Molto si è detto per tentare di illuminare le ragioni del manifestarsi di Maria Santissima nel mondo in questi ultimi tempi. Tuttavia, non può esservi risposta più teologicamente e profeticamente fondata di questa: Maria moltiplica le sue visite perché questi sono i Suoi tempi, i “Tempi di Maria”.
Il concetto di “Tempi di Maria” è programmatico e diventa sinonimo dell’importanza delle apparizioni mariane nel nostro tempo. Sono ormai tante le persone di tutti i ceti ed estrazioni, chierici e laici, che credono profondamente in questo progetto del Cielo che si manifesta per mezzo della Beata Vergine Maria e, di conseguenza, nell’importanza della consacrazione al suo Immacolato Cuore che risulta il messaggio, tra tutti, più decisivo.
Resta allora da scoprire e capire cosa siano questi “Tempi di Maria”, cosa davvero significhino e cosa il Cielo vuole sia compreso mediante di essi per entrare più profondamente nel mistero del nostro tempo, certamente devastante ed apocalittico ma anche, per altri versi, luminoso, proprio perché in esso è presente più che in altri tempi Lei, la Mediatrice di salvezza.
In effetti, è stato versato molto inchiostro per tentare di illuminare il significato e le ragioni del manifestarsi di Maria nel mondo. Alcuni di questi tentativi sono anche lodevoli e, tutto sommato, ben riusciti. Tuttavia mi sembra che al quesito: “perché le apparizioni mariane?”, non possa darsi risposta più teologicamente e profeticamente centrata di questa: Maria appare e moltiplica le sue visite perché questi sono i Suoi tempi, sono i “Tempi di Maria”. Quello dei Tempi di Maria è un discorso che va assolutamente fatto. È la premessa necessaria quando si vuole trattare di qualsiasi apparizione o intervento di Maria, soprattutto in questi tempi più recenti.
In prima battuta va detto che “Tempi di Maria”, come fa notare il giornalista napoletano Saverio Gaeta, “non è uno slogan ma un giudizio profondo sul nostro tempo”: «Gli ultimi decenni e in particolare questi inizi del terzo millennio cristiano rappresentano un momento epocale nel quale la Madonna sta esercitando un compito specifico di avvertimento al riguardo dei pericoli incombenti e di sostegno dinanzi a ogni difficoltà... Il tempo di Maria non intende essere soltanto uno slogan... In queste parole si racchiude infatti un vero e proprio giudizio sulla realtà nella quale ci troviamo a vivere dal punto di vista sia del mondo che della Chiesa» (1). Ogni giudizio è, come insegna la filosofia, l’attribuzione di un predicato ad un soggetto: quando per esempio dico che “questo bicchiere è di vetro”, attribuisco una qualità al soggetto “bicchiere”, esprimendo così una relazione di appartenenza, di inclusione del predicato nel soggetto. Per cui quando si dice che l’espressione “Tempi di Maria” è un giudizio – per giunta profondo – sulla realtà che viviamo, si vuole con ciò intendere che i nostri tempi appartengono alla Vergine Immacolata, sono Suoi; su di essi Ella detiene un controllo, un possesso, in virtù del quale le spetta anche un dominio, un impero; nonostante sembri che il nostro tempo appartenga più al nemico di Dio che a Lei, in realtà le cose non stanno così e le sue Apparizioni sono il pegno della sua futura vittoria sul serpente e sulle forze nemiche che anticipano la futura vittoria di Dio e determineranno l’estromissione dell’impero di satana dal nostro tempo, perché esso è in verità il “Tempo di Maria”.
Ogni mariofania, quindi, per essere davvero capita, deve essere inquadrata nel contesto dei Tempi di Maria. Mi sembra si possa dire che i tempi di Maria abbiano una triplice legittimazione: biblica, teologica, profetica.
Legittimazione biblica
Innanzitutto la Sacra Scrittura: nel libro dell’Apocalisse (12,1-2) si staglia la figura della “Donna vestita di sole”: «Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto». La stessa rivelazione biblica, dunque, letta all’interno della genuina esegesi cattolica, ci dice che vi sarà un tempo in cui il “segno della Donna” si compirà storicamente (congiuntamente con quello del drago rosso). Alla luce degli avvenimenti mariani che da due secoli si realizzano sulla terra, è giocoforza riconoscere che l’incarnazione storica del “Signum magnum” è il ministero profetico che Maria sta incarnando con una puntualità straordinaria attraverso le sue apparizioni e così è possibile ravvedere il legame che passa tra la “Donna vestita di sole” e i “Tempi della Donna” che si compiono attraverso una sua pressante e decisiva azione sulla terra come messaggera di Dio e guida dei suoi figli.
