MODELLI DI VITA
Sacerdote di desiderio. Herman Wijns
dal Numero 19 del 14 maggio 2017
di Paolo Risso

Alla sua morte un illustre religioso commenta: “Herman aveva un unico desiderio, quello di farsi sacerdote. è morto a 10 anni, senza diventarlo. Ma davanti a Dio è... sacerdote di desiderio. Occorre ricorrere alla sua intercessione per ottenere da Dio una grandissima adorazione al Figlio suo Eucaristico e santi Sacerdoti alla sua Chiesa”.

Non c’è alcuno sulla terra più grande del sacerdote. Con la Santa Messa e la Confessione porta Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Per questo è superiore agli Angeli stessi. Eppure è anche un uomo bisognoso di aiuto e di sostegno. Chi pensa al sacerdote così, non può che amarlo e pregare per lui. Lo comprendono in primo luogo gli umili e i piccoli, come il giovanissimo Herman Wijns.

“Gesù, tutti i giorni”

Nasce il 15 marzo 1931, a Merksem, presso Anversa (Belgio). Suo padre è un ricco commerciante e la sua famiglia gode di vero benessere. Dai suoi genitori, il piccolo impara a pregare mattino e sera, a prendere parte alla Messa, tutte le domeniche, a voler bene a tutti. Cresce diventando presto un intimo amico di Gesù. Un giorno, rientra in casa dai suoi giochi e incontra il papà che sta pregando la Madonna con il Rosario. «Voglio – gli dice – pregare anch’io come te». Da quel giorno, pregherà quotidianamente con la corona.
Ha appena 5 anni, ma è assai precoce. I suoi genitori lo iscrivono a una scuola elementare tenuta da religiosi. Ogni trimestre, i suoi voti sono sempre più belli. A scuola, Herman si appassiona a ogni cosa bella, ma soprattutto conosce sempre di più il Signore Gesù e stringe amicizia sempre più intensa con Lui. È il primo della classe, ma è sempre pronto ad aiutare chiunque abbia bisogno. Accetta volentieri i piccoli sacrifici dello studio, dell’ordine, del rispetto degli altri.
Al mattino, prestissimo vede il suo papà uscire di casa. «Dove vai?», gli domanda. «Vado a Messa». «Papà, vengo anch’io», decide all’istante. Da quel giorno, il papà gli spiega cos’è la Santa Messa e Herman impara che Gesù ripresenta il suo sacrificio sull’altare e santifica i suoi amici con la Comunione al suo Corpo e Sangue. «Allora – commenta – è un fatto grandissimo! Quando potrò ricevere anch’io Gesù?».
Nella sua parrocchia, nella primavera del 1937, inizia a frequentare il catechismo, in preparazione alla Prima Comunione. Ha solo sei anni, ma i suoi genitori – che lo hanno cresciuto nella fede –, lo assecondano quando Herman insiste: «Anch’io voglio prepararmi, anch’io riceverò quest’anno la Prima Comunione!». Il 14 luglio 1937, realizza il suo grande sogno: riceve Gesù Eucaristico per la prima volta, da vero innamorato del suo Signore.
Da allora, parteciperà alla Santa Messa ogni giorno, sempre con la Comunione, preparato dalla Confessione regolare e frequentissima, dalla preghiera quotidiana e da un intenso impegno di vita cristiana. Un giorno, suo padre gli domanda: «Che cosa farai da grande?». Il bambino non ha dubbi: «Prima imparerò a servire la Messa, poi mi farò prete». «Devi prepararti – gli risponde il papà – diventando sempre migliore, offrendo a Dio i tuoi sacrifici». Il sacerdote diventa il suo grandissimo sogno per il futuro.
È già un bambino “speciale”, ma quanto ha contato in lui l’opera educativa dei suoi genitori, in primo luogo del suo papà! Herman comprende che per Gesù dovrà essere pronto a qualsiasi sacrificio e si impone diverse mortificazioni e accetta con amore le sofferenze che incontra. La zia gli ha regalato un paio di scarpe nuove, che però gli procurano un gran male ai piedi. Il ragazzino accetta di metterle ed esce in una lunga passeggiata per la città: un vero martirio, senza lamentarsi, offrendo tutto a Gesù, per la santificazione dei sacerdoti, per fare contenta la zia!
Durante l’estate, in Belgio fa un grande caldo: Herman, pensando alla sete di Gesù sulla croce, per lunghi giorni, per suo amore, rifiuta di bere fuori dei pasti per poter offrire qualcosa al suo divino Amico ed esprimergli concretamente il suo amore. Durante l’inverno 1940-’41, il clima è freddissimo e lui ha grossi geloni ai piedi. «Non uscire», lo supplica la mamma. «Non posso – le risponde – Gesù mi attende alla Messa». (Tra parentesi, conosco ragazzi e giovani adulti, di oggi che fanno questo e altro per la santificazione dei sacerdoti, all’inizio del Terzo millennio!).
Prega e offre per prepararsi a essere domani un santo prete e perché altri ragazzi sentano la stessa chiamata di Gesù alla missione sacerdotale.

