Il mistero della Chiesa consiste nel generare gli uomini a una vita nuova e immortale, e in questo la Madonna non solo è sublime modello e figura della Chiesa, ma molto di più. “Ella infatti con amore di madre coopera alla rigenerazione e formazione dei figli della madre Chiesa... e abbraccia con la sua maternità tutti e ciascuno nella Chiesa e mediante la Chiesa”.
Se ai bambini che frequentano il catechismo si chiede: “Chi è Maria?”, la risposta arriva quasi sempre chiara e completa nella sua semplicità: “Maria è la Madre di Gesù e la Madre nostra”. Il sensus fidelium ha sempre intuito con filiale spontaneità la maternità di Maria, che è fisica nei confronti di Gesù ed è spirituale nei confronti di tutti i redenti che formano il grande popolo di Dio, la Chiesa. Dalla Maternità divina di Maria sgorga anche la sua Maternità spirituale, come spiega luminosamente il papa Paolo VI: «Come la divina Maternità è la causa per cui Maria ha una relazione assolutamente unica con Cristo ed è presente nell’opera dell’umana salvezza realizzata da Cristo, così pure soprattutto dalla divina Maternità fluiscono i rapporti che intercorrono tra Maria e la Chiesa; giacché Maria è la Madre di Cristo, che non appena assunse la natura umana nel suo grembo verginale unì a sé come Capo il suo Corpo mistico, ossia la Chiesa. Dunque Maria, come Madre di Cristo, è da ritenere anche Madre di tutti i fedeli e i Pastori, vale a dire della Chiesa» (Discorso del 21 novembre 1964 alla conclusione della III sessione del Concilio Vaticano II, n. 32).
Il Concilio Vaticano II, nel capitolo VIII della costituzione dogmatica sulla Chiesa, la Lumen gentium, ha dedicato un ampio spazio al mistero di Maria, in rapporto a Cristo e alla Chiesa. Nel Proemio al n. 53 afferma: «Maria Vergine, la quale all’annunzio dell’Angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la Vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio e Redentore. Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo officio e dignità di Madre del Figlio di Dio [...]. Insieme però è congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini bisognosi di salvezza, anzi è “veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa i quali di quel Capo sono le membra” (Sant’Agostino, De virginitate, 6: PL 40, 399)». Il Concilio fa propria l’intuizione di sant’Agostino: se Maria è Madre del Capo è anche Madre del Corpo mistico di Cristo, ma di questo lo è in senso spirituale «perché cooperò con la carità alla nascita dei fedeli della Chiesa».
Il documento sviluppa poi il modo di tale cooperazione affermando che: «Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo fu per noi madre nell’ordine della grazia» (n. 61). Maria dunque è Madre della Chiesa perché genera ad una vita soprannaturale, la vita della grazia, le membra della Chiesa, «servendo al mistero della redenzione, sotto di Lui e con Lui» (n. 56). Il suo “servire” al mistero della Redenzione iniziò dal momento dell’Incarnazione del Verbo nel suo grembo e si compì durante l’intera sua vita, avendo il suo culmine sul Calvario. La Maternità spirituale di Maria, infatti, ha una profonda dimensione corredentiva: Ella genera le membra della Chiesa perché si associa al Sacrificio vittimale di Cristo, serbando «fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette, soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata; e finalmente, dallo stesso Gesù morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: “Donna, ecco il tuo figlio” (n. 58)».
Fu proprio sul Calvario che Maria venne proclamata da Gesù Madre nostra, Madre della Chiesa, rappresentata ai piedi della croce da Giovanni. L’esegesi biblica di questo passo giovanneo, infatti, ha sempre ravvisato in queste parole di Gesù non solo un atto di tenerezza e di pietà filiale nei confronti della Madre rimasta sola, ma un gesto di intenso valore messianico, come spiega il papa Giovanni Paolo II nell’Udienza generale del 23 novembre 1988: «Il gesto di Gesù ha dunque un valore simbolico. Non è solo un gesto d’ordine familiare, come di un figlio che prende a cuore la sorte di sua madre, ma è il gesto del Redentore del mondo che assegna a Maria, come “donna”, un ruolo di nuova maternità per rapporto a tutti gli uomini, chiamati a riunirsi nella Chiesa. In quel momento, dunque, Maria è costituita, e quasi si direbbe “consacrata”, come Madre della Chiesa dall’alto della croce».
Anche nella Redemptoris Mater san Giovanni Paolo II sottolinea la connotazione materna del mistero di Maria in rapporto alla Chiesa affermando che Ella è modello e figura della Chiesa, ma non solo: «Maria è dunque presente nel mistero della Chiesa come modello. Ma il mistero della Chiesa consiste anche nel generare gli uomini ad una vita nuova e immortale: è la sua maternità nello Spirito Santo. E qui Maria non solo è modello e figura della Chiesa, ma è molto di più. Infatti, “con amore di madre ella coopera alla rigenerazione e formazione” dei figli e figlie della madre Chiesa. La maternità della Chiesa si attua non solo secondo il modello e la figura della Madre di Dio, ma anche con la sua “cooperazione”» (n. 44) .
La Chiesa è Madre ma lo è in Maria; Maria è Madre, ma lo è nella Chiesa: «Si può dire che la Chiesa apprenda da Maria anche la propria maternità» (ivi, n. 43) e che a sua volta «Maria abbraccia con la sua maternità tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa» (ivi, n. 47). Maria e la Chiesa sono due realtà così strettamente congiunte da divenire quasi un’unica realtà mistica: Maria è la “Vergine fatta Chiesa”, come ben aveva intuito san Francesco d’Assisi che, nel suo “Saluto alla Vergine”, si rivolge a Lei con tale significativo appellativo.
Alla fine della III sessione del Concilio il papa Paolo VI volle suggellare la riflessione sul mistero di Maria in Cristo e nella Chiesa con questo solenne e caldo invito: «Ripensando questi stretti rapporti con cui sono collegati tra loro Maria e la Chiesa, che vengono così lucidamente esposti in questa Costituzione del Concilio, [...] Ci sembra necessario che in questa pubblica seduta enunciamo ufficialmente un titolo con il quale venga onorata la Beata Vergine Maria, che è stato richiesto da varie parti del mondo cattolico ed è a Noi particolarmente caro e gradito, perché con mirabile sintesi esprime la posizione privilegiata che nella Chiesa questo Concilio ha riconosciuto essere propria della Madre di Dio.
Perciò a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione dichiariamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, sia dei fedeli che dei Pastori, che la chiamano Madre amatissima; e stabiliamo che con questo titolo tutto il popolo cristiano d’ora in poi tributi ancor più onore alla Madre di Dio e le rivolga suppliche».
Papa Francesco, si è fatto eco di questo invito del papa Paolo VI, forse poco ascoltato, e «considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa nei Pastori, nei religiosi e nei fedeli, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia iscritta nel Calendario Romano nel Lunedì dopo Pentecoste e celebrata ogni anno» (Decreto, 11 febbraio 2018).
Così il 21 maggio prossimo celebreremo per la prima volta questa festa mariana... per la prima volta celebreremo la Maternità spirituale di Maria. A rifletterci bene, infatti, tutte le feste mariane che costellano l’anno liturgico riguardano il mistero di Maria in sé o in rapporto a Cristo, ma nessuna ancora fino ad ora aveva come oggetto la sua Maternità nei confronti degli uomini, suoi figli, nella Chiesa. Con gioia immensa, dunque, celebreremo la festa della Madre della Chiesa, della “Madre nostra”!