Legittimazione teologica
La legittimazione teologica riposa sicura dalle verità dogmatiche e più in generale nelle prerogative che la Dottrina cattolica attribuisce alla Santa Vergine in virtù di cui è “di diritto” possibile ciò che avviene “di fatto”, ossia l’invadenza mariana dei nostri tempi. Soprattutto le verità cattoliche di Maria quale Madre spirituale dell’umanità, Mediatrice di ogni grazia, Corredentrice e Sposa dello Spirito Santo supportano in maniera possente la realtà delle apparizioni mariane, anzi ne giustificano e ne invocano la moltiplicazione, come sta avvenendo da diversi decenni.
Legittimazione profetica
Questo terzo punto, penso, sia il più interessante: questa terza legittimazione trae alimento dal ricco carisma profetico suscitato dello Spirito Santo in alcuni uomini e donne di Dio che hanno intravisto, preannunciato, descritto e motivato i Tempi di Maria.
Per motivi di spazio ci basti prendere in esame il “padre e profeta” dei Tempi di Maria: san Luigi M. Grignion de Montfort, colui che meglio e più di ogni altro ne ha indicato l’intima caratterizzazione e le ragioni fondamentali. Premetto che a san Luigi non fu dato conoscere il “compimento cronologico” dei suoi preannunci. Anzi alla fine fu costretto a scrivere: «Quando e come ciò avverrà?... Dio solo lo sa: noi dobbiamo tacere, pregare, sospirare e attendere» (2). È il modo di agire di Dio e la natura stessa dell’autentica profezia che generalmente si comprende solo all’atto del suo compimento. Noi però, col senno di poi, possiamo rispondere al Montfort: «Ora sono i tempi da te predetti, ora sono i tempi della celeste Regina, ora sono i tempi in cui, apparendo, è venuta a salvare la Chiesa e l’umanità gementi e smarrite!».
Nel suo Trattato della vera devozione a Maria san Luigi enuclea il principio fondamentale che sottostà all’avvento dei “Tempi di Maria”: «Per mezzo di Maria cominciò la salvezza del mondo, e per mezzo di Maria deve essere compiuta» (3). In questo senso, difendere il significato forte delle apparizioni di Maria contro ogni visione riduttiva e minimalista significa difendere il ruolo nella storia della salvezza che Dio ha affidato alla Vergine Maria; significa capire che Lei “viene per salvare” perché, come già un tempo, viene come “mistica Aurora” che prepara l’avvento del Sole di giustizia, Cristo Gesù e il suo Regno di pace a seguito dei cataclismi e delle purificazioni che incombono sul mondo come una “spada di Damocle”. Il Montfort non lesina applicazioni luminose per caratterizzare questi ultimi tempi in cui Maria sarà presente e opererà come Madre della Chiesa e del mondo in modo del tutto singolare (4).
Ma, come rivela l’Apocalisse, i tempi della Donna, i tempi di Maria coincidono con i tempi del drago (12,3-4) che ingaggia una battaglia mortale contro la sua rivale a motivo di quella “inimicizia” che il termine ebraico (in Gen 3,15) presenta in tutta la sua “crudezza” perché ogni volta che il Testo Sacro lo utilizza lo fa per esprimere sempre una inimicizia irriducibile, insanabile, che si placa solo con la distruzione di uno dei due avversari. San Luigi vede lontano e indica con parole fiammanti lo scontro che ci sarà tra la Donna con la sua stirpe-discendenza e il drago rosso con i suoi satelliti. Sia il testo di Genesi 3,14-15 che quello di Apocalisse 12,1ss indicano chiaramente che «Dio non soltanto pose inimicizia, ma inimicizie, non solo tra Maria e il demonio, ma tra la stirpe della Santa Vergine e la stirpe del demonio; cioè Dio pose inimicizie, antipatie e odi segreti tra i veri figli e servi della Santa Vergine e i figli e schiavi del diavolo; essi non si amano scambievolmente, né hanno corrispondenza interiore gli uni con gli altri. I figli di Belial, gli schiavi di Satana, gli amici del mondo (perché è la stessa cosa), hanno sempre perseguitato finora e perseguiteranno più che mai quelli che appartengono alla Santissima Vergine, come già Caino perseguitò suo fratello Abele, ed Esaù suo fratello Giacobbe, che sono le figure dei reprobi e dei predestinati. Ma l’umile Maria avrà sempre vittoria sopra questo superbo, e così grande da giungere fino a schiacciargli la testa ove risiede la sua superbia; scoprirà sempre la sua malizia di serpente; sventerà i suoi piani infernali, dissiperà i suoi consigli diabolici e difenderà fino alla fine del mondo i suoi servi fedeli dai suoi crudeli artigli» (5).
