L’Anno giubilare sia l’occasione per riscoprire e fare nostra questa particolare forma di preghiera mariana. La ripetizione di queste nobili preghiere renda nobile il nostro animo e sempre più simile a quello della nostra Madre celeste.
Sin dall’antichità, i discepoli di Cristo amavano attribuire alla Madonna le lodi più splendide e affidarsi alla sua materna protezione. Tra gli scritti dei Padri basti ricordare l’antifona Sub tuum praesidium (III secolo), gli inni mariani composti ed eseguiti in canto da sant’Efrem il Siro (IV secolo), l’inno Akatistos attribuito a Romano il Melode (V secolo), l’eucologia mariana della Liturgia bizantina ed i testi altamente laudativi degli omileti dell’VIII secolo. I discepoli di Cristo, rinati dall’acqua e dallo Spirito, sono sempre stati guidati, da quello stesso Spirito, a lodare ed onorare la loro Madre comune. Le Litanie Lauretane si collocano su questa linea, fanno parte del filo aureo intessuto dallo Spirito Santo nella Chiesa, a lode e gloria della sua Immacolata Sposa.
A proposito della rigenerazione battesimale annunciata da Gesù, la domanda di Nicodemo, anche se palesava una mentalità ancora troppo legata alla carne e al sangue, aveva una certa sua legittimità: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre?» (Gv 3,4).
Se consideriamo la portata metafisica dell’obiezione mossa dal buon sinedrita, conta poco il fatto che egli si riferisse ad una rigenerazione corporea, mentre il Signore gli stava indicando la via dello Spirito, secondo cui si rinasce dall’Alto. La rinascita, come la prima nascita, per se stessa implica una madre. Si tratti di una rigenerazione corporea o spirituale, sempre di una nuova nascita si parla, e tale nuova nascita comporta necessariamente un principio materno. Direbbe il Filosofo: «La generazione è l’origine del vivente dal vivente della stessa natura, come da principio congiunto».
Maria non è solo un principio efficiente e non è solo una natura, è una persona immacolata piena di grazia; più precisamente, è la persona umana immacolata che è madre di tutti gli uomini santi ed immacolati, in atto o in potenza, viventi sulla faccia della terra, sotto terra (Purgatorio), e nelle dimore del Cielo; a cominciare da Cristo Immacolato Figlio di Dio, fino all’ultimo dei peccatori redenti, senza escludere le anime che si stanno immacolatizzando nel fuoco del Purgatorio, tutti la riconoscono come Madre. I Cori degli angeli santi, anche se non la riconoscono come madre, tuttavia la venerano e la onorano come loro Regina.
Le Litanie Lauretane, come tutte le espressioni d’amore e di ammirazione verso Maria, rispondono a quella profezia pronunciata dalla Vergine Santissima, ispirata dallo Spirito Santo: «D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Profezia tanto più sorprendente, in quanto rivolta a se stessa da Colei che è l’umiltà creaturale personificata: «Ha guardato l’umiltà [tapeinosis] della sua serva» (Lc 1,48); da Colei che rimase turbata perché un angelo le rivolse il saluto (cf. Lc 1,29).
Nelle Litanie Lauretane, la Madonna viene celebrata quale Madre, Vergine e Regina, Maestra di sapienza, Modello eccelso di perfezione cristiana. Madre perché generatrice di vita soprannaturale; Vergine perché totalmente consacrata a Dio; Regina perché elevata dalla grazia ad una dignità che oltrepassa quella di tutte le altre creature; Maestra perché c’illumina con la sua sapienza; Modello perché gli occhi della nostra mente sono attratti dagli esempi sublimi di virtù che rifulgono da tutta la sua vita. Ogni titolo racchiude un mistero, ed ogni mistero è una verità che illumina ed acceca. Illumina l’intelletto a motivo della fede, lo acceca perché la ragione naturale non trova alcun riscontro evidente di tanta perfezione nelle cose imperfette di questo mondo.
Finché la nostra fede sarà notturna come quella di Nicodemo, che per paura dei Giudei si recava da Gesù di notte, i titoli delle Litanie saranno per noi delle semplici e vaghe metafore, estrinseche al nostro mondo interiore; se invece la nostra fede fosse solare come quella di san Giovanni sull’isola di Patmos, allora ogni titolo sarebbe una stella luminosa, accesa nel firmamento del nostro intelletto, immacolatizzato e santificato dalla Donna vestita di sole (cf. Ap 12). Non possiamo comprendere appieno la bellezza di questi titoli, non possiamo assaporarne la spirituale fragranza, se non si rinasce dall’Alto, nel grembo di Colei che è la Madre della Luce, Cristo, e la Madre dei figli della Luce, i suoi discepoli fedeli.
«Ti raccomando dunque, prima di tutto – scrive san Paolo al fido discepolo Timoteo –, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini» (1Tm 2,1).
Facciamo nostra questa raccomandazione paolina e teniamo accesa la fiamma della devozione alla nostra Mamma del Cielo, anche attraverso la contemplazione della ricca simbologia mistica racchiusa nelle Litanie Lauretane, affinché Ella si degni di farci rinascere dall’Alto, figli immacolati, nel suo grembo immacolato.