di Maria. Maria pure vive in Gesù; Gesù è il suo tutto; il Cuore di Gesù è tutto vicino al Cuore di Maria e gli infonde la Vita. Gesù e Maria, ci sembra, non sono che un solo vivente sulla terra: il cuore dell’uno non vive e non respira che per l’altro [...]. Oh, Cuore di Gesù, vivente in Maria e per Maria! Oh, Cuore di Maria, vivente in Gesù e per Gesù! Oh, unione deliziosa di questi due Cuori! Benedetto sia il Dio di amore e di unità che assieme li congiunge! Che unisca pure il nostro cuore a questi due Cuori e faccia sì che tutti e tre questi cuori vivano uniti assieme, in onore della sacra unità che esiste nelle tre Persone divine» (5).

D’altra parte, se è vero che la “Devozione al Cuore Immacolato di Maria” può operare beni così grandi, come quello della salvezza eterna dall’inferno, è anche vero, però, che esige di per sé una vera conversione della vita, come spiega molto bene Suor Lucia, scrivendo che: «Stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria significa portare le persone ad una consacrazione di conversione, donazione, intima stima, venerazione e amore. È dunque in questo spirito di consacrazione e conversione che Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria» (6). E poco dopo la stessa Suor Lucia ribadisce questo insegnamento con un accostamento molto significativo all’Eucaristia, scrivendo che «la devozione al Cuore Immacolato di Maria si deve stabilire nel mondo attraverso una vera consacrazione di conversione e donazione. Come nella consacrazione il pane e il vino si convertono nel corpo e sangue di Cristo, siamo assorbiti con l’essere vitale nel cuore di Maria» (7).

E per mettere nel debito risalto la verità della Mediazione materna di Maria, sia corredentiva che distributiva, così attiva a Fatima – ma da sempre attiva, fin dall’inizio dell’attuazione del piano salvifico di Dio –, Suor Lucia spiega con semplicità luminosa che precisamente «nel cuore di Maria Dio ha iniziato l’opera della nostra redenzione, dato che è stato nel suo “Fiat” che questa ha avuto inizio», ed è infatti da Maria che «Cristo ha ricevuto il corpo e il sangue che dovevano essere rispettivamente immolato e versato per la salvezza del mondo» (8).

Suor Lucia vuol farci comprendere che come il Cuore fisico di Maria, con il suo sangue verginale, è stato all’origine del Cuore fisico di Cristo, trafitto dalla “lancia” sulla Croce (Gv 19,34), così il Cuore spirituale di Maria, ossia il Cuore immacolato della «Gratia plena» (Lc 1,26), pre-redenta sublimemente «singulari omnipotentis Dei gratia et privilegio, intuitu meritorum Christi» (beato Pio IX, Ineffabilis Deus), è stato all’origine del Cuore spirituale di Cristo, secondo il misericordioso disegno d’amore di Dio dell’Incarnazione redentrice del Verbo per la salvezza dell’umanità peccatrice.

È stato ben scritto, infatti, con profondità di pensiero, che «il sangue del Cuore di Maria ha avuto per destino il più stupendo mistero, quello della Incarnazione del Verbo. Solo questo sangue fu destinato a formare l’umanità dell’uomo-Dio, Redentore del mondo; solo esso è la purissima materia con la quale si realizzò quel gran mistero, per cui Gesù Cristo può veramente dirsi nato dal Cuore di Maria» (9).

Ma se dal Cuore di Maria è nato il Redentore, vuol dire che quel Cuore era già esso stesso “corredentore” destinato da Dio ad una maternità corredentrice – come è stato ancora scritto – la quale «doveva avere per culla il dolore e per sede il cuore. Ecco perché l’ora suprema delle amarezze del Cuore verginale e materno è l’ora scelta da Gesù Cristo per pronunciare quelle parole di eterna memoria che, dette nell’ora della sua agonia, del suo testamento e della Redenzione dell’umanità, [...] erano sacramentali e onnipotenti per attuare in modo augusto quello che significavano: “Ecce Mater, ecce filius” [...]. Tutti gli uomini diventano figli di Maria o, più propriamente, figli del suo Cuore» (10).  

da Maria Corredentrice. Storia e teologia, Casa Mariana Editrice, vol. X


NOTE
1) Luci sull’Est, “Il mio Cuore Immacolato trionferà”, Roma 2007, p. 117.
2) Sant’Alfonso M. de’ Liguori, Le Glorie di Maria, cap. VII.
3) Ivi, cap. VIII.
4) Memorie di Suor Lucia, Fatima 2000, vol.1, p. 189.
5) Card. P. De Berulle, La Grandezza di Maria, 1944, p. 158.
6) Suor Lucia, Gli appelli del messaggio di Fatima, Città del Vaticano 2001, p. 126.
7) Ivi, p. 127.
8) Ivi, p. 128.
9) L. Luisilla, I tesori del Cuore di Maria, in Luci sull’Est, “Il mio Cuore Immacolato trionferà”, p. 30.
10) Ivi, pp. 36-37.

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