San Luigi nei suoi profetici scritti mariani, sotto la guida dello Spirito, attraversa i secoli e giunge fino al momento clou dello scontro tra Maria con i suoi apostoli degli ultimi tempi da un parte e Satana con tutte le sue schiere infernali dall’altra. Ci sarà uno scontro violento ma alla fine la Donna avrà il sopravvento.
Vorrei infine ricordare, ad integrazione e completamento, quanto diceva un’altra importante voce profetica dei nostri tempi, suor Lucia di Fatima. Nel 1957, in un’intervista rilasciata al sacerdote messicano padre Agustin Fuentes, postulatore per la causa di beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, diceva che «Satana è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Santa Vergine». E proseguiva: «Questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c’è altra possibilità». È quello scontro decisivo previsto e predetto dal Montfort. Di questo scontro, come sembra, siamo agli sgoccioli. Alla luce delle testimonianze profetiche più serie e accreditate degli ultimi secoli apprendiamo, così, che Satana ha ingaggiato la battaglia ultima e decisiva che significa “finale”. Suor Lucia poi, in quella stessa intervista, affermava la sua convinzione che l’umanità e la Chiesa si trovino “negli ultimi tempi”, quegli ultimi tempi in cui il potere di Maria contro Satana dovrà essere del tutto eccezionale, come fa sapere il Montfort: «Il potere di Maria su tutti i diavoli risplenderà particolarmente negli ultimi tempi, quando Satana tenderà insidie al suo calcagno, cioè ai suoi umili schiavi e ai suoi figli poveri che ella susciterà per fargli guerra» (6).
Riallacciandosi al testo dell’Apocalisse, il Profeta dei tempi di Maria palesa il “colpo di scena”: lo scontro finale sarà non tra la Donna ed il drago ma tra questi e la discendenza di Lei: «[Questi apostoli di Maria] con l’umiltà del loro calcagno, in unione con Maria, schiacceranno la testa del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo» (7). Sono profondamente convinto che il nostro tempo possa comprendersi solo alla luce dei tempi di Maria di cui siamo alle battute conclusive. La vittoria della Vergine Maria e della sua discendenza non preluderà però alla Parusia del “Kyrios” bensì al “Trionfo del suo Cuore Immacolato”. Si tratterà, in ogni caso, della “fine di un tempo” e non della “fine dei tempi”.
NOTE
1) Padre L. Fanzaga-S. Gaeta, Il Tempo di Maria, Sugarco, Milano 2007, p. 7.
2) San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria, n. 59.
3) Ivi, n. 49.
4) «Maria deve risplendere, più che mai, in misericordia, in forza e in grazia in questi ultimi tempi: in misericordia, per ricondurre e ricevere amorosamente i poveri peccatori e gli sviati che si convertiranno e ritorneranno alla Chiesa Cattolica; in forza contro i nemici di Dio, gli idolatri, gli scismatici, i maomettani, gli ebrei e gli empi induriti, che si ribelleranno terribilmente per sedurre e far cadere, con promesse e minacce, tutti quelli che saranno loro contrari; infine ella dovrà risplendere in grazia, per animare e sostenere i valorosi soldati e fedeli servi di Gesù Cristo che combatteranno per i suoi interessi» (ivi, n. 51).
5) Ivi, n. 54.
6) La preziosa intervista, ritenuta autentica da padre J. Alonso, archivista ufficiale di Fatima e pubblicata con la dovuta approvazione episcopale, compresa quella del vescovo di Fatima, è riportata integralmente da Frère Michel de la Sainte Trinité, in The whole Truth about Fatima, vol. III: The Third Secret, Immaculate Heart Publications, Buffalo 1990, pp. 336-338.
7) Ibidem.