RELIGIONE
L’ora delle tenebre, l’ora di Maria
dal Numero 9 del 1 marzo 2020
di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

Il Triduo Santo è l’ora delle tenebre per un mondo che ha dato la morte a Dio, ma è anche l’ora di Maria, che ne prepara la gloriosa Risurrezione. La contemplazione della Passione di Cristo offre ai credenti il senso soprannaturale degli eventi e li spinge al Cuore Immacolato della Madre.

Una delle urgenze, oggi, per gli uomini e le donne di fede è certamente quella di impetrare da Dio luce per comprendere il nostro momento presente e per trovare le soluzioni più efficaci per fronteggiare la situazione di grave crisi del nostro tempo.

I credenti onesti, esaminando quanto avviene, non possono non pervenire ad un giudizio per sé evidente: tutto quanto sta avvenendo nel mondo supera le umane perversioni, cattiverie e miserie e trova la sua radice ultima in qualcosa di profondamente diabolico, preternaturale, in un’azione veramente dirompente del principe di questo mondo.

Questa è una prima constatazione, forse la più immediata. Ma da sola non è sufficiente a rendere ragione dei disordini odierni, in particolar modo quelli che avvengono a più livelli all’interno della Chiesa Cattolica. Perché il credente del nostro tempo possa esprimere un giudizio adeguato alla realtà delle cose, deve riconosce la necessità di radicare questa crisi e i suoi consequenziali esiti e sviluppi nel mistero della Vita, Passione, Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

La Chiesa è una “societas” soprannaturale, non un’organizzazione socio-politica; ancora più precisamente è il Corpo mistico di Cristo dove Egli è il Capo, la Chiesa è il Corpo e insieme costituiscono un unico mistico organismo, per cui la vita del Capo è la vita stessa del Corpo. Una delle conseguenze di questa verità è che tutto ciò che è avvenuto nella vita del Signore Gesù deve misteriosamente ma realmente riprodursi, lungo l’arco dei secoli, nella vita della Chiesa.

Passiamo, dunque, ad una seconda costatazione che completa e perfeziona la prima. Il Corpo mistico di Cristo, senza alcun dubbio, alla luce anche di numerose ed autorevoli profezie più antiche e più recenti, sta vivendo un momento di forte passione, ripercorrendo e riproducendo in sé le fasi, gli eventi, le dinamiche che hanno segnato quella del Signore.

Questa prospettiva, per essere compresa fino in fondo, necessita di essere nutrita con la devota considerazione della Passione di Gesù da quei credenti che vogliono avere il proprio ruolo nella storia della salvezza e si sforzano di comprendere, da un punto di vista più elevato, il senso degli avvenimenti infausti che ci riguardano.

Se da un lato è vero, alla luce della fede, che l’uomo attraverso le sue scelte libere è con-costruttore del suo destino, è anche vero che esiste un mistero superiore per cui certe dinamiche rispondono ad un disegno della Provvidenza che ha previsto prima dei secoli certi eventi; ci muoviamo tutti, di fatto, sul sottile filo della relazione tra la libertà delle creature, la prescienza di Dio e il suo piano salvifico che segue una logica soprannaturale per la quale la Passione, dal Capo, deve trasferirsi al Corpo.

Facciamo alcune applicazioni. Se portiamo la mente alla sera del Giovedì Santo, quando Gesù si trovava nell’orto degli ulivi, si nota che il momento del suo arresto è stato vissuto dagli Apostoli come un grande scandalo perché non pareva possibile che il Figlio di Dio potesse essere preso con la forza da sgherri e malavitosi. In verità il Signore aveva dimostrato di essere veramente Figlio di Dio allorché disse ai soldati del Sinedrio: «Sono Io» (cf. Gv 18,5-6), parole cariche di una tale potenza divina da scaraventare al suolo i loschi personaggi... era un segno che dimostrava che se non fosse stato per una misteriosa volontà divina che disponeva altrimenti, il Signore avrebbe potuto senza alcuna difficoltà sbaragliare quei perversi e sfuggire da loro. Eppure lo scandalo accade... Gesù fu catturato e i suoi Apostoli si dispersero (cf. Mc 14,27-30; 14,50; Mt 26,56;): in quel momento la Chiesa, poche ore prima raccolta e unita nel Cenacolo, sembrava già distrutta.