“Io continuo a pregare”

Intanto in casa, è capitata una grossa disgrazia. Il signor Wijns per aiutare un collega di lavoro in fallimento, perde tutto, trovandosi senza negozio, senza lavoro, ogni giorno più povero. Ma ha una fede grandissima e non dispera: prega ancora di più la Madonna con il Rosario. Pur comprendendo il dramma della sua famiglia, Herman non si spaventa, anche se gli tocca sopportare molte rinunce. Conforta i genitori e li incoraggia a pregare: «Preghiamo tanto, la Madonna ci aiuterà». «Mamma, non devi essere triste: se noi preghiamo, papà ritroverà il lavoro». Ogni sera, va con il papà a far visita a Gesù Eucaristico nel Tabernacolo. In casa, ora non hanno più cibo a sufficienza. Lui non si lamenta e va a guadagnare ogni giorno un piccolo gruzzolo di soldi per darli ai suoi genitori.
La mamma sbotta: «A che serve ancora pregare?». Herman le risponde: «Mamma, la forza della preghiera sta nel continuare a pregare, nel pregare sempre. Io continuo a pregare. La Madonna ci esaudirà». «Mamma, prega. Un giorno, papà e io saremo in Paradiso. E tu, se non preghi, dove sarai?». Continua a essere fedele al suo programma: «Preghiera e penitenza». Si alza prestissimo, alle 5, ogni mattina, si reca subito in chiesa dove sgrana il primo Rosario, poi assiste alla Messa. Dopo pranzo, il secondo Rosario, alla sera, il terzo... Ed è solo un bambino di nove anni!
Ora anche in Belgio c’è la guerra. Hitler ha fatto invadere il piccolo paese e fa sentire tutta la sua violenza. Herman, nei pericoli, si fida della Madonna: «È la nostra Mamma – dice ai suoi familiari, ai suoi compagni di scuola – e ci aiuterà sempre». È diventato chierichetto modello e serve all’altare come fosse il cerimoniere del suo Vescovo. Papà gli dice: «Dovrai andarci anche quando sarai in vacanza. Gesù non va in vacanza e ti attende». Herman accetta a qualsiasi condizione, pur di essere vicinissimo a Gesù che scende sull’altare e si offre al Padre in sacrificio.
Torna dal suo servizio, radioso: «Se hai qualche grazia da ottenere dal Signore – spiega ai suoi Cari – dillo a me che sono più vicino a Lui». È innamoratissimo di Gesù Eucaristico e gli dice mille volte al giorno: «Gesù, ti amo». Non si dimentica di Lui neppure nel gioco. E gli chiede di continuo di poter diventare domani un santo sacerdote e che la Chiesa abbondi di sacerdoti santi. Nel medesimo tempo, la sua pena più grande è che la famiglia è ancora senza lavoro.
Con fede grandissima, decide di risolvere lui la situazione. Comincia con una novena alla Madonna... e giunge alla venticinquesima. All’ultimo giorno, dopo 25 novene, papà Wijns trova un ottimo lavoro al ministero. Commenta Herman: «Vedete che quando si persevera a pregare, si ottiene tutto da Dio, nostro buon Padre!».

La vita come offerta

Vive radioso e felice, pensando solo a diventare sacerdote e che i sacerdoti sono chiamati a santificare le anime, il mondo intero, a prolungare Gesù nel mondo.
Il 14 maggio 1941, come ogni giorno, serve la Messa al suo parroco. Al pomeriggio dello stesso giorno trova per la strada un Crocifisso, lo porta a casa, lo pulisce, lo bacia, lo appende nella sua camera e dice: «Devo offrire la vita a Lui in riparazione dei peccati del mondo, per i chiamati al sacerdozio».
Verso sera, giocando con i suoi amici, cade e si ferisce gravemente a una gamba, perdendo molto sangue. All’ospedale subisce due dolorosi interventi. Il 26 maggio 1941, in piena conoscenza, nonostante la grave infezione, si confessa e riceve Gesù come Viatico di vita eterna, e l’Unzione degli infermi. È tranquillo e con una grande gioia sul volto. Mormora: «Vado da Gesù, starò con Lui per sempre». Pochi istanti dopo, vede Dio. Ha soltanto dieci anni.
La sua tomba, a 75 anni di distanza dalla morte, è ancora meta di pellegrinaggio e luogo di preghiera. Chi lo invoca guarisce nel corpo e nello spirito. Molti lontani dalla fede, leggendo la sua vita, trovano Dio.
Alla sua morte, un illustre religioso, il Padre Baudouin de Termonde, commenta: «Herman aveva un unico sogno, un grandissimo desiderio, quello di farsi sacerdote. È morto a 10 anni, senza diventarlo. Ma davanti a Dio è – come dire? – sacerdote di desiderio. E occorre ricorrere alla sua intercessione per ottenere da Dio una grandissima adorazione al Figlio suo Eucaristico e santi sacerdoti alla sua Chiesa».

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