Quale legame essenziale mi unisce a Maria Santissima assunta in Cielo? Risponde padre Teodossio della Croce: se vivi in grazia di Dio inizia la tua assunzione. Più sei unito a Lei, più parteciperai della sua assunzione fino al Cuore della Santissima Trinità. Ma come fare? Ella stessa si occuperà della tua elevazione.
Quando sento una predica, in chiesa o in Tv, a qualcuna delle Messe festive o feriali, che vengono trasmesse, pur condividendo le cose giuste e sante (quando sono tali!), mi viene sempre spontanea una domanda impertinente: “Ma che cosa importa a me? Ma chi me lo fa fare?”. Cioè voglio sempre capire che cosa interessa, che cosa lega quella Verità della Fede cattolica, quella Legge di Dio, alla mia vita. Ed è una pretesa giusta. L’uomo di oggi fa fatica a cogliere il legame pur essenziale, pur intimo, di Dio, con la sua vita.
Il 15 agosto di ogni anno ricorre non il ferragosto (feria Augusti, ciò risale all’imperatore Augusto, che si dedicò un mese e una festa!) ma per noi cristiani-cattolici la solennità dell’Assunta, di Maria Santissima, assunta in Cielo in corpo e anima, accanto a suo Figlio Gesù risorto e glorioso, con la sua umanità. Già da ragazzo, mi chiedevo con tutto me stesso, che cosa importasse a me – alle persone, ai ragazzi come me – che Maria fosse stata e sia l’Assunta anche con il suo corpo. Pur continuando a voler bene alla Madonna e a pregarla ogni giorno con il Rosario.
La risposta più suasiva me l’ha data un diplomatico, un uomo eccezionale, un generale, uno stratega nato a Salonicco, nel 1909, di religione ortodossa, che ha viaggiato dalla Grecia alla Francia, all’Europa, all’Italia che poi diventò la sua seconda patria. Si tratta di Teodossio Sgourdelis, al centro della storia d’Europa, per il suo posto di primo piano, un cercatore dell’Assoluto, come i grandi pensatori della sua patria illustre, come i mistici della sua Ortodossia, convertito alla Chiesa Cattolica nel 1958, diventato sacerdote cattolico a 57 anni, il 30 ottobre 1966, per le mani del suo eminentissimo amico il card. Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova, fondatore della Fraternità della Santissima Vergine Maria, autore di omelie, conferenze, testi di meditazione raccolti nei libri che trasmettono il suo messaggio di uomo di Dio.
Nel testo luminoso e denso di padre Teodossio della Croce, Le profondità della Parola di Dio (Città Nuova, Roma 1997), a pagina 135 e seguenti, egli si domanda, come facevo anch’io da ragazzo, come fa l’uomo moderno di oggi: qual è il nostro rapporto con la Santissima Vergine? Qual è la nostra missione? Qual è lo scopo della Chiesa nel proclamare (nel 1950, da parte del Santo Padre Pio XII) il dogma dell’Assunzione? È quello di stampare nella nostra “enciclopedia” sacra un concetto a proposito della Santissima Vergine, di sistemarlo nella nostra memoria vicino ad altre conoscenze e formule del nostro sapere? Oppure la Chiesa ha una missione molto più profonda, molto più urgente di collaborare all’opera di Cristo?
Il già generale dell’esercito greco, poi sacerdote cattolico e “generale” di anime, così risponde: «Per il cristiano che si trova davanti alle grandi feste della Chiesa è importante comprenderne il ruolo per la propria elevazione. Tutto il ciclo delle feste, e dunque dei fatti della vita di Cristo, della Santissima Vergine, e della vita della stessa Chiesa, ha un grande scopo, una missione e una realtà interiore: l’uomo può e deve fin da questa vita, con il suo corpo e la sua anima segnati dal peccato, partecipare non solo con la memoria, ma ontologicamente, a tutti i Misteri, quindi anche all’Assunzione di Maria Santissima».
Nelle pagine che seguono, padre Teodossio spiega da par suo, come ogni cristiano, dal suo Battesimo, è elevato alla vita soprannaturale della grazia santificante, la vita divina del Cristo, passata nella sua anima, la Vita che circola da Gesù a tutti i santi, in primo luogo alla Madre sua, l’Immacolata fin dal suo concepimento, la “Vergine-Madre, figlia del suo Figlio”. Madre di Dio, la Corredentrice, l’Assunta in Cielo anche con il suo corpo. La stessa vita divina circola da Gesù a Maria Santissima, a me, a te, a ogni cristiano che vive la sua fede.
