ATTUALITÀ
Tra amore solido e amore liquido... il Congresso delle famiglie
dal Numero 11 del 17 marzo 2019
di Lazzaro M. Celli

Nei tempi della “società liquida”, c’è ancora chi lodevolmente si adopera per la ricostruzione sociale sui valori solidi della legge naturale e divina. A questo scopo, Verona ospiterà il Congresso Mondiale delle Famiglie, a cui parteciperanno esperti, ministri e personalità istituzionali da tutto il mondo.

Il prossimo 29 marzo si terrà a Verona il XIII Congresso Internazionale delle Famiglie. La città ospiterà fino al 31 del mese i rappresentanti dei cinque Continenti. Con questo Convegno si rilancia il ruolo pubblico dell’Istituzione familiare e il dovere da parte dello Stato di tutelarlo.
L’iniziativa assume anche la connotazione di una risposta all’ideologia modernista o del gender che mirano a stravolgere il concetto di famiglia, allargandone innaturalmente il significato fino a considerare famiglia qualunque unione tra due individui, anche dello stesso sesso. 
Nel corso della tre giorni si affronteranno argomenti di bioetica. Si parlerà della promozione della cultura della vita e delle conseguenze negative dell’aborto; si parlerà di utero in affitto, dei diritti dei bambini e di altri argomenti che incidono sfavorevolmente sulla stabilità della famiglia, passando per l’eutanasia e il fenomeno della denatalità, e ci saranno confronti sulle migliori strategie pratiche per la promozione dei valori naturali. Del resto, puntare sulla famiglia e sulla sua difesa, significa ritornare a uno di quei tanti valori cristiani, la cui defenestrazione è all’origine della crisi economica che stiamo vivendo. La famiglia, dunque, diventa la questione da riposizionare nel fulcro del dibattito pubblico, sociale ed economico.
Tra i vari ospiti di rilievo che hanno già espresso il loro consenso all’iniziativa e hanno dato la loro adesione per partecipare al Convegno, è atteso anche un rappresentante della Santa Sede.
L’evento è di particolare rilievo in quanto oggi viviamo in un tempo di relazioni fragili. Più che mai c’è bisogno dell’istituzione della famiglia come fucina di legami solidi in cui riconoscersi, all’interno dei quali scoprire il riflesso che ci rimanda alla Famiglia Divina, che ci riconduce alla scoperta del Dio trinitario.
Abbiamo bisogno dell’amore, quello vero, quello stabile, quello fedele, quello che vale sempre e non dipende da un sentimento fluttuante, che oggi c’è e domani chissà.
Viviamo il tempo in cui l’amore è definito dagli psicologi liquido. Si parla di amore liquido per indicare l’estrema fluidità dei rapporti umani. Mai un termine poteva calzare meglio. Il concetto di amore liquido, infatti, è in perfetta controtendenza rispetto al progetto divino sulla creatura umana, formata dal nulla perché godesse eternamente del suo Amore. Ora, l’amore presuppone la sussistenza di una relazione, quindi richiama la natura sociale dell’uomo. E non poteva essere diversamente dal momento che Dio l’ha pensato come sua creatura a cui ha partecipato la sua vita divina. L’uomo, infatti, è stato creato ricettivo ad accogliere la grazia, espressione della presenza di Dio. Quindi è strutturato per essere relazionale, per stabilire un’interazione d’amore, immagine di quella prima relazione d’amore del Creatore con il primo uomo. Questa possibilità di rapportarsi a Lui è la condizione per essere in comunione con Dio.
      Nella creazione l’Onnipotente ha fatto tutto sapientemente. Nella stessa conformazione fisica dell’uomo e della donna ha impresso il sigillo della complementarietà. «Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: “Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta”. Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gen 2,19-23).
Così come dall’amore del Padre e del Figlio promana lo Spirito Santo, così, analogamente, dall’unione di un uomo e di una donna, con la generazione dei figli, la famiglia realizza la sua piena vocazione all’amore. La complementarietà tra l’uomo e la donna non è fine a se stessa, ma orientata al dono dei figli. Tutto ciò perché nella famiglia è scolpita l’immagine del carattere trinitario di Dio.
Allora, non c’è che da sperare che questo Congresso sensibilizzi le coscienze e le mobiliti verso la realizzazione di una società che abbia più attenzione per la famiglia umana, che spinga la politica a legiferare a favore e non contro la famiglia tradizionale, e a mobilitarsi per una cultura che riconosca il fondamento dei valori cristiani.
Ricordiamo che la legge sul divorzio ha favorito lo sfacelo di tantissime famiglie, oltre a generare il convincimento che sia una prassi lecita perché legittima. Ma davanti a Dio le cose non stanno così. San Pio da Pietrelcina diceva che: «Il divorzio è il passaporto per l’inferno».
Chissà cosa direbbe oggi, il Santo del Gargano, a fronte dei tanti peccati che sono commessi in violazione del sacramento del Matrimonio.

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