I consensi di massa delle persone possono formarsi anche senza la conoscenza reale dei fatti, ma attraverso la loro rappresentazione. Verità ben compresa da chi usa i mass-media come strumento di controllo del pensiero: molte imprese giornalistiche servono non tanto la verità quanto il miglior offerente.
Le fake news non costituiscono una novità nel panorama della storia umana. Sono il risultato di opinioni, convinzioni, estorte con inganno e, quindi, hanno una radice molto remota. Il primo propagatore di fake news è stato il demonio nel giardino dell’Eden, allorquando suggerì alla nostra Progenitrice che, mangiando del frutto dell’albero di cui nostro Signore aveva detto di non mangiare, non sarebbe affatto morta, come preannunciato dal Creatore, ma sarebbe diventata una dea. Il resto della storia lo conosciamo benissimo perché lo viviamo ogni giorno sulla nostra pelle.
L’utilizzo di massa delle fake news, però, risale all’intuizione di chi aveva compreso il ruolo manipolatorio sulle opinioni degli uomini che la propaganda e i media avrebbero potuto operare.
Più in generale dobbiamo partire dalla considerazione che le nostre opinioni sono influenzate, ovvio, dalla nostra conoscenza. Ai fini della formulazione di un giudizio libero è necessario conoscere la verità dei fatti. Se la verità è asservita ad interessi di parte e si diffonde una falsità, si formano convinzioni sbagliate che possono permanere in modo radicato per generazioni.
Il primo a teorizzare l’asservimento delle informazioni, per fare gli interessi commerciali degli imprenditori, fu Edward Bernays, nipote di Freud. Egli comprese che influenzando i leader di un determinato settore, avrebbe influenzato l’intero settore. Fu così che, pagato dai produttori di pancetta, pianificò una campagna pubblicitaria con astuzia, direi quasi diabolica. Si servì di un ristretto, sconosciuto, quanto compiacente gruppo di medici, per esaltare l’importanza nutrizionale di una prima colazione molto sostanziosa a base di uova e bacon. Sintetizzò il risultato di questi lavori e lo inviò a tutti i medici degli Stati Uniti. Il risultato fu che, nel giro di poche settimane, la vendita della pancetta andò alle stelle.
Walter Lippmann, giornalista americano di fama, ben comprese che i consensi di massa delle persone si formano senza la conoscenza reale dei fatti, ma solo mediante la loro rappresentazione. Capì, pertanto, il ruolo rivoluzionario dei media quali strumenti per il controllo del pensiero.
L’uso distorto di questi mezzi consolida una falsa rappresentazione dei fatti, specie quando inquina il settore della scienza medica perché, in nome di un’incontestabile conoscenza scientifica, di una verità inoppugnabile per i razionalisti, s’ingannano le persone.
Oggi, con la scienza contaminata si sta attuando una rivoluzione culturale che sta fabbricando menzogne su menzogne e attuando una manipolazione mondiale della realtà.
Secondo i ciarlatani la vita umana non comincerebbe con il suo concepimento, cioè con la composizione della cellula formatasi dall’incontro della cellula maschile con quella femminile, ma con l’impianto dell’embrione nella sua culla naturale, cioè circa 7-10 giorni dopo il concepimento. Questa affermazione è chiaramente falsa. La genetica l’ha provato, confermando quanto la sana dottrina della Chiesa ha sempre insegnato. Alla maniera di quanto operato da Bernays, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), negli anni ’60, ha fatto propria la pubblicazione di alcuni ginecologi americani e legittimato la decisione che la gravidanza avrebbe inizio con l’annidamento dell’embrione nell’utero. La conseguenza fu l’apertura agli esperimenti sugli embrioni senza andare incontro alla riprovazione morale. L’OMS ha svolto la funzione che nel linguaggio della comunicazione si chiama della “terza parte indipendente”. L’OMS come istituzione apparentemente neutrale, ha dichiarato il falso alla maniera del gruppo di medici di cui si servì Bernays. Si tratta di organismi apparentemente neutrali che nella sostanza fanno interessi particolari. Bernays moltiplicò agenzie di questo tipo, che intraprendevano studi di settore. Lo scopo non era quello di informare secondo verità, come sosteneva almeno in teoria il suo predecessore Ivy Lee, ma servire il miglior offerente.
Come le agenzie di Bernays erano nascostamente finanziate dagli stessi imprenditori che servivano, così dobbiamo chiederci: “Chi finanzia l’OMS?”.
Su questa scia di menzogne, negli anni ’60, fu modificato anche il concetto di morte: non più la cessazione del battito cardiaco, ma l’appiattimento elettroencefalografico. Fu coniato, così, il termine di morte cerebrale, per dire che una persona si può considerare morta quando l’elettroencefalogramma non registra attività cerebrale. Il tutto doveva essere funzionale all’era dei trapianti. Infatti il 3 dicembre del 1967 fu letteralmente strappato il cuore di Denise Darvall e trapiantato nel corpo di Luis Washkansky, un atleta lituano. Primo trapianto di cuore al mondo. Da allora i trapianti di organi che necessitano l’uccisione del donatore si sono moltiplicati.
Del resto, dall’alba di quei mattini paradisiaci ad oggi non è cambiato molto. C’è una battaglia in corso. Dipende da noi scegliere da che parte schierarci.