Dopo aver militato molto attivamente nel movimento femminista delle “femen”, Sara Winter ne scopre l’inganno ideologico e lo denuncia con forza: il movimento è come una grande azienda, ben organizzata e ben finanziata, che usa le donne come oggetti.
Il Vangelo ci presenta l’episodio della donna trovata in flagrante adulterio e della misericordia ricevuta da Gesù Cristo. Premesso che l’adulterio, in senso ampio, indica la situazione di peccato in cui l’umanità si riduce, è indicativo ricordare la grazia ricevuta da Sara Fernanda Giromini, conosciuta molto più semplicemente come Sara Winter, una delle principali leader delle femen in Brasile, paese nel quale ha anche aperto una sezione di femen.
Sara è uscita da quella particolare situazione di “adulterio”, pentendosi del male fatto quando militava in questa organizzazione. Da femminista, omosessualista e convinta abortista, oggi è diventata una bandiera contro il femminismo e l’aborto in Brasile, sostenitrice dei diritti della famiglia naturale, fondata dall’unione di un uomo e una donna.
Dopo un primo aborto, con la nascita del suo secondo figlio, nell’ottobre del 2015, ha compreso il valore della vita. Sara ha sperimentato il dolore per il delitto d’infanticidio e vorrebbe risparmiarlo alle donne che, travolte e indottrinate dall’ideologia, si accingono a compiere un omicidio di un essere umano indifeso nel grembo materno, con tanta disinvoltura, ignare del male che ricadrà su di loro. Oggi ha fondato una Casa Pro vita che aiuta le donne in difficoltà prima, dopo e durante il parto, ma anche le vittime della droga che vogliono liberarsene.
Con un’evidente cognizione di causa, maturata negli anni di militanza tra le femen, ammette, senza mezzi termini, che il femminismo inocula sentimenti di odio, di rancore e di repulsione nei confronti della Chiesa, della famiglia e dell’uomo, quest’ultimo visto come un abusante. Denuncia che il movimento femminista svolge un ruolo di copertura nei confronti della pedofilia e distorce coercitivamente l’orientamento sessuale delle militanti, oltre ad indurre alla prostituzione e all’uso di droghe.
Sara Fernanda Giromini ha ammesso apertamente di aver ricevuto un indottrinamento molto forte in Ucraina, da parte di uomini della ex unione sovietica, che la addestravano, come i militari di un esercito, a correre, a saltare, scalare, tutte situazioni che potevano essere utili durante le azioni di protesta. Bisognava studiare brani di scrittori comunisti come Antonio Gramsci; s’imparava il marxisimo e come, attraverso esso, introdurre la guerriglia armata.
L’ex femen sostiene pure che il movimento ha molto denaro. Dietro ci sono dei finanziatori internazionali che lo sovvenzionano. Questo vale per le femen e per altri collettivi femministi. Queste organizzazioni internazionali, come la Parent Parenthood o la Fondazione Rockfeller, chiedono di legalizzare l’aborto in tutta l’America Latina e finanziano gruppi a questo scopo, oltre a sostenere economicamente tutti coloro che condividono le loro idee, soprattutto se personaggi di spettacolo che svolgono un social charme, o sono leader di opinione. Il Movimento funziona come una grande azienda che dà un salario agli adepti. I finanziamenti, denuncia Sara, provengono anche dal Fondo Monetario Internazionale.
Queste organizzazioni internazionali non si spingono solo a rivendicare l’aborto come un diritto e, quindi, a operare per la sua legalizzazione, ma chiedono che sia legalizzata anche la droga e il matrimonio omosessuale, con tutto ciò che può disintegrare la composizione naturale della famiglia.
Un ultimo punto di questa sua pubblica denuncia evidenzia tutto il carattere ideologico del movimento. Dietro un ammantato interesse per la donna e i suoi diritti, si nasconde un profondo egoismo. Nessuna femen, infatti, ha mai fatto qualcosa contro la violenza domestica che la donna può subire.