Amare la Madre divina come Gesù l’ha amata: è questo il più bel programma di vita di ogni anima che voglia consacrarsi alla Madonna e giungere, così, all’unione più intima con Lei e con il Figlio.
In questa serie di articoli parleremo di un tema molto affascinante, ossia del ruolo che la Vergine Santissima ha nella nostra vita di cristiani. La vita cristiana deve diventare una vita di unione con Maria e noi dobbiamo tendere a marianizzarci sempre di più, seguendo il cammino della consacrazione all’Immacolata, fino identificarci con Lei, a trasformarci in Lei. In questa nuova serie di catechesi mediteremo su questa perla preziosa che è l’unione con l’Immacolata, come l’hanno vissuta i santi, come ne hanno parlato nei loro scritti. Non si tratta di una semplice devozione mariana, bensì di “unione trasformante”. Guardando a questi nostri modelli impariamo come deve essere vissuta la nostra devozione a Maria e scorgiamo le vette immacolate alle quali conduce l’unione con la Tutta Santa.
La devozione alla Madonna si può paragonare a un giardino rigoglioso, profumato di fiori e ricolmo di frutti: nel corso di queste riflessioni, ogni volta che mediteremo sulla devozione dei santi alla Madonna, sui loro esempi e sui loro scritti, cercheremo di cogliere qualche fiore, con cui abbellire la nostra anima.
L’esempio supremo di devozione alla Madonna ce lo dà Gesù stesso. Per quanto possiamo amare Maria, sarà sempre troppo poco rispetto a quanto Ella è amata dal Figlio. Si può benissimo dire che il nostro amore alla Vergine è segno della presenza di Gesù in noi, è il prolungamento del suo amore di Figlio nei confronti della Madre amabilissima. Quanto più ci avviciniamo a Gesù, tanto più cresce la nostra devozione a Maria.
“A Gesù per Maria”, si dice tante volte; ma è vero anche il contrario: “a Maria per Gesù”, proprio perché la devozione mariana è un grande dono che Gesù offre a ciascuno di noi e saranno proprio quelli che maggiormente assomiglieranno a Gesù a nutrire una tenera devozione a Maria.
In questo primo articolo iniziamo a vedere le testimonianze di devozione mariana di alcuni Padri della Chiesa, autori autorevoli per antichità e dottrina, così ci potremo rendere conto di come la spiritualità mariana non sia una invenzione di questi ultimi tempi, ma affondi le sue radici nell’antichità.
Un tema che ricorre molto spesso nei Padri della Chiesa è quello della sovranità di Maria: Ella è la Signora, la Dominatrice dell’intero universo e quindi di ogni uomo che vive su questa terra. Per quale motivo Ella è la Sovrana? Insegna san Giovanni Damasceno, corona dei Padri orientali, che il motivo è dato dalla Sua Maternità divina: Maria, divenendo Madre di Dio, è diventata la Signora dell’universo. Proprio perché Signora, tutto le appartiene e tutto le deve essere consacrato. Ecco le sue parole: «Il Figlio ha asservito alla Madre tutta quanta la creazione».
Una testimonianza molto importante è pure quella di sant’Ildefonso di Toledo, il quale si considerava Servo della Madre di Dio. Questo Santo è stato tra i primi a diffondere l’idea della consacrazione a Maria e della piena dedizione al suo servizio. Egli ha insegnato la spiritualità mariana, che attraverso san Bernardo e san Luigi di Montfort è giunta fino ai nostri giorni. Ecco alcuni passi tratti dagli scritti di sant’Ildefonso, nei quali traspare il suo ardente desiderio di servire la sua nobile Signora: «Quanto prontamente io desidero di rendermi servo di questa Signora, quanto sinceramente io mi compiaccio di assoggettarmi al giogo del suo servizio, quanto pienamente io bramo di sottopormi ai suoi comandi, quanto ardentemente io procuro di non staccarmi dal suo servizio, quanto avidamente io aspiro a non allontanarmi dalla sua dipendenza, con altrettanta sincerità desidero di mantenermi senza tregua nel suo servizio e con altrettanta sincerità procuro di non essere mai escluso dall’eterna sua giocondità. E perché io aspiri a raggiungere questo fine, lo sanno coloro che amano il Signore, lo vedono coloro che sono fedeli a Dio, lo intuiscono quanti aderiscono al Signore, non lo ignorano quanti non sono ignorati dal Signore» (Testi mariani del primo millennio, Città Nuova, vol. III, p. 685).
E così si rivolgeva il Santo alla sua celeste Sovrana: «Pertanto io sono tuo servo, perché il Figlio Tuo è il mio Signore. Perciò Tu sei la mia Signora, perché sei l’ancella del mio Signore. Perciò io sono il servo dell’ancella del mio Signore» (ivi, p. 648).
Tornando a san Giovanni Damasceno dobbiamo riportare ora uno stupendo brano di una sua omelia, nel quale, in modo molto chiaro, parla della sovranità di Maria e della consacrazione a Lei. Ecco le parole del Santo: «Anche noi oggi ti restiamo vicini, o Sovrana; sì, lo ripeto, o Sovrana, Madre di Dio e Vergine: legando le nostre anime alla tua speranza, come ad un’ancora saldissima e del tutto infrangibile, consacrandoti mente, anima e corpo e tutto il nostro essere» (Testi mariani del primo millennio, vol. II, p. 519).
La Vergine Maria è la nostra Signora, a Lei apparteniamo e con la consacrazione mariana non facciamo altro che accettare gioiosamente e consapevolmente questa nostra completa appartenenza a Lei. Tante volte, quando ci rivolgiamo a Maria la chiamiamo con il bel nome di Madonna: ebbene, questa parola, che deriva dal latino “Mea Domina”, significa proprio “Mia Signora”. Vogliamo dunque donare tutta la nostra esistenza a Lei e servirla fedelmente ogni giorno della nostra vita.