Ne segue che, nel Cristo risorto, siamo già dei “risorti”; che nell’Assunta, siamo già degli “assunti” con Lei in Paradiso. Dico: “siamo già”, e pure attendiamo il “non ancora” che sveli la pienezza di questa vita divina, nella Vita eterna. Essere in grazia di Dio, vivere in grazia di Dio, comporta un essere nuovo, un’ontologia nuova per ciascuno che è redento da Gesù: l’uomo aperto all’irruzione di Dio, l’uomo rivestito della vita di Dio, a immagine di Cristo e di Maria. In attesa che tutto si compia: “Gratia, inchoatio vitae aeternae” (La Grazia è l’inizio della vita eterna).
«Se vivi in grazia di Dio – dice e illustra padre Teodossio – inizia, per te, la tua assunzione, ad immagine di Maria. Non sei più dominato dai desideri della carne, ma in te tutto è sottomesso, quindi davvero libero, alla Vita divina che dilaga in te dal Cristo, come nel Cuore di Maria Santissima. Anche nel tuo essere fisico, sei dominato (in realtà davvero “liberato”) dall’essere di Gesù e di Maria, che già sono nella Risurrezione. Allora, ti è necessario entrare nell’offerta totale di Gesù e di Maria (“Ecco, io ora vengo a fare la tua volontà, mio Dio”), in modo da essere da Loro trasfigurato nell’essere nuovo. Con la sua grazia santificante, sei già partecipe di Cristo e di Maria Assunta. Più sarai unito a Maria, più sarai, come insegna il Santo di Montfort, “schiavo di Maria”, più entrerai, già da ora, nella sua Assunzione al Cielo».
Così il padre Teodossio della Croce, che abbiamo cercato di rendere accessibile ai nostri lettori. Ma, a ben pensarci, c’è ancora di più nelle sue parole, che rispecchiano il Magistero della Chiesa e dei santi.
Maria assunta in Cielo in corpo e anima non dimentica i suoi figli pellegrini e militanti sulla terra. Ella ci è stata data come madre premurosissima dal suo Figlio Gesù, morente sulla croce. Come è stata Madre per il prediletto Giovanni, per gli Apostoli e per tutta la Chiesa nascente, così continua a essere Madre per ciascuno di noi, per “il figlio di Dio e il fratello di Gesù”, che è in noi, alimentato dalla Confessione e da Lui stesso nella Santissima Eucaristia.
Maria assunta in Cielo si occupa per sempre di ciascuno dei suoi figli affinché cresca in essi il suo Figlio Gesù; affinché l’uomo vecchio del peccato e del mondo sparisca in noi, e cresca in noi l’uomo nuovo, che è Gesù stesso. Pensa allora che bello pregare così, soprattutto dopo aver ricevuto Gesù nella Santa Comunione: «Gesù ti amo, trasfigurami in Te, cresci in me», «Gesù, fa’ di me un altro-Gesù», ma poiché è compito di ogni madre, tanto più di Maria, far crescere il proprio figlio, pregarla così: «Maria Santissima Madre mia, fa’ crescere il tuo Gesù in me».
Ecco come la Madonna assunta in Cielo in corpo e anima, c’entra con la nostra vita. Ed è così che il ragazzo impertinente che sono stato e sono ancora, è contento e pacificato dalla risposta dell’illustre generale greco alla domanda che anche l’uomo di oggi si pone: “E che c’entro io con l’Assunta? Che c’entra l’Assunta con me?”.
Padre Teodossio andò a vedere l’Assunta il 19 maggio 1989, quasi 30 anni fa. Noi, ancora sulla terra, già partecipi della Risurrezione di Gesù e dell’Assunzione di Maria, siamo in cammino, siamo in attesa. «Andrò a vederla un dì / in cielo patria mia. / Andrò a veder Maria, / mia gioia e mio amor». Al “dies natalis” della nostra morte, e infine al giorno grandioso della conclusione della storia, quando risorgeremo «a rivestir la deposta carne, alleluiando». «Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà», come professiamo ogni domenica nel Credo della Messa.