Primo santuario religioso del Paese, la basilica di Sastín è il cuore pulsante della pietà mariana del popolo slovacco, visitata ogni anno da decine di migliaia di persone, soprattutto in occasione della Festa della Madonna Addolorata.
«Dio mio, tutto il mondo mi ha abbandonato!». Fu questo il lamento che l’Addolorata proferì nel cuore dell’Europa, a qualche centinaia di chilometri dall’Italia.
Sastín è il più importante santuario mariano in Slovacchia, ma la sua importanza non si limita solo a questo Paese. Dedicato a Colei che i popoli dell’Europa centrale amano chiamare “Madonna dei sette dolori”, era in passato meta di pellegrinaggi di migliaia e migliaia di pellegrini da ogni nazione. Tra i molti che hanno visitato questo santuario c’è anche san Clemente Maria Hofbauer, un santo redentorista che iniziava i suoi pellegrinaggi a piedi verso questo santuario da Vienna.
All’inizio, una tragedia familiare
Quali furono gli inizi di questo sconosciuto santuario mariano nel cuore dell’Europa? Imprevedibilmente questo santuario mariano non trova la sua origine in un’apparizione della Madonna o in qualche bel quadro mariano dipinto da un devoto artista, bensì in una tragedia, precisamente una tragedia familiare. Una tragedia di quelle che tante volte accadono nel matrimonio quando la relazione tra moglie e marito diventa difficile ed insopportabile...
Anche Angelika Baki?, una donna serba, che si era sposata con il conte Emerico Czobor, iniziò a sperimentare le spine della vita matrimoniale. Una volta, non si sa perché, il litigio col marito prese una piega peggiore del solito: egli la costrinse a scendere con la sua domestica dalla carrozza e le lasciò andare a piedi. Angelika invece di arrabbiarsi con il marito, avendo una grande venerazione per la Vergine Addolorata, si rivolse a Lei per implorare l’aiuto divino, facendo questo voto: se la Madonna avesse fatto finire questa brutta vicenda, le promise che avrebbe fatto realizzare un’immagine in onore dell’Addolorata come ringraziamento per la grazia ottenuta. E cosa successe? Miracolosamente il marito tornò indietro e chiese perdono alla moglie.
Più tardi compirono insieme il voto fatto alla Madonna dalla signora e uno scultore scolpì la statua dell’Addolorata che misero in una cappellina triangolare sul loro terreno, divenuta ben presto meta di visite e devozioni anche da parte di altri fedeli. Molta gente cominciò a frequentare la statua davanti alla quale pregava e ai piedi della quale lasciava fiori. Più tardi però il terreno dove era situata la cappellina triangolare con la statua venne assorbito da una riserva per fagiani, sul cui terreno anche adesso si trova la cappellina. Un giorno molte persone, andando a venerare san Giovanni Nepomuceno, secondo l’antico costume si recarono anche a salutare la Vergine Addolorata dimenticandosi dei nuovi confini della riserva. Il Cielo volle premiare la devozione del popolo e offrì un segno visibile, facendo sì che la statua irradiasse uno splendore chiarissimo. Molti malati vennero guariti e intanto pian piano la fama di questa statua miracolosa si diffuse in tutti i paesi intorno.
Nel 1732 iniziò l’indagine ecclesiastica sull’autenticità dei miracoli. La commissione indagò su 726 supposti miracoli, concludendo che la statua dovesse essere considerata miracolosa. Durante la dichiarazione solenne erano presenti più di 20.000 pellegrini. Di questi miracoli ne riportiamo solo due per contemplare da vicino la mediazione materna della Vergine Addolorata in favore dei peccatori che si rivolgono a Lei.
Un volto terribile
Nello stesso anno in cui inizia l’indagine dei molti miracoli, un certo Josef Walter, guardiano di fagiani, avendo ancora una scintilla di devozione alla Madonna, si mise a pregare in ginocchio davanti alla sua immagine. Ma che cosa accadde? Vide immediatamente un volto terribile e minaccioso nel quadro. Il peccatore purtroppo non volle seguire l’impulso della grazia ed emendare la sua vita. La Madonna non voleva però lasciarlo perire nel peccato e la prodigiosa visione si ripeté un’altra volta. L’uomo vide l’immagine della Madonna alle ore 8 di sera illuminata da uno splendore chiarissimo. Alla fine si convertì e tornò a Dio con pentimento, confessandosi dai padri francescani.
Questo è un richiamo anche per noi a non accontentarci di una devozione qualsiasi verso la Madonna, una “devozione” nella quale mancherebbe addirittura la vera conversione del cuore o almeno il fermo proponimento di emendarsi. Inoltre, la vera devozione alla Madonna deve sempre comprendere anche il dolore dei propri peccati e un fermo proposito di non peccare più e di non offendere ancora il suo Figlio. Non si tratta di un’emozione superficiale ma di vera conversione del cuore a Dio attraverso la mediazione materna della Madonna.
Non si confessava da 12 anni
Un altro graziato della Madonna, un certo Andrej Fisser, giardiniere, ricevette anch’egli il dono della conversione. Quest’uomo non si confessava già da 12 anni. La grazia del Signore però, che vuole la salvezza di tutti i suoi figli, lo perseguitava: seguendo l’impulso della grazia Andrej pregava ogni giorno davanti all’immagine della Madonna un Padre nostro e un’Ave Maria, iniziò il 25 gennaio (giorno della conversione di san Paolo) fino al 21 maggio. Il 21 maggio alle ore 12.00, mentre stava recitando le sue solite preghiere, sente una voce che viene dalla statua: «Dio mio, tutto il mondo mi ha abbandonato!». A queste tristi parole della Madonna, l’uomo rientrò in se stesso e si convertì, facendo il proposito efficace di emendare la sua vita e di confessarsi.