Oggi sembra proprio accadere questo nella Chiesa, una grande dispersione e frammentazione, anche all’interno delle forze buone presenti in Essa, una confusione tremenda, “l’ora delle tenebre” (cf. Lc 22,53) per le quali, oggi come allora, sembra tutto compromesso, perduto... eppure da quell’apparente fallimento siamo stati salvati. Grande, insondabile mistero! Ciò significa che dal punto di vista soprannaturale e spirituale esiste una speranza, una soluzione proprio quando e dove pare non esserci più. Quale?...

Ritorniamo a quelle ore decisive. In quel momento di tenebre fitte l’azione del principe di questo mondo sortiva effetti vessatori e seduttori su tutti. Vi fu una sola persona che è riuscita a tenere l’ora delle tenebre con tutto il suo corredo di distruzione e smarrimento al di fuori di se stessa e rimanere fedele alla Parola eterna ed infallibile del Figlio: l’Immacolata Vergine Maria. Non è un caso che proprio Lei, in questo momento drammatico in cui stiamo vivendo lo scatenamento dell’impero delle tenebre, venga così sovente sulla terra con la sua presenza e con i suoi materni messaggi costituendo oasi e rifugi spirituali e capeggiando il piccolo ma indistruttibile esercito di Dio.

Pertanto l’infallibile soluzione che ci viene data in questo tempo di buio – che è l’ora di Satana ma al tempo stesso e ancor di più l’ora di Maria – è piegare le nostre ginocchia in preghiera e stare nel Cuore Immacolato di Maria consacrandoci sinceramente ad Esso, perché in quel Cuore Immacolato non potrà accaderci nulla di male nonostante gli estremi sforzi di Satana per portarci alla rovina. Se nessun male può entrare nel Cuore Immacolato di Maria, per ciò stesso, nessun principato tenebroso e nessuna forza maligna può affondare i suoi consacrati!

Stare nel Cuore Immacolato di Maria è la vera garanzia che il Cielo ci ha lasciato e significa radicarci nella nostra devozione alla Madonna con tutto ciò che ne consegue, in modo speciale consacrare la nostra vita a Lei. Più saremo radicati in questa devozione, più saremo serrati al suo Cuore Immacolato. La proporzione è reale e porta i suoi frutti di vita. Provare per credere. E credere per avere il desiderio di provare.

Entrare nel suo Cuore è un dono mistico che verrà elargito nella misura in cui vivremo la nostra devozione mariana la quale si manifesta soprattutto nella preghiera del Santo Rosario, nello sforzo di guardare a Maria, imitarla e nel frequentare con fede ed amore i luoghi mariani che Ella ha edificato per noi, cioè i santuari e i cenacoli mariani come dicemmo qualche tempo fa1.

Questo sia il nostro programma di resistenza e perseveranza spirituale, oggi come mai prima. Chi pensa che ciò sia fantasioso o quantomeno inadeguato... beh, è libero di fare le sue scelte ma si troverà in difficoltà perché Dio vuole che sia riconosciuta l’imprescindibile funzione mariana in questi nostri tempi. Chi la comprende si mette sulla strada più facile, breve e sicura, per usare un’espressione cara ai maestri della consacrazione mariana (san Luigi M. da Montfort e san Massimiliano M. Kolbe). Quanto più stabile sarà la devozione mariana tanto più si sarà intangibili.

Purtroppo non tutti hanno la grazia di capirlo e di crederlo; si tratta di una verità così importante ma al tempo stesso misteriosa che rimane appannaggio degli eletti. Dobbiamo fare esperienza, tutti, di una dimensione mariana più forte perché è il momento, il nostro, delle tutte tenebre e se anche san Pietro e gli Apostoli sono fuggiti ed entrati nello smarrimento, nella confusione e nella paura vuol dire che non c’è altro modo di ripararsi dalle avvolgenti insidie diaboliche che trovare rifugio in Maria.

L’augurio è che il suo Cuore sia il nostro rifugio, la nostra forza e protezione, l’ambiente sicuro dove niente e nessuno possa farci del male. Sempre siano lodati i Sacri Cuori di Gesù e di Maria!  

NOTA

1) Cf. Fra’ Pietro Pio M. Pedalino, La missione dei santuari mariani nel tempo presente ed anche: Il ruolo dei cenacoli mariani nel tempo presente, in Il Settimanale di Padre Pio, NN. 33 e 34/2019.

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