Ma che dire oggi di noi? Non abbiamo forse davvero abbandonato la Madonna con il nostro vivere senza fede, con leggi che vanno contro Dio e con le nostre bestemmie? E poi, a quel tempo i peccatori si rivolgevano alla Madonna almeno con qualche preghiera e devozione, ma oggi molti peccatori pensano che si possa essere graditi a Dio anche senza mediazione della Madonna, guidati dalla superbia e dai nuovi sedicenti “evangelizzatori” che vogliono mettere da una parte o meglio omettere del tutto la Madonna dalla vita cristiana. Poveri noi se crediamo a questi innovatori e falsificatori della nostra fede!
Il beato Tito Zeman
È bello però ricordare un altro miracolato della Madonna di Sastín in tempi più vicini a noi, un miracolato che certo non credeva alle teorie moderne dell’inutilità della devozione mariana. Si tratta di un martire slovacco, vissuto nel terribile periodo del comunismo in Cecoslovacchia, un salesiano del secolo scorso noto per essere l’organizzatore di fughe di seminaristi slovacchi in Italia, allo scopo di salvare le loro vocazioni. Si tratta cioè del beato Tito Zeman, poco tempo fa beatificato da papa Francesco.
Ancora ragazzo, gravemente malato, non potendo recarsi al santuario di Sastín per la festa dell’Addolorata, chiese ai suoi parenti che si recavano al santuario per il solito pellegrinaggio di pregare per lui davanti la statua miracolosa dell’Addolorata. Quando la gente tornò a casa, Tito chiese a suo padre di aiutarlo ad andar fuori perché voleva vedere la processione che stava tornando dal pellegrinaggio. Appena vide la croce e gli stendardi della processione subito si sentì meglio e guarì all’istante. Dopo questa guarigione miracolosa promise alla Madonna che sarebbe sempre stato suo bravo figlio! E la Madonna non si scordò di questo suo figlio devoto. Difatti la sua vocazione di salesiano iniziò proprio là a Sastín, dove i salesiani aprirono la loro prima casa religiosa in Slovacchia. Se fossimo anche noi così grati alla Madonna dopo aver ricevuto le sue grazie!
Il santuario: ieri e oggi
Ritornando alla storia del santuario mariano, nel 1736 ci fu la benedizione della pietra angolare della futura basilica. Tra i benefattori della costruzione, oltre al semplice popolo devoto, ci fu anche Maria Teresa d’Asburgo, arciduchessa d’Austria e regina d’Ungheria. Dopo la fine della costruzione, ci fu la solenne consacrazione del tempio e alcuni giorni dopo la cerimonia del trasporto della statua dalla cappellina all’altare maggiore. Accadde in quell’occasione un nuovo miracolo. Alcuni giorni dopo il trasporto solenne della statua molti videro a mezzogiorno tre stelle sopra la cappellina triangolare.
Nel 1864, quando si festeggiava il 300° anniversario della venerazione della statua, ci fu una grande cerimonia in occasione della festa della natività della Beata Vergine (8 settembre) con la solenne coronazione della Madonna alla quale fu presente l’arcivescovo cardinale di Strigonio, Giovanni Scitovsky, più di 300 chierici e più di 120.000 pellegrini.
Sastín fu e rimase il più importante centro della fede per il popolo anche durante il triste periodo del comunismo cecoslovacco, che devastò il Paese spiritualmente e materialmente. Oggi il santuario rappresenta ancora il centro della spiritualità mariana in Slovacchia: l’Addolorata di Sastín è un aiuto nelle penose situazioni familiari, compie miracoli di guarigione, miracoli di conversioni, grazie di nascita di figli alle coppie che non riescono ad averne da molto tempo, ecc. Anche oggi la Madonna concede grazie a chi si rivolge a Lei nel suo santuario o da lontano con il dolce ricordo alla Madre dolorosa. Le cronache del santuario ne danno testimonianza. E la Madonna farebbe anche di più se non fosse così abbandonata da tutti coloro che si vantano di essere suoi figli ma non confermano tale dichiarazione con la loro vita; l’Addolorata farebbe di più se ci fosse più fede, più fiducia nel rivolgersi a Lei.
Uno sguardo all’Addolorata
La Vergine Addolorata ci insegna non solo a rivolgerci a Lei nelle nostre sofferenze per chiederle aiuto e grazie speciali, ma anche a guardare a Lei che ha sofferto insieme con il Figlio sotto la Croce. Con il profeta Geremia ci rivolge queste parole: «Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore» (Lam 1,12). Il suo non fu però un dolore inutile come a molti può sembrare. Era la sofferenza della Corredentrice. Una vera collaborazione alla salvezza delle anime. Ed anche noi suoi figli che alziamo il nostro sguardo a Lei dobbiamo imparare con la sua grazia a fare nostra la sua missione per la salvezza delle anime. Questa è infine la lezione che la Madonna ci ha dato a Fatima, spronandoci a collaborare alla salvezza delle anime con le nostre preghiere e con i sacrifici e le sofferenze. Se seguiamo l’esempio della devota Angelika che non si è lasciata dominare dalle passioni dell’ira o del risentimento nella sofferenza, ma si è rivolta alla Vergine Addolorata, le grazie non mancheranno sicuramente.